Levante

Levante al Carroponte: un live che fa bene al cuore

Ieri sera sul palco del Carroponte di Sesto San Giovanni (Milano) si è tenuto il concerto di Levante, che quest’estate ha attraversato l’Italia con l’Abbi cura di te Tour. La cantautrice, in un’ora e mezza di musica, ha eseguito per intero l’ultimo album Abbi cura di te, uscito a maggio per Carosello Records, e alcuni brani del disco d’esordio Manuale distruzione (INRI, 2014) per un totale di 19 canzoni. Con lei la band formata da Mattia Bonifacino (basso), Matteo Curallo (tastiere), Alessio Sanfilippo (batteria) e Gionata Mirai (chitarre).

Sono le 22:30 quando la voce fuori campo di Levante recita un breve monologo sulla felicità e sull’importanza di amare se stessi, leit motiv che segna marcatamente il suo ultimo progetto discografico. Non è un caso quindi che il live si apra con la title-track Abbi cura di te.

Claudia Lagona, questo il suo vero nome, entra in scena con un look vagamente gipsy: t shirt a righe, gonnellone a scacchi e anfibi. Anelli e collana completano il suo look, ma l’accessorio più importante è custodito nel cuore, ed è la sua voce. Quello stesso cuore che regge fiera sulla cover del disco e che non ha paura di mettere a nudo attraverso le canzoni.

Bastano pochi secondi per arrendersi al fascino del canto di questa sirena siculo-torinese, che sembra prendere per mano il proprio pubblico e trascinarlo nel suo mondo fatto di storie nelle quali non è complicato riconoscersi. Impressionante come la cantautrice riesca a far vibrare d’intensità ancora maggiore brani emotivamente già forti come Finché morte non ci separi e Biglietto per viaggi illimitati. 

Dal suo esordio a oggi Levante è riuscita ad alzare costantemente l’asticella dal punto di vista interpretativo. Sarà perché più che pensare ad apparire in tv ha preferito caricare gli strumenti in un furgone e calcare quanti più palchi possibili, dai piccoli locali fino al recente tour in America.

Tra una canzone e l’altra l’artista non chiacchiera molto, ma non se ne avverte nemmeno il bisogno: parlano da soli testi come quello de Le lacrime non macchiano, Mi amo Lasciami andare (uno dei momenti migliori del concerto), tutti brani inclusi in quell’Abbi cura di te che è in lizza per la Targa Tenco 2015 nella categoria Album in assoluto dell’anno”. Questo a dimostrazione di quanto sia preziosa, intelligente e brillante la penna di Claudia.

Ad arricchire il live la presenza di Bianco (opening act della serata), cantautore torinese nonché produttore dei dischi di Levante, che duetta con l’amica e collega in due suoi brani: Mela Corri corriUna gradita sorpresa per chi segue il percorso artistico della cantautrice sin dagli esordi. Naturalmente non mancano le hit che l’hanno portata alla ribalta nel 2013, Memo e Alfonso. Quest’ultima però, se vale tutto quel che è stato detto finora, non costituisce il momento chiave dello show, a dimostrazione che l’artista ha ormai abbondantemente scongiurato la ‘maledizione’ del tormentone estivo.

L’unica ‘pecca’ della serata – e in generale dei concerti di Levante – è che prima o poi il viaggio in musica nei meandri del cuore finisce, e a quel punto sta all’ascoltatore decidere se far germogliare o meno il seme piantato dall’artista in 90 minuti di esibizione. Seguire “la parte sinistra, il battito lento, l’istinto che sia”, unico modo secondo la cantautrice per costruirsi la propria felicità, o continuare a perdersi nei labirinti cerebrali a cui si fa riferimento nel monologo iniziale? Levante ieri sera ci ha definitivamente convinti: l’amore, in primis verso se stessi, è l’unica cura.

Photo Credit: Pamela Rovaris Ph.

Emanuele Corbo

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