Tiziano Ferro Il mestiere della vita

Tiziano Ferro: «Il mestiere della vita è non astenersi dalla verità con se stessi»




È il suo sesto disco di inediti, ma per diversi motivi è come se fosse il primo. Il mestiere della vita, ultimo lavoro di Tiziano Ferro pubblicato il 2 dicembre per Universal Music, rappresenta una nuova pagina artistica e personale per il cantautore di Latina: “Fine primo capitolo”, canta nella traccia d’apertura Epic. Archiviata la fase malinconica, cupa e autolesionista del passato, Tiziano si apre definitivamente alla vita e recupera, anche musicalmente, la freschezza e l’energia dei primi due dischi. “Ho provato a scrivere come a 16 anni, senza pensare che sarebbe diventato un album”, spiega.

Tiziano Ferro nuovo album
Tiziano Ferro, cover dell’album “Il mestiere della vita”

Gli amanti delle ballad strappalacrime e dei lucchetti incatenati a Ponte Milvio sono avvisati: Tiziano Ferro è andato oltre e ha rispolverato l’universo sonoro con cui è cresciuto, fatto di soul, r&b e hip hop. “Dopo la raccolta di due anni fa (TZN – The Best Of Tiziano Ferro, ndr) il mio contratto discografico era concluso e non ne ho firmato subito un altro. Volevo capire se quello che stavo facendo mi divertiva ancora come quando ho iniziato. Ho lavorato in camera mia, da solo, anche giocando e cazzeggiando, pensando che quelle canzoni sarebbero finite nel disco di qualche esordiente, perché sono complesse, diverse…”.

Invece, convinto anche dai suoi stessi amici, ha deciso di metterci la faccia e riversare tutto il materiale nel nuovo album, prodotto da Michele Canova tra Los Angeles e Milano: “L’unica responsabilità che sento nei confronti di chi mi ascolta da 15 anni è non avere paura di esporre la mia ricerca personale e mettere in discussione sempre tutto, cosa che all’inizio mi ha fatto scrivere in difesa, ma ora non mi nascondo più”. Proprio come fa quell’elegante uomo che, sulla copertina de Il mestiere della vita, attraversa la strada come se stesse andando al lavoro: “Il titolo è una celebrazione di chi ogni giorno si espone all’esistenza comune, si mette in discussione e non commette l’errore di astenersi dal vivere, soprattutto nella verità con se stesso”.

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Un ritorno all’r&b, dicevamo, con qualche eccezione, come la title track e il primo singolo Potremmo ritornare, che a quanto pare ha un significato diverso da quello che molti gli hanno attribuito: “Non è una canzone d’amore, non parla di un ritorno di coppia, innanzitutto perché non ci credo molto. Le persone sono unite da legami molto più profondi di quelli che possono esserci tra due che stanno insieme. Ho scritto questo brano pensando a una persona che non ho più accanto ed è una donna”.

Le novità non sono solo nei suoni, ma anche nella stesura dei testi, questa volta condivisa con altre persone: “Sono sempre stato geloso della pagina bianca prima della scrittura di una canzone, invece in questo disco mi sono avvicinato ad altri, quasi sempre autori giovani che mi hanno restituito un po’ del loro impeto e della loro energia fresca”, racconta Tiziano Ferro, che ha incrociato la penna con Emanuele Dabbono (già al suo fianco in Incanto), Raige Baby K, fra gli altri.

Ma c’è anche qualche vecchia conoscenza del cantautore, come Tormento dei Sottotono (per i quali apriva il tour due anni prima che uscisse Rosso relativo) nel brano My Steelo, e soprattutto Carmen Consoli, che duetta con Tiziano nel pezzo più importante di tutto il disco, Il conforto: “Lei è la mia cantante preferita da sempre. Penso sia la vera erede di Mina per quel canto meraviglioso ma istintivo, non pensato. Dopo la nostra collaborazione del 2010 (Ferro musicò per la ‘Cantantessa’ Guarda l’alba, ndr) ho scoperto in lei una persona molto simile a me, e quando ho scritto ‘Il conforto’ ho deciso di proporle di cantarla insieme. È una canzone quasi parlata, volevo evitare i manierismi dei duetti degli ultimi anni e che invece fosse più di contenuto che di apparenza”.

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Nel recuperare il proprio bagaglio musicale l’artista si è portato dietro a livello lirico il tema del perdono, quello stesso che nel 2001, scritto con la ‘X’, sanciva il suo ingresso nel mondo discografico: “La compassione e la pazienza sono virtù da esercitare. Spesso ci vantiamo di quanto siamo stati bravi ad inchiodare al muro qualcuno che ha sbagliato e dimentichiamo quanto è complesso perdonare. Il perdono finisce nelle mie canzoni perché per me hanno un ruolo catartico, sono il messaggio nella bottiglia che butto nel mare: se qualcuno lo riceverà, bene, ma in ogni caso io mi sarò già liberato”.

Come ammette lui stesso, Il mestiere della vita è un disco che necessita qualche ascolto in più per farsi conoscere e capire, ma c’è tempo fino a giugno 2017, quando Tiziano Ferro tornerà con un nuovo tour negli stadi che, dopo il raddoppio milanese, lo vedrà concedere il bis anche all’Olimpico di Roma con una seconda data fissata per il 30 giugno. Di seguito il calendario completo:

11 giugno               LIGNANO (UD)   Stadio Teghil

16 giugno               MILANO                  Stadio San Siro

17 giugno               MILANO                  Stadio San Siro

21 giugno               TORINO                   Stadio Olimpico

24 giugno               BOLOGNA              Stadio Dall’Ara

28 giugno               ROMA                        Stadio Olimpico

30 giugno               ROMA                        Stadio Olimpico – nuova data

5 luglio                     BARI                            Arena della Vittoria

8 luglio                     MESSINA                  Stadio San Filippo

12 luglio                  SALERNO                 Stadio Arechi

15 luglio                 FIRENZE                     Stadio Franchi

 

Emanuele Corbo




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