Levante ha pubblicato il secondo disco Abbi cura di te per Carosello Records lo scorso 5 maggio. L’album, anticipato dal singolo Ciao per sempre, descrive in 12 tracce il momento sereno che l’artista sta vivendo dopo l’inquietudine espressa nel lavoro d’esordio Manuale distruzione (2014). La produzione artistica è stata affidata alla stessa squadra di lavoro INRI che l’ha accompagnata sin dal debutto e il disco è stato prodotto ancora una volta da Alberto Bianco. Abbiamo incontrato Levante in un caldo pomeriggio milanese di fine maggio all’evento di inaugurazione della Disaronno Terrace per parlare di Abbi cura di te, di felicità e anche di cinema. E anche del rapporto non esattamente idilliaco della cantautrice con le feste.
Possiamo dire che Abbi cura di te sia un disco del cuore e del prevalere dei sentimenti sulla ragione, vista anche la copertina?
È un album che il cuore lo salva e gli dà più importanza. Come se dicesse: “Al diavolo i labirinti cerebrali, io seguo il mio istinto”, e questa penso sia la strada giusta per la felicità.
È stato difficile per te seguire l’istinto e “la parte sinistra” come canti nella title track?
È stato difficile fare delle scelte per essere felice, ma non lo è stato trovare la felicità, perché – può sembrare banale – quella è dentro di noi. Non va cercata, va scelta: nel momento in cui ho capito che volevo essere felice ho fatto delle azioni che mi hanno portata ad esserlo.
E a quanto pare non hai paura a dire che lo sei, come si intuisce ne La rivincita dei buoni.
Non ho paura a dirlo, onestamente ho solo paura di perdere la felicità trovata (ride, ndr)
Tra il tuo primo album Manuale distruzione e questo nuovo lavoro sembra esserci un filo rosso costituito dal tema della distruzione, declinata però in un modo diverso.
Sì, qui ho distrutto per costruire qualcosa di solido. Abbi cura di te è la risposta opposta a Manuale distruzione. Non avrei mai pensato di scrivere un intero disco che ruotasse intorno alla felicità, però mi è piovuta addosso questa serenità e io l’ho accolta. E non me ne vergogno: si dice spesso che i cantautori siano tristi, io ho dimostrato che si può scrivere anche essendo felici.
Nel disco troviamo Caruso Pascoski, un omaggio al film di Francesco Nuti. Come mai questa scelta?
Amo Francesco Nuti, il magnifico uomo con la fossetta sul mento, e sono molto triste per come stia vivendo adesso. Caruso Pascoski di padre polacco è un film che riguardo spesso perché mi ricorda me bambina davanti alla televisione con mio papà, ed è una pellicola totalmente a proprio agio nel contesto di questo album perché parla di amore e felicità. Il protagonista ama Giulia sin da bambino, dopo il liceo la sposa, poi divorziano ma lui se la va a riprendere e restano insieme per sempre: è uno dei messaggi più positivi in assoluto di una storia d’amore che ne vede di tutti i colori.
E tu hai mai pensato di scrivere la colonna sonora di un film?
Credo che questo disco sia pieno di potenziali colonne sonore, infatti spero che qualche regista se ne accorga e attinga alle mie canzoni.
Che tipo di pellicola pensi sia adatta ai tuoi brani?
Ci sono canzoni che starebbero benissimo in alcuni film di Muccino, altri in quelli di Ozpetek, altri ancora in un film all’italiana con Laura Morante.
Dai film ai videoclip. Quello di Ciao per sempre è uno dei più belli della tua carriera, anche grazie alla magistrale interpretazione di Corrado Fortuna nei panni del protagonista.
Infatti la mia fortuna è stata avere Corrado Fortuna! Ha dato il meglio di sé nel ruolo dell’uomo disperato, e la cosa particolare è stata proprio mostrare il dolore di un uomo e non quello di una donna, che in questo caso è la carnefice.
Lasciami andare rappresenta invece una bella novità per la tua musica, con influenze elettroniche e dubstep. Visto che l’esperimento è decisamente riuscito, ti piacerebbe approfondire questo genere in futuro?
No, Lasciami andare è prodotta da Sir Bob Cornelius Rifo e rappresenta una parentesi in questo disco. Lui si è innamorato del brano e mi ha chiesto di poterne fare una sua versione, promettendomi che l’avrebbe tenuta per sé. In realtà era così bella che non potevamo non inserirla nel disco. La ventata di elettronica nel pop però mi ha un po’ stancato, tutti vanno in quella direzione quando l’America l’ha già fatto 8/9 anni fa. Io preferisco la mia dimensione voce e chitarra.
In Pose plastiche torni nuovamente a parlare dei party, come se fosse una Alfonso 2.0. Che cosa proprio non ti piace delle feste?
Sì, io ce l’ho con le feste… no non è vero, diciamo che però in quei contesti esce fuori la parte meno sincera di noi, per cui ci si trova in situazioni in cui i convenevoli sono spalmati sul pane come il paté. È lì che ci si rende conto della differenza tra le persone belle e quelle meno belle. Però io mi diverto alle feste eh: non ballo tanto, non bevo molto e non mi drogo, ma con le persone che amo riesco a stare bene (sorride, ndr).
Levante porterà ben presto il suo nuovo lavoro dal vivo in un tour organizzato da OTRLive Srl. Queste le prime tappe confermate:
6 giugno – Milano – MI AMI Festival
16 giugno – Bologna – Biografilm Festival
20 giugno – Sassocorvaro (PU) – Indietiamo Festival
26 giugno – Foresto Sparso (BG) – Forest Summer Fest
27 giugno – Vicenza – Festambiente
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