Madh by Iconize

Madh: «Con “Madhitation” punto all’estero»

Arriverà domani nei negozi e in digitale Madhitation (Sony Music), l’album d’esordio di Madh, medaglia d’argento a X Factor 2014. Dopo aver conquistato negli scorsi mesi le classifiche con il singolo Sayonara, certificato platino, il giovane artista sardo si mette in gioco con 13 tracce coraggiose nelle quali sono concentrate tutte le sue passioni musicali: reggae, dancehall passando per pop e drum and bass. Il cantautore ha presentato alla stampa milanese il lavoro d’esordio, parlando anche di quell’incontro con Justin Bieber a Hong Kong…

Dopo più di un decennio in cui i talent show hanno sfornato cantanti le cui proposte artistiche erano tristemente livellate verso il basso – con rare ma dovute eccezioni – il 2014 ha visto a X Factor l’arrivo di un ‘alieno’ sardo, un tale Marco Cappai, in arte Madh. La sua comparsa sul palco del programma di Sky Uno è stata un’autentica benedizione per le orecchie del pubblico italiano, che da domani potrà ritrovare il talento dell’istrionico cantante nei 13 brani che compongono il suo primo progetto discografico (12 più la versione acustica di Sayonara). Un disco – nato con la supervisione artistica di Fedez – che con la tradizione melodica e spesso melensa del nostro Paese non ha alcun punto di contatto. Non stupisce allora che Madh punti a scavalcare il muretto dei confini italiani per farsi conoscere all’estero.

I mesi dopo X Factor sono stati piuttosto intensi per te, eppure sei riuscito a confezionare l’album in tempi brevi.
Non mi sono mai fermato. Ho portato a termine un club tour di 50 date in 4 mesi e subito dopo mi sono immerso nella lavorazione del disco. Il mio obbiettivo era pubblicarlo prima dell’estate e tutto sommato ci sono riuscito. Questo album dal punto di vista delle tempistiche mi ha messo una certa pressione perché chiudere 13 tracce in 2 mesi non è stato semplice, soprattutto visto il gran numero di collaborazioni presenti. E, si sa, le collaborazioni richiedono sempre tanto tempo.

I featuring inseriti sono tutti con artisti sardi: scelta voluta o un caso?
Si torna al discorso delle tempistiche: avrei ugualmente ingaggiato questi artisti, ma con più tempo a disposizione forse avrei potuto lavorare anche con persone non sarde. Ad ogni modo sono convinto che la Sardegna sia molto valida a livello musicale e ho scelto coloro che secondo me potevano dare un tocco di originalità all’album.

Ascoltando il disco la tua terra risulta molto viva stilisticamente parlando: si passa dal reggae alla musica elettronica e alla drum and bass. 
Sì, la Sardegna ha soprattutto un cuore molto reggae ed io, essendo ispirato da quel mondo, non potevo fare a meno di lavorare con persone che hanno la mia stessa passione.

Per diversi brani ti sei affidato al tuo produttore storico Mitch (Michele Figus, ndr) che aveva già lavorato con te all’EP del 2013 Experimental. Si tratta di pezzi realizzati ex novo o erano già pronti da tempo?
Sono antecedenti alla mia partecipazione a X Factor, però ci ho rimesso mano prima di inserirli nel disco. Ho scelto di essere affiancato da Mitch perché è con lui che ho iniziato a fare musica e mi capisce artisticamente. In generale ho lavorato con persone giovani che mi hanno fatto sentire a casa, e poi ho scritto tutti i brani di mio pugno. La cosa più bella di questo disco è che ho fatto quello che volevo realmente fare.

Anche il brano in italiano quindi è un’idea tua?
Vai nasce da una sfida personale: non avendo mai proposto al pubblico un pezzo in italiano volevo ci fosse. Scrivere in italiano è molto più complicato rispetto all’inglese sia a livello di metrica sia per quel che riguarda il dare un senso a ciò che si dice, soprattutto per me che ho una scrittura decisamente astratta. Sono abbastanza soddisfatto del risultato, ma non ho in mente di realizzare un disco completamente in italiano.

Con Sayonara avevi già dato prova del tuo amore per l’Oriente e nel corso del disco torni a ribadirlo, specie in Kyoto Mind. Che cosa ti incuriosisce di quel mondo?
Sono sempre stato affascinato dalla cultura orientale, sin dai primi anni dell’adolescenza. Ho iniziato come disegnatore, poi ho studiato lingua giapponese per i fatti miei e infine ho esteso la mia passione anche alla Cina e all’India. Sono mondi che rappresentano a pieno il mio modo di pensare e vedere le cose, quindi voglio che tutto ciò si rifletta nella musica che creo. Da poco più di due anni sono attratto dal buddismo ma più come filosofia di vita che come religione. Insomma non sono praticante (ride, ndr).

Recentemente sei tornato in Giappone e hai conosciuto anche Justin Bieber. Che cosa è accaduto precisamente?
Sono stato invitato a un evento organizzato da Calvin Klein a Hong Kong come influencer in rappresentanza dell’Italia. Ho conosciuto diverse persone importanti tra cui anche Justin Bieber ma è stato un incontro molto veloce, abbiamo scambiato solo 2 chiacchiere.

Insomma sembra tutto pronto per un tuo lancio sul mercato internazionale.
Quello è il mio scopo. Vorrei condividere la mia arte con il resto del mondo. Proprio ad Hong Kong ho fatto ascoltare parte del materiale a un po’ di persone e nessuno credeva fosse stato prodotto in Italia. Non rinnego di essere italiano ma ciò che voglio fare si addice di più al mercato internazionale, quindi spero di promuovere l’album anche al di fuori dell’Italia.

A partire da oggi Madh presenterà Madhitation in un instore tour che lo vedrà impegnato per tutto il mese di luglio. Scopri qui tutte le date.

Di seguito il lyric video di Riverin attesa del video ufficiale.

 

Photo Credit: Iconize

Emanuele Corbo




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