Kylie Minogue, con ‘Dancing’ in scena fino all’ultimo respiro

Poco più di un anno fa, in un trafiletto del London Evening Standard risalente a dicembre del 2016, Kylie Minogue aveva svelato di voler aggiungere un pizzico di ’sparkling melancholy’ (’fulgida malinconia’) alla propria musica, in vista di un potenziale nuovo disco: una sorta di ossimoro, tale da suscitare in chi ascolta emozioni miste. L’intento della diva australiana, bisbigliato in tempi non sospetti, è stato portato a buon fine proprio oggi con Dancing, il primo e attesissimo singolo tratto dal 14esimo album in studio Golden, per l’uscita del quale bisognerà invece aspettare il 6 aprile (il pre-order è già disponibile a questo link).

Kylie Minogue, cover dell’album ‘Golden’

Dancing, il leak anticipato

Come spesso accade, soprattutto quando si tratta di grandi ritorni, lo scorso 13 gennaio Dancing è sfortunatamente trapelata in rete prima della release ufficiale, in origine prevista per metà febbraio. La Minogue, si sa, è vittima prediletta dei leakers dal 2007, ma stavolta le cause che hanno permesso al nuovo brano di sbucare online in anticipo di un mese sono da ascrivere ad uno streaming privato, reso disponibile per un paio di settimane sul database interno della BMG, nuova casa discografica della cantante. Benché l’ascolto fosse riservato a giornalisti, addetti ai lavori e blogger, qualcuno avrà senza dubbio condiviso le proprie credenziali d’accesso con amici e conoscenti, o più semplicemente catturato l’audio ’donandolo’ ad altre persone e lasciando che venisse divulgato illegalmente nel resto del web. Messi al corrente del leakage, Kylie e i vertici dell’etichetta hanno dunque deciso di anticipare la pubblicazione del singolo, che da qualche ora ha raggiunto le piattaforme digitali.

Il country scende sul dancefloor

La canzone, scritta a sei mani dalla Minogue, da Nathan Chapman (collaboratore storico di Taylor Swift) e da Steve McEwan, risente appieno dell’influenza di Nashville, palese soprattutto nel cantato e nelle melodie, oltre che nell’atmosfera più intima e acustica della produzione curata dall’emergente Sky Adams. La breve permanenza della piccola principessa del pop nella patria del country, avvenuta l’estate scorsa, ha infatti dato una notevole scossa all’intero processo creativo dell’LP, forgiando man mano la direzione musicale da intraprendere. Per questo motivo, l’album è stato descritto dalla diretta interessata (in una nota spedita al quotidiano The Guardian poco prima di Natale) come una collisione fra elementi dance e musica country, avvenuta presso l’altare di Dolly Parton eretto sulla pista da ballo”.

Dancing dura poco meno di tre minuti, e il sapore che lascia in bocca è dolceamaro: nonostante la parte che segue il ritornello sia facilmente paragonabile ad un breakdown di Avicii dal BPM rallentato, e la sua brevità sia ideale per il formato radiofonico, il brano suona incompleto, privo di un elemento aggiuntivo ma essenziale, che sia un outro o un synth in più nell’ultimo inciso. Insomma, a mancare è qualcosa che trafigga le corde più sensibili del cuore, anziché limitarsi a scaldarle, e non spinga chiunque a chiedersi ’già terminata?’ nel momento in cui il player segna la fine netta del pezzo a 2:59.

Fino all’ultimo respiro

Ma non è tutto. Stavolta, come non mai, è necessario andare ben oltre il ritmo piuttosto basico e innocuo della traccia e leggere il testo con l’attenzione che merita: Dancing non è soltanto un invito a bere dal calice della vita senza lasciarsi sfuggire la minima goccia. C’è un lato più cupo da cogliere fra le liriche della canzone, incentrato sulla voglia di assecondare le proprie passioni a oltranza (la musica e l’arte dell’intrattenimento nel caso di Kylie), godendone fino all’ultimo respiro (Quando andrò via, voglio andar via danzando”). Un tema, quello messo in evidenza dall’uso ambiguo del verbo ’to go out’, presente nel refrain del pezzo, non molto diverso da ciò che un’altra grande icona gay, Dalida, cantava in Mourir Sur Scène, brano del 1983 in cui la diva triste per antonomasia confessava in maniera decisamente più esplicita di voler lasciare questo mondo attraverso la via più congeniale ad un artista, e cioè spegnendosi sul palco (’’Moi je veux mourir sur scène / Devant les projecteurs / Oui, je veux mourir sur scène / Le coeur ouvert tout en couleurs’’).

Non ci troviamo di fronte ad un testamento né tanto meno all’annuncio di un ritiro, intendiamoci: la dolce Kylie ci sta solo dicendo, tramite metafore, che l’augurio più bello e appagante per una popstar del suo calibro, con 30 anni di carriera compiuti da poco, è quello di portare avanti la propria arte e ragion d’essere fino all’atto conclusivo dell’esistenza (Can’t stand still / Won’t slow down”), abbandonando questa vita, quando accadrà, con un’uscita di scena degna di un performer (’’Quando il sipario cadrà, potremo dire di aver fatto tutto / L’eternità di un giorno perfetto’’). Un messaggio lodevole e positivo, sebbene inusuale per la Minogue, espresso dalla tenerezza di una voce che culla da tempo le orecchie di tanti estimatori. Fulgida malinconia, per l’appunto.

Dancing è attualmente disponibile su iTunes e in streaming su Spotify e Apple Music via BMG Rights Management.

Francesco Cappellano




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