Giorgio Moroder Déjà Vu

Giorgio Moroder: «A 75 anni duetto con Britney»

Uscirà il 16 giugno per Sony Music Déjà Vu, il nuovo disco solista di Giorgio Moroder a 30 anni dal suo ultimo album. Il creatore della disco music e pioniere dell’elettronica, vera e propria leggenda vivente già al lavoro con i più grandi artisti della scena mondiale (da Donna Summer Freddie Mercury Michael Jackson), torna con 12 tracce a cui hanno partecipato nomi di primo piano e nuove leve del pop. Tra questi Kylie Minogue, Britney Spears e Sia. Nel corso della sua carriera ha composto le musiche di classici cinematografici come Scarface e firmato celebri brani: Take My Breath Away e Flashdance solo per citarne un paio. Nel 2013 i Daft Punk lo hanno voluto ospite nel loro album Random Access Memories per la traccia Giorgio By Moroder, ed è stata quella l’occasione per tornare a fare musica. PopSoap ha avuto l’onore di intervistare Giorgio Moroder pochi giorni fa, in occasione della presentazione del disco alla stampa. L’artista sarà in Italia per due appuntamenti imperdibili il 24 luglio a Roma a Villa Ada – Roma Incontra il Mondo, e il 25 luglio all’Estathé Market Sound di Milano.

Giorgio Moroder cover album
Giorgio Moroder, cover dell’album “Déjà Vu”

Camicia bianca a pois neri, baffi grigi, sorriso contagioso e due occhi che ancora brillano di passione per il suo lavoro: così si presenta Giorgio Moroder all’incontro milanese con i media, accolto dagli applausi dei presenti. “Non mi farete domande cattive, vero?” chiede divertito.

Che effetto le fa tornare con un disco dopo 30 anni?
È assolutamente favoloso, in questo lasso di tempo ho fatto tutt’altro e poca musica, a parte quella per le Olimpiadi di Pechino e una canzone con Donna Summer, Carry On, che ha vinto il Grammy. Poi da quando ho lavorato con i Daft Punk tutto è cambiato.

E da lì a pensare di realizzare un nuovo album?
Dopo il successo del disco dei Daft Punk ho ricevuto la proposta di un nuovo album da parte di 3 case discografiche. Io ho scelto Sony che ha messo a mia disposizione cantanti favolosi come Sia, Kylie Minogue e Britney Spears. L’idea era di avere dei nomi conosciuti ma non più giovanissimi e cantanti nuovi come Charli XCX, Mikky Ekko, Matthew Koma e Marlene, una ragazza svedese molto giovane.

I brani sono tutti di recente composizione o ha ripescato qualcosa dal suo archivio?
Avevo già qualche idea, poche per la verità. Per il brano di Sia per esempio c’era una parte della melodia che avevo buttato giù un paio d’anni fa ma non l’avevo mai incisa. Il resto è tutto nuovo.

Com’è stata scelta Tom’s Diner per il duetto con Britney?
Britney è venuta a sapere che la Sony voleva farla collaborare con me, e lei mi ha chiesto se volessi fare Tom’s Diner di Suzanne Vega, pezzo che mi è sempre piaciuto. L’ha cantato molto bene, ci ho aggiunto il vocoder e credo che funzioni. Il pezzo è corto, per cui ho composto un bridge prima della fine e l’ho cantato io col vocoder: adesso posso dire di aver duettato con Britney! (ride, ndr).

Il vocoder però è presente in tutto il pezzo…
Britney mi ha fatto avere la traccia vocale pronta, io ho aggiunto giusto 10 secondi di vocoder verso la fine del brano per capire come funzionasse, gliel’ho mandata e il suo manager mi ha detto che Britney voleva lo stesso vocoder su tutta la canzone. Fa quasi da accompagnamento, ed è come se ci fossero 3 ragazze che cantano insieme.

Ora che è tornato sulle scene come ha trovato che sia cambiato il mondo della musica?
È cambiato molto. 30 anni fa si entrava in studio con gli artisti per lavorare alle canzoni. Adesso l’80% viene fatto attraverso Internet. Ad esempio per il pezzo con Kylie il mio co-produttore ha prodotto la voce a Londra, poi io ci ho messo mano a Los Angeles, l’ho mandato ai miei musicisti in Germania, e la base è stata finita da un’altra persona a Londra. I cantanti non si incontrano più come prima.

Per molti produttori lei è stato un maestro, ma ora che ha dovuto realizzare un disco nuovo ha preso in prestito qualche tecnica da altri?
Come tecnica elettronica sono al livello degli altri perché uso i loro stessi programmi, come Pro Tools, quello che devo imparare riguarda i suoni: è così difficile trovarne di nuovi se non hai gli ultimissimi sintetizzatori, perciò faccio dei demo con i suoni che ho, poi i miei musicisti trovano i sound più particolari. Quelli che si sentono all’inizio di Right Here, Right Now, ad esempio, sono stati abbastanza difficili da trovare anche per loro. Un mio amico produttore invece, Fernando Garibay, prende dei suoni, li lavora con quelli che ha già, li salva e così li tiene da parte, io invece non ho tempo di farlo… ma neanche voglia (ammette, ndr)

È vero che sta lavorando a un nuovo progetto con Kylie e Garibay?
Come fai a saperlo? (ride stupito, ndr). Garibay ha realizzato 4 pezzi, belli ma non troppo commerciali. Kylie mi ha chiesto se potessi scrivere qualcosa di sexy in italiano, e lo includerà nel progetto. Adesso stiamo pensando di rifare quel pezzo rendendolo più commerciale. Ma è un’idea, non c’è niente di sicuro.

C’è qualche altro artista con cui vorrebbe collaborare?
Lady Gaga mi ha chiesto di comporre qualcosa per il suo album, per ora non siamo riusciti a incontrarci ma appena torno in America vediamo se sarà possibile. Mi piacerebbe lavorare anche con Rihanna, che è una delle migliori secondo me. C’era qualcosa in cantiere con Lana Del Rey: ogni tanto mi chiama, poi scompare per 6 mesi, poi si fa viva di nuovo…

Dopo questo disco che cosa la aspetta?
Sto finendo le musiche per il videogame del film Disney Tron, sto parlando con un regista per un film piuttosto importante, e poi farò un musical sullo stile di Mamma mia con 6 o 7 pezzi miei e 10 o 15 che comporrò ex novo: sarà tutto basato sui DJ e sulla dance music.

Con tutto questo lavoro possiamo dire davvero che 74 Is The New 24 (come recita il primo singolo estratto da Déjà Vu).
Nessuno lo sa, ma in verità ho 25 anni, è il look che è da 74enne. Anzi, 75enne ormai.

 

Emanuele Corbo




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