Tutta la verità, nient’altro che la nuda, cruda e politicamente scorretta verità. Questo, su per giù, il simpatico motto che ha guidato le sei puntate di Step Back In Time, speciale show retrospettivo andato in onda ogni venerdì pomeriggio sulla piattaforma britannica BBC Sounds, dal 16 novembre al 21 dicembre ormai trascorsi. In ciascuno degli episodi settimanali previsti per il programma è intervenuto un personaggio famoso, chiamato a commentare senza peli sulla lingua e frasi di circostanza gli eventi mediatici più rilevanti e memorabili accaduti in un anno ben preciso della nostra era.
Fra le varie celebrità del Regno Unito che hanno speso piacevolmente parte del loro tempo con il conduttore dello show, Rylan Clark-Neal, ci sono state l’attrice comica Kathy Burke e le cantanti Sonia, Gabrielle e Sophie Ellis-Bextor, quest’ultima mamma da pochissimi giorni del quinto figlio, Mickey, avuto dal marito Richard Jones (bassista della band inglese The Feeling). Proprio a Sophie, ospite d’onore della seconda puntata trasmessa online il 23 novembre 2018, è toccato come anno prescelto da ricordare e su cui sparare a zero il 2001. Era dunque inevitabile che, tra vicende e fenomeni degni di nota quali la rimonta delle riviste per soli uomini, Britney Spears e Justin Timberlake in total denim agli American Music Awards e l’attacco terroristico dell’11 settembre, si finisse a parlare del grande impatto avuto nelle chart di mezzo mondo (e nella cultura pop) da una canzone che tutti conoscono, Can’t Get You Out Of My Head di Kylie Minogue. Non certo un caso, se si pensa che insistenti voci di corridoio vogliono la Bextor indirettamente legata a questo brano e prima potenziale interprete a cui si tentò di offrirlo all’epoca.
Quando proprio noi di PopSoap le accennammo la cosa, durante un’intervista a supporto del suo sesto album in studio, Familia, Sophie ci rispose giurando di aver ascoltato Head soltanto in radio, dopo la sua pubblicazione ufficiale, e di non aver mai ricevuto (né tanto meno bocciato) il demo del brano prima che venisse inciso da Kylie. Non abbiamo motivo di dubitare delle sue parole e della tenacia dimostrata nel ribadirle a chiunque altro, benché siano stati soprattutto gli autori e produttori del pezzo (Rob Davis e la penna d’oro del pop internazionale, Cathy Dennis) a rivelare in più occasioni che Sophie rappresenta l’artista originaria a cui la canzone fu spedita.
La questione annosa, in quanto tale, andava chiarita una volta per tutte: ecco perché, di recente, la diva dalla voce di velluto ha deciso di parlarne in maniera più dettagliata: ’’Sono venuta a conoscenza dei rumors che mi volevano scelta iniziale di Rob [Davis] e Cathy [Dennis] tramite amici, un paio di anni dopo l’uscita del singolo’’, ha dichiarato la Bextor ai microfoni di Step Back In Time, confessando di aver chiesto spiegazioni alla casa discografica con cui era sotto contratto, la Polydor Records, e di aver appreso da alcuni esecutivi che il pezzo era stato, in realtà, proposto al gruppo degli S Club 7, facenti parte della medesima label, e non a lei. ’’Non sono certa che mi abbiano riferito tutta la verità’’, ha poi precisato, ’’tendo a pensare che mi abbiano detto una bugia per non ammettere di aver rifiutato al posto mio quella che di lì a pochi mesi sarebbe divenuta una hit mondiale’’.
Una diffidenza, quella della cantante, giustificata da una versione dei fatti in netto contrasto con quanto sostenuto dal suo ex team, e a lei fornita da chi quel pezzo l’aveva creato. La Bexy ha infatti aggiunto di aver colto la palla al balzo, qualche anno più tardi, nel bel mezzo di una sessione in studio con Cathy Dennis, per l’album Make A Scene, ritrovandosi a parlare della canzone con l’autrice che, fra una pausa e l’altra, le ha fugato in via definitiva dubbi e incertezze: Can’t Get You Out Of My Head venne alla luce nell’autunno del 2000 e fu scritta pensando a Sophie, con cui Rob Davis aveva già collaborato in Groovejet (If This Ain’t Love) del DJ veneziano Spiller. Venne però respinta dalla direzione artistica della Polydor prima che la diretta destinataria potesse ascoltarla e valutarla da sé. Poco dopo, il demo sarebbe stato inoltrato a chi si occupava degli S Club 7, con esito altrettanto negativo, e al trio delle Atomic Kitten (quest’ultime sul punto di accaparrarsi la canzone ma bruciate sul tempo dalla Parlophone Records, a quei tempi etichetta della Minogue).
Sophie Ellis-Bextor: “Can’t Get You Out Of My Head aveva bisogno di Kylie Minogue”
Nonostante tutto, Sophie si è detta contenta del fatto che Can’t Get You Out Of My Head sia stata infine ceduta a Kylie, trovando in lei l’interprete ideale, capace di infondere la giusta dose di sensualità e spessore e valorizzare il brano mediante un immaginario futuristico e postmoderno che ha contribuito al suo successo planetario e lo ha reso iconico. ’’Non credo che il responso sarebbe stato così grandioso se a pubblicare [Head] fosse stato un altro artista. Quel pezzo aveva unicamente bisogno di Kylie, e la sorte ha fatto in modo che giungesse a lei’’, ha concluso la cantante.
Cara Sophie, quanto hai ragione!
Sophie e Kylie sullo stesso palco
Giacché siamo in tema, ricordiamo ai nostri affezionati lettori che la Bextor dividerà il palco proprio con Kylie la prossima estate, aprendo due dei nuovissimi concerti che la popstar australiana terrà nel Regno Unito, e in alcune città d’Europa, a sostegno di un rumoreggiato e sempre più probabile Greatest Hits celebrativo (per l’esattezza il 23 giugno, al Blenheim Palace in Oxfordshire, e il 12 luglio in occasione del Lytham Festival 2019). Greatest Hits in arrivo il 15 marzo anche per Sophie, The Song Diaries, una raccolta di ben 16 brani selezionati dal repertorio della disco diva e riarrangiati/ricantati in versione squisitamente orchestrale, già ordinabile su iTunes e su Pledge Music.