Venerdì 6 novembre è uscito Certi sogni si fanno attraverso un filo d’odio (Freak&Chic/Artist First), l’album d’esordio di Romina Falconi che contiene i 3 EP pubblicati in digitale nel corso del 2014 e 5 brani inediti, per un totale di 20 gioiellini di electro-pop made in Italy. Scritto e curato dalla stessa Romina insieme ai produttori Filippo Fornaciari aka The Long Tomorrow e Stefano Maggiore, il disco è il frutto di un percorso di vita e artistico tortuoso, in salita e di ricerca della verità a tutti i costi. Anche se scomoda, cruda e da far arrossire le donzelle per bene. La ragazza cresciuta a Torpignattara e passata attraverso il palco del Teatro Ariston, quelli mondiali del tour di Ramazzotti e quello televisivo di X Factor, finalmente scioglie la bionda chioma, apre le ali ed è pronta a spiccare il volo. Ma attenzione: sotto il mantello nasconde una mannaia.
PopSoap ha incontrato Romina Falconi alla vigilia dell’uscita dell’album, e la cantautrice romana ci ha presentato la sua creatura con molto entusiasmo e, soprattutto, senza censurare alcun pensiero.
Dopo anni di attesa sei riuscita a pubblicare il tuo primo disco. Come ti senti?
Sono felice e molto grata alle esperienze, ai no, a quei 4 gatti che all’inizio hanno creduto in me e mi hanno aiutata, a differenza di persone incontrate in passato che non sono state così visionarie e un po’ folli. Se fosse uscito qualche anno fa, questo disco non sarebbe stato come è ora.
Perché?
Col tempo ho capito che se non sei te stesso il messaggio non arriva mai. Magari poteva piacere la Romina più ‘delicatina’, ma secondo me bisogna tirare fuori un po’ di mannaia. In fondo è quello che c’è sotto, anche se tengo tanto al look e cerco di mostrarmi nel migliore dei modi. Sono stata sincera sin dalla copertina.
Hai definito questo disco come un diario, è fortemente autobiografico quindi?
Sono storie mie o di persone intorno a me. Molte sono autobiografiche, come Viva lei e Un filo d’odio che racconta la passione per un uomo con il quale erano più le volte che non andavo d’accordo, ma quando mi spogliava pensavo: “Che stavamo a di’?” e mi faceva dimenticare anche il mio nome. Lista nera invece è il risultato di tante serate con amici, donne e uomini, che hanno condiviso con me i ricordi delle loro relazioni in modo ironico.
C’è un pezzo in particolare che ti ha sorpreso per la sincerità con cui l’hai scritto?
Circe. In molti mi hanno chiesto se fossi trans e avessi il membro, perché nel brano canto: “Vuoi fottermi solo per sentirti virile, o forse in realtà ti piacerebbe il contrario, lo vuoi tutto intero o ti basta il pensiero?”, e io ho risposto che mi piacerebbe tanto, ho un’invidia del pene! Il mio sogno erotico più grande è usare lo strap-on ma con un etero, non con un gay.
Ce ne sono in giro, non preoccuparti.
Ma io non ne ho beccato manco uno! Però deve essere etero se no non c’è gusto (scoppia a ridere, ndr). Davvero ho molta invidia per il pene, amo essere femmina ma per un giorno vorrei giocare a fare l’uomo. Mi piace sentirmi fragile, essere quella che se poi si innamora prepara il dolce… ora non voglio fare come “Eh Luca?” (la storia di Cristina e Luca che sta spopolando sul web grazie alla pagina “Mentire di fronte alle spunte blu di Whatsapp”, ndr), però mi piace l’idea di prendermi cura dell’altra persona e che lui sia un gentiluomo in grado di proteggermi. Forse proprio perché nella vita sono tanto femmina, nelle canzoni mi permetto un linguaggio da uomo che in passato le case discografiche mi hanno censurato e che oggi penso sia il mio marchio di fabbrica.
Parlando di te invece dici di essere una persona “scampata ad una vita semplice”. Ritieni sia stato un vantaggio vivere determinate difficoltà?
Non è mai bello ritrovarsi nei casini, ma aiutano a crescere. Ho vissuto esperienze molto diverse tra loro: per esempio ho fatto tournée mondiali (come corista di Eros Ramazzotti, ndr) eppure da ragazzina non avevo una lira e la mia vita non è stata semplice, ma benedico questo caos totale. Proprio quelle spiacevoli sono state grandi lezioni che oggi mi hanno dato la spinta per parlare di argomenti difficili nelle canzoni, come il tema della droga. Secondo me dobbiamo vivere un po’ di buio senza scansarlo troppo, tanto prima o poi arriva.
L’album contiene i 3 EP pubblicati l’anno scorso, che tu avevi rispettivamente descritto come “Io sono”, “Io desidero”, “Io oso”. I 5 inediti che completano questo lavoro possono essere riassunti con un’altra formula? C’è un filo che li lega?
In realtà no, è come se spiegassi – se ancora ce ne fosse bisogno – chi sono senza possibilità di equivoci. Mi piace l’idea di questi 5 inediti tutti diversi tra loro. In Mantide scherzo molto sulle dinamiche di coppia; Playboy è unisex perché a chiunque è capitato almeno una volta di patire per una persona che ci ha usato come un oggetto; Il segreto non avrei mai voluto scriverlo e mi spezza il cuore ogni volta, parla del vuoto che rimane quando non vedi e non vivi più una persona, ma paradossalmente proprio quell’assenza te la fa vivere in misura maggiore. Anima è la persona che ognuno di noi si porta dentro, nel mio caso mia mamma che non è una madre tradizionale, ma piuttosto la mia migliore amica; infine c’è La tempesta perfetta, cantata a cappella, in cui per la prima volta sento che sta arrivando l’amore e ci voglio credere.
Rappresenta il tuo stato attuale?
Sì, mi piace sentirmi ‘infragolata’, è bellissimo e spero duri per molto tempo. È un po’ un augurio per quello che verrà, però la persona in questione mi sta già trasmettendo queste sensazioni, anche se non so ancora se lui l’ha capito. Sono molto pudìca in queste cose, sono come una bambina, magari ti dico ciao e dentro di me sono convinta di averti fatto capire che voglio due figli… Mi sento molto Bridget Jones in tal senso.
Playboy invece is the new Teorema di Marco Ferradini?
Mi piacerebbe, ma non sono degna! Ho sempre amato quella canzone in cui lui prima è il cattivo e poi in realtà è quello che è stato ferito. Ferradini parlava in generale della donna, io invece di una categoria precisa: colui che crede di poter fare di te ciò che vuole, e tu che lo ami decidi di lasciarti andare ma poi ci rimetti.
Nel titolo del disco c’è anche la parola ‘odio’. Che ruolo ha avuto nella tua vita e in questo album?
Il filo d’odio che intendo io è un pizzico di disprezzo e autocritica verso di sé. Io non mi sono mai andata bene, però penso che alla lunga mi abbia salvato essere cattiva con me stessa: se uno sta sempre lì a coccolarsi le ferite non impara molto, invece è importante ogni tanto guardarsi da fuori e, per esempio, chiedere scusa e ammettere di aver sbagliato. Sono una persona che chiede molto scusa e dice spesso grazie, sembro quasi una complessata, ma è perché ho capito che non si può dare nulla per scontato.
Non ha per forza un’accezione negativa quindi.
Esatto, l’odio è un sentimento che deve essere vivissimo dentro di noi altrimenti non avremo modo di crescere mai. Non si può vivere solo d’amore. Oggi non c’è una grande esaltazione dell’odio, sarà che più la società ha dei problemi più si tende ad alleggerire le cose nell’arte, invece è bello anche esporre un problema e ammettere che siamo umani. Quando, ad esempio, mi sono accorta che il mantra del “prossimo amore le paga per tutti” era condiviso da tanti altri, ho capito che non ero l’unica a pensare certe cose.
A tal proposito, canti spesso di storie d’amore non troppo fortunate. Pensi ci sia un certo compiacimento nel crogiolarsi nel proprio dolore?
Io non credo di essere in grado di rappresentare l’amore fine a se stesso, mi diverto di più a descrivere il problema perché accomuna tutti: quando siamo felici nessuno di noi pensa agli altri, invece mal comune mezzo gaudio, come si dice. Questa convinzione per cui se fai il cantante devi per forza parlare di cose positive secondo me non regge, perché nella vita facciamo esperienza anche di cose difficili o ci sentiamo molto goffi. Mi piace di più esaltare aspetti umani e io stessa mi sono sempre innamorata di persone un po’ ammaccate.
Questo diario, come lo chiami tu, mi sembra il perfetto manuale della ‘donnamerda’. So che sei molto attiva sul gruppo di Facebook e che in passato hai fatto pure l’investigatrice privata. Direi che tutto torna.
(Ride di gusto, ndr) Secondo me chiunque almeno una volta nella vita è stato donnamerda, tutti hanno dovuto abbassare la testa e farsi andare bene, controvoglia, alcuni aspetti discutibili di una relazione. Ora, nel gruppo c’è chi è recidivo, ma pure io lo sono stata: avevo una storia con un ragazzo che non oso immaginare che ricordi abbia di me… altro che “Eh Luca?”, Dart Fener con la parrucca bionda! Però poi ci ripenso e mi dico che evidentemente quella persona tirava fuori il lato rompicoglioni di me. E siccome ho paura di ricadute credo sia importante prendersi un po’ in giro e riderci su, anche perché se per amore hanno sofferto pure grandi eroine come Frida Kahlo chi sono io per non passarci? Capita a tutti, basta non risparmiarsi, perché le persone che soffrono così sono proprio quelle che non si risparmiano: molti dicono che queste soccombono perché non hanno stima di loro stesse, ma non è vero. Chi si butta a capofitto ha più cose da imparare.
In questo disco c’è un brano (Sotto il cielo di Roma, ndr) dedicato a un altro amore, la tua città. Riesci ancora a ritrovare la tua Roma nella fase di degrado che sta attraversando ora?
Adesso tutti vedono alcune cose perché sono venute in superficie, ma ci sono da una vita. Prendi ad esempio le baby prostitute: nel quartiere mio, quando ero adolescente, sai quante ragazze che facevano marchette capitava di vedere? Così come i problemi di gestione della città: tutti ora li notano di più ma è da tanto che la situazione è caotica.
Roma è bellissima, allo stesso tempo è molto triste vederla così, però mi riempie il cuore ogni volta che ci vado. È una parte di me che porto ovunque e che non voglio nascondere. Spesso chiedo a mia madre di avvisarmi in anticipo quando c’è la riunione di condominio perché voglio assistere: c’è la sora Maria che arriva coi bigodini e dice: “Io le scale te le pago co’ questa!” (indicando le parti basse, ndr) quell’altro che urla: “Io adesso do fuoco a tutto, i soldi non te li do!” si alza e se ne va, cose teatralissime… capisci perché pure io sono così teatrale? Io comunque sono fiera del mio quartiere, c’è un’umanità incredibile.
Parlando proprio di teatralità, sembri uscita direttamente dagli anni ’80 come look, come linguaggio, voglia di sperimentare musicalmente e visivamente attraverso i tuoi videoclip. Ti ritrovi in quel mondo? Chi sono le tue icone di riferimento?
Che meraviglia! Grazie per la domanda. Mi piace il trasformismo, amo Annie Lennox, Marilyn Monroe, Almodovar, Pasolini che descrive poeticamente qualcosa che poetico non lo è per niente. Stimo molto qualunque donna che canta di questi tempi perché è dura, specie ora che si dice che la donna vende meno, io però sono fiera di aver fatto una cosa di rottura. Se devo dire qualcosa di brutto lo faccio senza problemi, perché secondo me prima o poi dovrà accadere, come negli anni ’80 quando iniziavano ad esserci i primi testi osé. Come mai 30 anni fa cantavano pezzi come Kobra e io non posso scrivere che voglio lo strap-on? Che cosa mi manca? (ride, ndr).
Ci sarà un tour nel quale dare sfogo a questo trasformismo?
Lo stiamo organizzando, intanto sono molto emozionata e impaurita per i miei primi firmacopie.
Ma no…
Eh, non dire “Ma no”, perché io non so… che devo fa’ al firmacopie?
Se volete tranquillizzare di persona Romina Falconi e farle firmare la vostra copia del disco, potete trovarla oggi, sabato 7 novembre, alla Discoteca Laziale di Roma (ore 16:00 – via Mamiani, 62), l’11 novembre alla Mondadori di Milano (ore 18:00 – via Marghera, 28), il 14 novembre alla Mondadori di Bologna (ore 16:00 – via Massimo D’Azeglio 34/a), il 28 novembre alla Mondadori di Torino (ore 16:00 – via Monte Di Pietà, 2).
Questa la tracklist di Certi sogni si fanno attraverso un filo d’odio: Mantide, Anima, Il mio prossimo amore, Stupida pazza, Viva lei, Maniaca, Eyeliner feat. Immanuel Casto, Circe, Mi trovi qui, Lista nera, Sotto il cielo di Roma, Mister No, Se perdo un amico, Hai vinto tu, Playboy, Il segreto, Certi sogni si fanno, Attraverso, Un filo d’odio, La tempesta perfetta (ghost track).
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