Roberto Procaccini

Roberto Procaccini: «E ora in tour con Carmen Consoli»

Roberto Procaccini è un compositore, arrangiatore e produttore romano, classe 1971. Formatosi all’Università della musica di Roma, nel 1995 è andato oltreoceano per frequentare il Berklee College of Music di Boston diplomandosi Summa cum Laude in Contemporary Writing and Production. Innumerevoli i progetti a cui si è dedicato, dalle musiche di scena di spettacoli teatrali, a colonne sonore di film e cortometraggi. In Italia ha inoltre lavorato in diverse vesti (arrangiatore, produttore, autore, tastierista) per artisti come The Niro, Patty Pravo, Zero Assoluto, Marco Mengoni, Marina Rei, Syria. Recentemente lo abbiamo visto tra i musicisti dell’ultimo tour di Carmen Consoli. PopSoap ha intervistato Roberto Procaccini per farsi raccontare l’avventura on the road con la Cantantessa e per cercare di delineare il ritratto di un vero professionista della musica.

Sei impegnato su diversi fronti, ma ce n’è uno che ti dà più soddisfazione degli altri magari perché richiede più sacrifici e tempo?
Ho sempre cercato di intendere la mia attività musicale a 360 gradi, addentrandomi in un settore piuttosto che in un altro a seconda del momento e dell’ispirazione. Ho studiato pianoforte sin da bambino, ho prediletto studi di composizione e arrangiamento in età adulta, ho aperto uno studio di registrazione e negli ultimi anni mi sono ritrovato a suonare su palchi piccoli e immensi di tutta Italia. Tutti aspetti di una medesima passione che richiede costanza, dedizione e abnegazione.

Quando hai capito che avresti potuto fare della tua passione un lavoro che ti desse da vivere?
Non l’ho ancora capito! Scherzo, ma in realtà ho impostato il mio approccio sin da subito come se la mia passione dovesse coincidere con il mio lavoro, e l’ho quindi sempre intesa ‘seriamente’. Il supporto della famiglia è stato fondamentale per il mio percorso di studi e formazione, e per affacciarmi alle prime esperienze professionali. Poi, appena finita la Berklee nel 1997, Claudio Mattone mi volle a lavorare con sé come arrangiatore presso la sua Easy Records. Da lì in poi il mio viaggio è cominciato.

Che cosa ti hanno dato gli States che non hai trovato in Italia?
Per un italiano è un po’ doloroso da ammettere, ma negli States la musica occupa una parte importante della formazione culturale generica delle persone, molto di più che qui in Italia. Ciò comporta un approccio diretto alla materia – penso ai ragazzi che sin dal liceo scelgono uno strumento e si ritrovano a suonare in big band scolastiche – e ovviamente uno sviluppo diverso della ‘professione’ musica, più strutturata ed inserita in un contesto produttivo (da quello discografico a quello televisivo o cinematografico), che diventa solido e ben delineato. Sicuramente più competitivo, ma molto più stabilizzato.

Roberto Procaccini producer
Roberto Procaccini al lavoro in studio

Come si lavora lì per un professionista della musica? Ci sono più spazi e opportunità rispetto alla tua Roma?
Assolutamente sì, e ciò è dettato da un mercato musicale molto più vasto e articolato. Ovviamente non è affatto facile emergere e imporsi, ma proprio per questo motivo lì nascono quegli standard qualitativi che sono da sempre un punto di riferimento per i musicisti di tutto il mondo, a ogni livello.

Da dov’è nato il desiderio di produrre giovani talenti, come The Niro (tra le ‘Nuove Proposte’ di Sanremo 2014, ndr)? Che tipo di esperienza è stata?
L’esigenza è nata dall’amore per la sua musica, così diversa e originale, e dalla consapevolezza di avere di fronte un vero e proprio talento. Io e Gianluca Vaccaro (mio amico, socio e compagno di tante avventure) abbiamo cominciato a lavorare con Davide senza nemmeno pensarci su un secondo in modo totalmente spontaneo e naturale. Era il 2006, e da allora abbiamo fatto un cammino meraviglioso, sia umanamente che artisticamente. Abbiamo pubblicato tre dischi per Universal, ottenendo prestigiosi riconoscimenti sia in Italia che all’estero; abbiamo fatto tanti concerti e suonato su palchi importanti, da quello del SXSW di Austin nel 2010 a quello del Primo Maggio di Roma e Taranto, da quello del Fonda Theatre di Los Angeles a quello di Sanremo nel 2014. Insomma, un bel viaggio.

Nel 2011 hai dato vita al progetto electro-pop Midinette, vuoi dirci qualcosa in merito e come è stato accolto?
È un progetto di cui vado molto fiero, nato dalla collaborazione con Valerio Faggioni e il regista Andrea Giacomini. È una sorta di collettivo musicale basato su atmosfere vintage con una grande ricerca sonora, il cui connubio con le immagini è essenziale. All’inizio abbiamo scritto brani con la cantante francese Isabelle Seleskovitch, e poi abbiamo proseguito con Sara Lazzaro. Il video di “Je Sais Pas”, nostro primo singolo, ha vinto il Roma Videoclip Festival; la regia è di Andrea, per cui abbiamo poi realizzato le musiche del suo corto “More Than Words” vincitore dell’AFI Film Festival di Los Angeles e dello Yokohama Future City di Yokohama. In seguito abbiamo scritto brani per colonne sonore di alcuni film italiani tra cui “Nottetempo” di Francesco Prisco.

Hai da poco concluso la prima parte del tour di Carmen Consoli, come vi siete incontrati?
Con Carmen ci conosciamo da diversi anni tramite amicizie comuni, ma professionalmente parlando ci siamo incontrati per la prima volta ad ottobre dello scorso anno durante la lavorazione de “L’abitudine di tornare”, il suo ultimo disco. Ho avuto l’opportunità di portare un po’ del mio mondo sonoro sui suoi brani, e a lei è piaciuto molto. Mi ha chiesto poi di seguirla nel tour: ne sono stato ovviamente felice e onorato.

Che spettacolo è, dal punto di vista musicale, quello che proponete sul palco? Qual è stato il tuo apporto alla realizzazione globale?
È uno spettacolo intenso, con un imprinting molto rock, che riassume la carriera di Carmen attraverso i suoi successi e i brani più rappresentativi, uniti ad una selezione di brani dell’ultimo disco da cui il tour prende il nome. C’è un grande impatto sonoro e visivo. Essendo il sound molto chitarristico, il mio è prevalentemente un ruolo di supporto e rinforzo, incentrato sulla ricerca dei giusti colori e definizioni sonore, anche se ci sono poi ovviamente i momenti in cui il mio lavoro è più presente e delineato.

Roberto Procaccini
Roberto Procaccini in tour con Carmen Consoli

Tra i tanti artisti con cui hai lavorato c’è anche Patty Pravo. Come la descriveresti? Tanti mettono l’accento sul suo essere molto magnetica.
Patty è unica, irripetibile, una vera diva e un’artista con la A maiuscola. Ho avuto il piacere di scrivere un brano per lei diverso tempo fa, ma poi le strade si sono divise. Due anni fa ho avuto l’occasione di tornare a lavorare con lei accompagnandola al piano e alle tastiere; abbiamo fatto molti concerti, sia in Italia che all’estero. Mi ha fatto crescere molto professionalmente, le devo tanto e le sono grato.

Ci sembra di capire che non ti fermi mai, hai già in mente nuovi progetti a cui lavorerai a breve? Se sì puoi dirci di che cosa si tratta?
La mia prima vocazione è la composizione, e da sempre scrivo musica per teatro e cinema. Non appena si esaurirà la prima parte del tour di Carmen mi chiuderò in studio per realizzare le musiche de “La linea del Pasubio” di Matteo Raffaelli, e spero che altri progetti ancora in forse vedano la luce.

 

Emanuele Corbo




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