Bleona Qereti

Bleona: «Voglio duettare con un artista italiano»




Bleona Qereti, in arte Bleona, è una popstar di origine albanese che dal 2011 ha trovato una seconda casa negli USA, dove ha collezionato collaborazioni con produttori di primo piano (Timbaland e Darkchild solo per citarne un paio). Con una carriera iniziata a 5 anni e proseguita con 8 dischi di inediti, oltre un milione e mezzo di copie vendute e una fitta attività live con concerti sold out in ogni angolo del pianeta, l’artista è finalmente arrivata in Italia per presentare il suo ultimo singolo Take You Over.

Bleona Take You Over
Bleona, cover del singolo “Take You Over”

Lo scorso 11 febbraio, in pieno Festival di Sanremo, Bleona si è esibita con uno showcase a Casa Sanremo Lounge, dove è stata anche giudice di un DJ contest. PopSoap l’ha incontrata in un lussuoso albergo della città ligure, dove la cantante si è raccontata in un perfetto italiano e ha rivelato alcune interessanti novità che riguardano proprio il suo lancio nel nostro Paese.

Questa non è la tua prima volta in Italia, conosci il Festival di Sanremo?
Io sono cresciuta con la musica italiana e con Sanremo, perché le prime canzoni che sono arrivate in Albania dopo il periodo isolazionista del Comunismo sono state quelle italiane. Mi sono quindi avvicinata a Laura Pausini, Giorgia, Tiziano Ferro e la loro musica mi piaceva così tanto che per sapere cosa dicessero ho imparato l’italiano. A modo mio, certo (ride, ndr). Ora che sono qui è un sogno.

Negli ultimi tempi stai promuovendo il tuo ultimo singolo Take You Over, prodotto da Roccstar. Da quando sei arrivata in America hai lavorato con lui e con altri grandi produttori. Che cosa hanno aggiunto alla tua musica?
Ho registrato tante canzoni in inglese con Roccstar, Timbaland e Fuego tra gli altri, ma quel che conta è avere una musica che ti rappresenta al meglio. Take You Over in questo senso è perfetta perché ha un testo e uno spirito ribelle, un beat americano ma anche una melodia europea. Il video è stato diretto da Dennis Leupold che ha già lavorato per J.Lo e Rihanna, e il direttore della fotografia è Jeffrey Kelly.

Come si sono accorti di te questi produttori?
Quando sono andata in America pensavo che se qualche grande nome mi avesse aiutata sarei diventata qualcuno, ma loro non possono fare nulla se non sei te stesso e non ti dai una mano da solo. Ho aspettato un anno perché Timbaland mi desse la prima canzone, poi ho portato in tour con me il suo DJ e i rapper che lavorano con lui, siamo andati in Albania, Macedonia, Kosovo, abbiamo fatto un concerto anche a Milano e in Germania, e quando hanno visto tanta gente ai miei show le cose sono cambiate: tornata in America Timbaland mi ha dato 3 canzoni, poi ho girato un reality show – Euros of Hollywood – che mi ha dato la giusta visibilità negli States. Al mio rientro mi aspetta un nuovo singolo che stiamo preparando e 4 film, tra cui uno con Nicolas Cage.

Quante cose che fai!
Sì, ma non è successo tutto all’improvviso, ho lavorato sodo negli ultimi 5 anni senza che accadesse nulla di straordinario, e ora sto raccogliendo i frutti.

Questa sera giudicherai un DJ contest, ma c’è un DJ con cui vorresti collaborare?
Calvin Harris, per me è bravissimo e le sue canzoni hanno melodie interessanti che lo rendono diverso da tutti gli altri.

Lo hai già contattato?
Bisogna prima costruirsi un percorso, non è questione di contattare: questo è lo sbaglio di tutti gli Europei che hanno successo in patria e vanno in America pensando che qualcuno li aiuti. Devono vedere quello che hai costruito con le tue forze e poi saranno loro a decidere di fare musica con te, perché si rendono conto che hai successo al di fuori del loro mercato e può interessare anche a loro “espandersi” là dove tu hai successo.

Bleona Qereti interview
Bleona

Recentemente sei stata giudice nella versione albanese di X Factor. Che tipo di coach sei?
In tutta la mia vita ho ricevuto molti no, ma ho sempre trovato un modo e una strada per fare quello che volevo io. Ai miei ragazzi ho dato tutta l’esperienza che ho accumulato in America. Non sono stata troppo dura con loro, perché sono dell’idea che non sia giusto abbattere una persona. Io ero lì per dargli stima e forza, e spingerli a continuare a inseguire i propri sogni.

Buona sì, ma sempre realista…
Sì certo, non è una professione per chiunque e non basta solo la voce. Oggi, al tempo di Internet, se alle persone non piaci non vogliono neanche ascoltare la tua musica, invece se riesci a diventare un brand puoi vendere di tutto, anche la musica. Devi riuscire a spiccare.

Sei diventata un’icona gay non solo per la tua immagine ma anche per la tua musica. Come ti senti a ricoprire questo “ruolo”?
Io supporto la comunità gay perché Dio ci ha dato la vita e ognuno deve essere libero di fare quello che vuole. Soprattutto in America tutti i cantanti pop hanno un seguito gay che esige molto e ha degli standard qualitativi alti; ottenerne l’approvazione è una sfida, ma io amo le sfide! Quando sono andata al White Party del 2013 nessuno aveva mai sentito il mio nome. Ho corso un rischio perché potevano anche mandarmi al diavolo, invece il concerto ha avuto successo. In seguito ho partecipato al Las Vegas Pride come artista di punta e sono tornata al White Party del 2014 perché il promotore, che ora è mio amico, mi ha chiamato dicendo che la gente mi reclamava a gran voce. Da allora la comunità gay è diventata parte del mio fan base in America, e sono molto fortunata: potrei farti grandi nomi della musica che non godono del loro supporto.

C’è un nuovo album in vista?
L’album è pronto, e siccome Take You Over in Italia è stata apprezzata forse ci sarà un duetto con un artista italiano, così imparerò anche meglio la lingua (ride, ndr). Probabilmente inizieremo con un tour nelle discoteche.

Davvero farai un duetto con un cantante italiano?
Abbiamo un’idea su chi vogliamo, ovviamente deve essere qualcuno che stia bene con il mio tipo di musica.

 

Emanuele Corbo




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