Ylenia Lucisano: «Nel mio disco canto il piacere di vivere nell’ attesa»

Dallo scorso 15 aprile è disponibile Piccolo universo, disco d’esordio di Ylenia Lucisano (Bollettino Edizioni Musicali/Artist First). Dieci tracce di pop raffinato con venature folk e collaborazioni di rilievo: da Pacifico e Daniele Ronda, entrambi autori di un testo, a quella con la pianista Giulia Mazzoni. Tra le esperienze più recenti della giovane artista, la partecipazione nel 2013 al prestigioso Concerto di Natale a Roma insieme a grandi artisti come Patti Smith e Dolores O’Riordan. A gennaio 2014 iTunes la inserisce nella rosa degli otto artisti emergenti da tenere d’occhio. Abbiamo incontrato Ylenia per farci svelare i segreti del suo album.

Che cosa c’è nel tuo “piccolo universo”?
Un sacco di sentimenti contrastanti. Spesso la dicotomia tra sogno e realtà impedisce di affrontare il proprio mondo interiore; Piccolo universo è invece un invito a liberarsi di tutti questi schemi e a fare i conti con la propria interiorità, sinonimo di verità e di autenticità.

L’album dà il titolo anche al primo singolo, scritto da Pacifico. Com’è nata questa collaborazione?
Gli ho fatto ascoltare dei brani in fase di pre-produzione per avere un suo parere. Si è affezionato subito al lavoro che stavamo realizzando e su una mia melodia ha deciso di scrivere Piccolo universo. Prima ha voluto conoscere la mia identità artistica e quello che intendevo comunicare al pubblico: è come se l’avessi scritto io per quanto mi rappresenta.

Come mai la scelta di inserire brani in dialetto calabrese, tua terra d’origine?
Non è stata una scelta studiata a tavolino. Ripensando alla mia infanzia e al mio percorso artistico mi sono venuti in mente alcuni modi di dire della mia terra (Movt movt, A mot e luna, Jett ‘u sal) e non avrebbero avuto senso se li avessi pronunciati in italiano. Avrei perso in autenticità.

Riscoprirmi, scritta da Daniele Ronda, affronta in maniera delicata il tema dell’autoerotismo: da dove è nata l’idea e perché pensi sia ancora un tabù parlarne?
È un tema che gli artisti emergenti difficilmente affrontano. Io con grande piacere ho accettato questo brano che parla di una questione molto importante per le donne presentandola non come qualcosa di carnale ed esteriore, ma in termini di riscoperta di se stesse e della propria anima.

Nel brano infatti canti «amare me stessa resta l’unica vera occasione per riscoprirmi»: vivere il proprio corpo anche sotto questo aspetto è quindi un modo per avere una maggiore consapevolezza di sè?
Si, è un atto di libertà, probabilmente è uno di quei pochi segreti che le donne vogliono ancora tenere intatto. È un modo per ascoltare il proprio corpo.

Nel disco c’è spazio per il pop, il folk e accenni di elettronica. C’è una strada musicale che vorresti approfondire in futuro e chi sono i tuoi punti di riferimento?
Sicuramente mi piacerebbe approfondire il folk, ma sempre contaminandolo con il pop. Amo molto anche il genere cantautorale, e vorrei continuare a percorrere questa strada: i miei maestri sono cantautori italiani come Tenco e De Gregori.

Un album che invita al coraggio (Movt Movt) e alla fiducia nel prossimo (Piccolo universo): sono questi e quali altri i messaggi che vorresti passassero con la tua musica?
La fiducia preceduta dall’attesa è il filo conduttore del disco. L’attesa è sinonimo di fiducia perché chi aspetta qualcosa è ottimista che prima o poi arriverà. Il mio messaggio quindi è di non arrendersi e vivere ogni attimo con fiducia.

Ci saranno appuntamenti live in estate?
Ci saranno dei concerti durante i quali saremo in tre sul palco: voce, percussioni e chitarra classica. L’11 luglio mi esibirò al Ravello Festival, in provincia di Salerno. Da maggio invece inizieremo le prime date promozionali a partire dalla Toscana, ma sui miei social network presto troverete tutte le date.

Emanuele Corbo

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