La dance catartica di Lorde in ‘Green Light’




Dacché l’uomo ha scoperto il potere ricreativo (e terapeutico) della musica, la danza ha sempre rappresentato il modo migliore per comunicare ciò che il suono suscita nell’animo. In alcune culture, queste due arti simboleggiano la forma più primitiva di congiunzione con la divinità (pensiamo ad esempio ai riti misterici della civiltà greca e romana). Altre volte, più semplicemente, danza e musica diventano piacevole rifugio dai malumori della vita, persino catarsi, specie quando si rimane scottati da una delusione amorosa e si cerca di allontanare la negatività provocata da quest’ultima. Qualcosa del genere deve aver pensato anche la piccola stella del pop alternativo Lorde, ormai ventenne, quando si è cimentata nella scrittura del brano Green Light, primo singolo estratto dal secondo album Melodrama e pubblicato su iTunes e piattaforme digitali affini lo scorso venerdì 3 marzo.

Lorde, cover del singolo “Green Light” e dell’album “Melodrama”

Green Light nasce circa un anno fa in un piccolo appartamento di New York, centro operativo del produttore e chitarrista Jack Antonoff, con cui la cantante neozelandese ha composto il pezzo e lavorato all’intero disco (atteso a giugno) per ben diciotto mesi. ’’La canzone parla della fine di una storia, e non è qualcosa di cui scrivo abitualmente. Mi è servito parecchio tempo prima di decidere in che modo approcciare l’argomento: si trattava del mio primo vero strazio sentimentale’’. Così Lorde ha spiegato ai microfoni del programma radiofonico inglese Beats 1 il processo creativo che ha guidato la gestazione del brano, ponendo tuttavia l’accento sul non voler cadere nel banale, vista la delicatezza del tema affrontato. Ecco perché Green Light non suona come la solita, struggente uptempo condita di lacrime sulla pista da ballo, bensì come uno sfogo liberatorio, sia fisico che spirituale, nei confronti del proprio ex (e della sua nuova, ignara amante).

La scelta di dare inizio alla canzone con toni bisbigliati ma aggressivi è volutamente ingannevole (’’I do my makeup in somebody else’s car We order different drinks at the same bars I know about what you did and I wanna scream the truth She thinks you love the beach, you’re such a damn liar’’). A giudicare dalle prime note, sembrerebbe di trovarsi ad ascoltare l’ennesima ballata spoglia, sprizzante pathos e livore, dedicata al compagno ormai perso, finché non subentra l’imprevisto: un cambio di ritmo (e di vocalità) repentino, che trasforma il brano in una traccia dance, con la complicità di un giro di piano incalzante, degno dei successi più acclamati della techno/house anni ’90 (’’But I hear sounds in my mind, brand new sounds in my mind’’). Di qui, a prendere corpo e anima è un crescendo sempre più elevato di suoni e melodie, cadenzato da una cassa dritta che porta la base a sfociare in un ritornello euforico, misto di gioia e tormento, con un botta e risposta tra voce singola e corale (’’Cause, honey, I’ll come get my things, but I can’t let go / I’m waiting for it, that green light, I want it’’). Ma non è tutto: a sprigionare il picco dell’energia insita nel pezzo ci pensa infine un breakdown strumentale, esaltato dal grido di una chitarra elettrica, percussioni rimbombanti e sintetizzatori che si espandono e ritraggono a più riprese, di pari passo con l’inciso (I’m waiting for it, that green light, I want it), ripetuto a oltranza per invocare l’agognata redenzione dalle pene del cuore.

Le immagini che accompagnano il video girato da Grant Singer per Green Light esprimono in modo altrettanto impeccabile il messaggio racchiuso nella canzone, con una Lorde in cerca di svago e sollievo che balla sul tetto della macchina del proprio autista, passeggia alticcia per le strade della metropoli ascoltando musica da un iPod, in piena notte, e si scatena in discoteca nell’attesa di quella metaforica ’’luce verde’’ che le permetta di sfrecciare via esorcizzando rabbia e sofferenza interiore causate da un amore finito da poco e restìo a dissolversi.

Con un debutto alla #100 nella classifica statunitense dei singoli, basato sul conteggio delle notevoli vendite e degli streaming rilevati a distanza di mezza giornata dalla release (caso eccezionale se pensiamo che, di norma, la procedura consiste nel computo delle copie acquistate e degli ascolti avvenuti su Spotify nell’arco dei sette giorni successivi all’uscita di un brano), Green Light è inesorabilmente destinata a scalare la Top 10 di Billboard proprio alla fine di questa settimana. Lorde presenterà inoltre il pezzo, in esclusiva mondiale, durante la prossima puntata del Saturday Night Live, in onda sabato 11 marzo.

Green Light è disponibile su tutti gli store digitali via Universal Music.

Francesco Cappellano




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