Dopo avervi svelato aneddoti e retroscena legati ad alcuni dei pezzi scartati da Britney Spears quando quest’ultima era alle prese con la registrazione di In The Zone, diamo seguito al nostro longform suddiviso in puntate (qui per recuperare il primo episodio) parlandovi del materiale bocciato dalla Jive Records durante l’era più travagliata e controversa della superstar: quella di Blackout, il quinto album in studio che ancora oggi mette d’accordo critica e fanbase nell’essere considerato la fatica discografica più innovativa e riuscita di Britney (alla quale venne peraltro affidata la supervisione esecutiva dell’intero LP, a dispetto dell’appurata instabilità psicofisica di cui, a quei tempi, la cantante era spesso vittima sia in pubblico che in privato).
Afterglow / State Of Grace
Ben consapevole dell’ottimo responso ricevuto con la sensualissima Breathe On Me, singolo mancato dall’album precedente, nel 2006 Britney Spears ricontatta (all’insegna del motto ’squadra vincente non si cambia’) il trio responsabile della nascita di un simile capolavoro, composto da Steve Anderson (storico produttore e direttore musicale di Kylie Minogue) e dai suoi fedelissimi collaboratori Lisa Greene e Steve Lee, ma l’esito della nuova collaborazione, stavolta, sarà infelice. Come nel 2003, alla popstar vengono spedite alcune canzoni prodotte da Steve: tra queste, State Of Grace e la moroderiana Afterglow. Una terza, la ballata elettronica Grow, nasce invece dalla partecipazione attiva della Spears in studio di registrazione con Lisa, mentre le due improvvisano parole e melodie su una base musicale arrangiata da Anderson. Afterglow sarà scartata a priori dalla Jive, poiché ritenuta una sorta di sorella minore di Breathe On Me, ma nel 2008 sarà pubblicata proprio dagli autori sotto lo pseudonimo ’Couture featuring Rachelle’ (secondo nome della Greene), trovando posto nel quinto volume della compilation dance Afterhours, edita dall’etichetta indipendente Global Underground.
Anche State Of Grace e Grow resteranno fuori da Blackout, sebbene entrambe vengano incise da Britney, ma mentre la seconda giacerà per sempre negli uffici della Jive/Zomba, la prima sarà ceduta da Steve al cantante francese Christophe Willem. Due le versioni da lui registrate: un adattamento in lingua, dal titolo Entre Nous Et Le Sol, per l’album Caféine del 2009 (estratto come quarto singolo dal disco) e l’originale in inglese, per l’album Heartbox (2010), destinato al mercato internazionale.
Like A Drug
L’estate 2006 è appena esplosa quando la Zomba/Jive riceve un’email dalla Danimarca: il mittente è ancora una volta Mich Hedin Hansen, in arte Cutfather (quello di Pulse), e in allegato al messaggio c’è la demo di un brano electro pop, cupo e ammaliante, modellato da Hansen e dal suo novello protégé Jonas Jeberg a immagine e somiglianza di pietre miliari dei primi anni ’80 come Fade To Grey dei Visage. La canzone si intitola Like A Drug, e nel solo mese di luglio è stata spedita già un paio di volte al dipartimento A&R della Parlophone, per Kylie Minogue. Contrariamente a quanto accaduto tre anni prima con Toxic, quest’ultima tarda a rispondere, mentre la Jive, se da una parte si dimostra più tempestiva e puntuale, dall’altra boccia Like A Drug spiegando di sentire il pezzo molto più adatto alla vocalità della cantante australiana. Come svelato in seguito da Cutfather al magazine danese Gaffa, la replica del management di Britney viene da lui subito e scaltramente rigirata all’ancora taciturno team di Kylie, ed è proprio così che il produttore sarà ricontattato, a distanza di qualche giorno, e la canzone diverrà parte di X nel novembre del 2007. Tra le perle di quest’album, il decimo in studio per la Minogue, amatissimo dai fans malgrado le recensioni negative della critica, comparirà anche un brano la cui base musicale (ancora priva di testo e melodia) era stata inizialmente inviata alla Jive dagli svedesi Bloodshy and Avant, come parte di un cospicuo numero di demo da valutare per Blackout. Respinta poiché un po’ troppo simile (si scoprirà dopo) a Freakshow, la traccia sarà affidata all’estro creativo della topliner britannica Karen Poole (autrice/amica di Kylie dal 2003) nel momento in cui Christian e Pontus saranno approcciati dai discografici della Parlophone per lavorare con la loro artista di punta. La maliziosa canzone scritta dalla Poole appositamente per la Venere tascabile, sulla strumentale in origine proposta per Britney, si chiamerà Nu-Di-Ty.
Impossible / Happily Never After
A fine 2006, Shaffer Chimere Smith, meglio noto come Ne-Yo, viene contattato dalla Jive per scrivere dei brani per Britney: gli viene spiegato cosa Britney non vuole cantare e quali temi bisogna evitare (primo fra tutti il divorzio dal ballerino Kevin Federline) e a quel punto il cantautore si dedica con zelo e costanza alla stesura dei testi, agli arrangiamenti e alla produzione, insieme al collega Shea Taylor. Ma ogni volta che una sessione in studio viene prenotata, la Spears non si presenta. A febbraio del 2007 accade poi il fattaccio che ormai tutti conoscono: al culmine di una condizione di stress psicofisico causato dalle controversie legali con l’ex marito circa la custodia dei due figli, nonché dalla snervante pressione mediatica di cui è bersaglio prediletto, Britney fugge dalla clinica di riabilitazione dov’è in cura da un solo giorno, dà di matto e si rasa completamente la testa in un salone di bellezza di Los Angeles, per poi prendere a ombrellate l’auto di un paparazzo qualche sera dopo, nei pressi della sua villa: il crollo è appena cominciato, la Spears necessita urgentemente di terapie disintossicanti e di una riabilitazione ben più lunga del previsto. Nel frattempo, chiunque abbia proposto del materiale per lei rimane in attesa, e Shaffer è uno dei tanti. Così, quando le speranze di essere ricontattato dal team della popstar si affievoliscono, alcune delle canzoni create per la Spears vengono da lui elargite ad altri artisti: il brano Impossible, concepito come il simbolo della potenziale rivalsa di Britney, viene pubblicato nel 2008 da Tiffany Evans, celebre per aver preso parte qualche anno prima al talent show Star Search. Tuttavia, ascoltando sia la versione demo cantata da Ne-Yo sia quella finale di Tiffany, ci rendiamo conto che il pezzo, dal testo senza dubbio nobilitante, scopiazza impunemente Hollaback Girl di Gwen Stefani.
Per un’altra canzone originariamente destinata a Britney, Happily Never After, le dinamiche si riveleranno più contorte: provinata dai Backstreet Boys per l’album Unbreakable (2007), sarà sottratta alla band e offerta a Nicole Scherzinger, forse vista da Shaffer come un’opzione più conveniente e redditizia, e incisa da quest’ultima per l’album da solista (poi cestinato) Her Name Is Nicole. Rimandato il progetto parallelo a tempi migliori, la versione di Happily Never After interpretata dalla Scherzinger, usata perfino come colonna sonora per una toccante scena del telefilm Gossip Girl, andrà a finire in Doll Domination (2008), secondo e ultimo LP in studio delle Pussycat Dolls, il gruppo di cui Nicole è (stata) leader indiscussa.
When I Grow Up
Le interazioni fra Britney e le tante, troppe componenti delle Pussycat Dolls non si limitano a Happily Never After. Un’altra canzone proposta per quello che in seguito diventerà Blackout è When I Grow Up, prodotta da Rodney Jerkins (altrimenti noto come Darkchild) e scritta dal duo Rock City. Sebbene il ritmo della base, complice il campione da He’s Always There (1966) dei The Yardbirds, suoni incalzante e in linea con la direzione urban pop seguita per il disco in fieri, le strofe della prima demo inoltrata alla Jive sono talmente penose (’I would dress up like Madonna / Would even try singin’ like Cyndi Lauper / I would pretend I was a superstar / I never thought me being me will get me that far’) da lambire il limite del ridicolo e spingere la casa discografica a scagliare il pezzo via dalla finestra nel giro di un solo ascolto. Dopo una più che doverosa riscrittura del testo, anche questo brano sarà ceduto a Nicole Scherzinger, alle prese con il progetto da solista (mai decollato) del 2007, per poi uscire ufficialmente a maggio dell’anno successivo come primo singolo da Doll Domination delle Pussycat Dolls (leggasi ’riciclato nel disco della band con a capo sempre e in ogni caso Nicole’).
Piccola curiosità: Britney sarà approcciata dalle ragazze per filmare un fugace cameo nel videoclip della canzone, diretto da Joseph Kahn, ma i pochissimi fotogrammi in cui la Spears apparirà in auto, bloccata come tanti altri nel traffico urbano di un’assolata Hollywood Boulevard in quel di Los Angeles, saranno tagliati dal montaggio finale per ragioni ancora oggi avvolte nel mistero.
Umbrella
Terius The-Dream Nash è uno degli autori musicali più quotati in campo mainstream. Deve la sua fortuna a un brano interpretato da Rihanna, Umbrella, noto a tutti come la hit che ha elevato la diva barbadiana al rango di superstar. Eppure, avreste mai pensato che questa canzone fosse in realtà nata pensando a Britney? Accade tutto verso le fine del 2006, quando l’accanimento mediatico nei confronti della neomamma Spears comincia ad inasprirsi al punto tale da mettere in discussione anche la sua condotta genitoriale: è allora che Terius ha una sorta di ispirazione fulminea e scrive Umbrella su un giro di batteria (rubacchiato dal software GarageBand) fornitogli dal produttore/collega Christopher ’Tricky’ Stewart, immaginando Britney nell’atto di cantarla ai propri pargoli, come fosse una ninna nanna rassicurante in cui la metafora dell’ombrello simboleggia la protezione materna (ironico se pensiamo che, qualche mese dopo, la popstar avrebbe usato l’accessorio per ben altri scopi). Con questa premessa, la versione demo del pezzo viene ascoltata dall’A&R della Jive, senza tuttavia colpirlo più di tanto. Rispedita così al mittente, per Umbrella ha inizio un lungo peregrinaggio discografico al fin di trovare una seconda casa: Taio Cruz, all’epoca membro della RedZone Entertainment di Tricky Stewart, provinerà (invano) la canzone per l’album di debutto Departure, ma nel contempo saranno approcciati altri interpreti, da Mary J. Blige a Kelly Rowland delle Destiny’s Child, passando addirittura per Akon e Nelly Furtado.
Proprio mentre la Blige attende di valutare il brano per l’ottavo disco Growing Pains, dalla Def Jam Recordings viene avanzato il nome di Rihanna: grazie alla tenacia del suo team e a conversazioni persuasive intercorse durante la cerimonia dei Grammy Awards 2007 tra lei e The-Dream, la giovane RiRi riesce infine ad assicurarsi Umbrella, che il 29 marzo di quell’anno uscirà come primo estratto dall’album della consacrazione artistica Good Girl Gone Bad, con un featuring di JAY-Z, e permetterà a Nash di guadagnare circa 15 milioni di dollari dalle vendite del singolo. Thank you, Britney.
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