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La crisi di luglio: da domani l’EP d’esordio “In netta ripresa”

Andrea Podestani Daniele Ardenghi, 30enni bresciani, hanno fatto il loro esordio quest’estate con il brano Vacanze a Rimini, uno spaccato delle vacanze in riviera con “la Gazza e il cappuccino”, ma con l’ombra di un ricordo drammatico quale la strage di Bologna che ha colpito l’Italia 35 anni fa, proprio quando molti erano in spiaggia. Domani verrà pubblicato su etichetta Warner il primo EP del duo cresciuto a pane a Blur, Oasis e Smiths intitolato In netta ripresa6 tracce pop di puro divertimento, tra voglia di libertà ed evasione e racconti nati sulle rive del lago di Garda che – talvolta – offrono anche qualche spunto di riflessione, senza mai risultare pesanti. A PopSoap Daniele Ardenghi ha presentato l’opera prima de La crisi di luglio.

La crisi di luglio EP
La crisi di luglio, cover dell’EP “In netta ripresa”

Perché il nome La crisi di luglio per il vostro duo?
È venuto fuori per caso. Nel luglio di un paio di anni fa Andrea ha aperto Wikipedia e in prima pagina c’era un articolo sulla crisi di luglio, un periodo storico antecedente la prima guerra mondiale. Il nome ci è piaciuto subito, ha un bel suono e così lo abbiamo adottato.

‘Crisi’ è la parola più gettonata degli ultimi anni eppure etimologicamente non ha un significato negativo, dato che in greco indica la separazione, il giudizio. Per voi che cos’è la crisi in senso lato? Può essere un momento in cui ci si ferma e si compiono delle scelte, quindi anche un’occasione di miglioramento?
Chi di noi nella vita di tutti i giorni non ha piccole crisi? Chi non si interroga mai e va sempre dritto non è umano, entrare in crisi è sinonimo di avere coscienza di sé. Le preoccupazioni fanno parte della vita di qualsiasi 30enne, chi non ha mai paura non è reale. A dire il vero quando abbiamo scelto il nome della band non abbiamo fatto questi ragionamenti, è stato tutto molto più semplice.

Sembrate giocare molto con le parole: vi chiamate La crisi di luglio ma il vostro EP si intitola In netta ripresa. È un contrasto voluto? A quale ripresa fate riferimento?
Con questo progetto siamo alla prima esperienza di scrittura in italiano, personalmente ho sempre pensato fosse difficile realizzare una canzone nella nostra lingua, invece ho scoperto che è un vero piacere giocare con le parole.
Il titolo è in netto contrasto con il nostro nome, così come il video di Vacanze a Rimini ambientato sulla neve lo è con il testo del singolo. Ultimamente si parla, a livello globale, di una ripresa dalla crisi economica: non sono un esperto di economia, però è bello che ci sia un messaggio positivo. La ripresa è proprio questo: mettere la marcia quando si ha un momento di sbandamento e andare oltre. Ed è ancora più bello dell’andare a 100 all’ora, perché riprendi a camminare.

Da dov’è nata l’idea di mischiare in Vacanze a Rimini i luoghi comuni legati alla bella stagione a spunti di riflessione come la strage di Bologna?
Il singolo unisce i ricordi delle nostre estati in riviera da bambini e adolescenti appassionati di calcio che leggevano la Gazzetta, stavano in spiaggia e guardavano i ragazzi più grandi che andavano in discoteca, a una serie di eventi che sono successi proprio in quella stagione. Alcuni dei fatti più drammatici della storia d’Italia sono capitati nel periodo estivo, piombando nella vita degli Italiani quando loro erano in vacanza. Ma non c’è nessun giudizio o discorso politico: siamo semplicemente persone cresciute con dei momenti di spensieratezza a cui si sono giustapposti fatti molto più grandi di noi, e spesso neanche li capivamo perché eravamo piccoli.

La riviera torna anche in un altro brano dell’EP, Buongiorno Morea. Che cosa vi affascina tanto di quella realtà?
Buongiorno Morea è una canzone che nasce da un sentimento, quello della voglia di libertà, e tra le immagini di libertà che vengono citate nel testo c’è la discoteca sulla riviera, che è uno dei lati belli della vita perché viene associata alla vacanza, al mare… Non per forza è da intendersi come riviera romagnola, c’è anche quella ligure, quella del lago di Garda: l’Italia è piena di riviere.

Elicottero invece sembra criticare chi non agisce e resta sempre nel proprio orticello, è così?
Può sembrare una critica verso i ‘bamboccioni’, ma non lo è. Nelle nostre canzoni non c’è mai un giudizio. È la descrizione di quella sensazione per cui ogni tanto ci si trova a osservare la vita senza esserne protagonisti, perché semplicemente si è stanchi di stare nella mischia e si decide di star fermi e vedere quello che succede fuori. Ovviamente non può essere un atteggiamento costante, sono momenti che coincidono con una crisi o con la necessità di prendersi del tempo per sé.

Le vostre canzoni non sono quasi mai scritte a quattro mani, perché? Che cosa differenzia la scrittura dell’uno da quella dell’altro?
Andrea è un musicista bravissimo, io sono più rudimentale; lui lavora in modo molto meticoloso alle canzoni, io scrivo più di getto. Spesso portiamo avanti le nostre idee autonomamente, poi in studio le arricchiamo con una chitarra o una voce. Credo che il momento creativo sia ‘sacro’, è come se fossi sposato con la canzone che stai scrivendo, per questo non vuoi che un altro la sposi con te. E poi questo provoca uno spirito di sana competizione che ci ha portato a realizzare brani che secondo noi sono particolarmente belli, pop e orecchiabili. Vacanze a Rimini invece è stata scritta insieme e, chissà, magari in futuro potrebbe esserci una maggiore collaborazione sui pezzi.

Il vostro modo di scrivere ricorda per certi versi i primi 883 per la semplicità, l’efficacia e il riferimento a realtà tangibili come quella della provincia. Che cosa vi dà in più quest’ultima rispetto a un tipo di scrittura più astratto?
Tutto era partito dall’idea di fare un disco incentrato su Brescia e provincia, perché pensavamo che il modo per raccontare qualcosa di vero fosse descrivere ciò che vedevamo uscendo fisicamente di casa. La casa discografica, che ci contattò dopo aver sentito Benaco, ci chiese di provare a scrivere qualcosa che avesse lo stesso sentimento ma che fosse meno legato alla realtà locale. Quello che ne è venuto fuori è stato una scrittura ugualmente basata sul reale. La provincia è fonte di verità, scrivere qualcosa di astratto non fa per me ora, e neanche ne ho voglia… e poi rischierei di diventare palloso.

State pensando a un tour o a quale potrebbe essere il secondo singolo?
Non so nulla, sono alla finestra come in Elicottero (ride, ndr), ma qualsiasi cosa ci sarà da fare la affronteremo con lo stesso spirito che ci ha animato fino ad ora. Per il prossimo singolo spero in Buongiorno Morea, che penso sia la canzone più bella, sono orgoglioso di averla scritta. Sarebbe anche il momento giusto per farla uscire: si sta per tornare sui banchi di scuola ma c’è ancora voglia di estate.

 

Emanuele Corbo

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