Stento a crederci mentre mi accingo a scriverlo, eppure è vero: il 27 settembre di dieci anni fa Get Outta My Way di Kylie Minogue usciva sugli store digitali e si manifestava sotto forma di CD e picture disc da 7 pollici, nei negozi di musica, come secondo singolo tratto da Aphrodite, il disco nominato a furor di popolo l’opus magnum della cantante australiana.
Una canzone pop perfetta
Quanti di noi si sono innamorati di questo brano al primo ascolto? Ci bastò ascoltarne un estratto dal megamix che Kylie presentò allo Splash Bar di New York, poco prima di pubblicare il suo undicesimo album in studio, per capire che Get Outta My Way aveva qualcosa di speciale. La canzone è perfetta nella sua struttura, comprende tutto ciò che un pezzo dance/pop deve includere per essere definito tale. Anzi, all’epoca suonava perfino unica nel suo genere, distinta da un doppio ritornello che nel 2010 rappresentava un vero e proprio miracolo a causa del predominio che l’EDM stava pian piano acquisendo in ambito mainstream, con tracce in cui l’esplosione del più tradizionale refrain era sostituita dai beatdrop tipici dei DJ set del Tomorrowland e di altri Festival all’aperto.
Get Outta My Way viene scritta e prodotta senza pensare ad un’interprete precisa, ma solo con la voglia di creare qualcosa di accattivante, radiofonico e allo stesso tempo audace. Ad un occhio più attento il testo del brano appare ricco di ambiguità lessicali, astutamente celate in espressioni a doppio senso: a parlare è una donna intenzionata a concedersi una notte di trasgressione dinnanzi allo sguardo del proprio compagno, ormai smorto e tedioso, abbandonandosi tra le braccia di un perfetto sconosciuto per il puro gusto di stuzzicare la gelosia (o il compiacimento?) dello zombie in cui si è tramutato il suo partner. Basti pensare alle ipotesi di voyeurismo e triolagnia alimentate dal verso ’You see me with him and it’s turning you on’, che può significare ’Mi vedi insieme a lui e la cosa ti fa arrabbiare’ oppure ’ti eccita’ se si tiene conto della duplice accezione del verbo to turn on. Per non parlare della frase ’Too many times now you’ve been coming up short’, usata anche per alludere alle défaillance degli uomini tra le lenzuola. Insomma, Get Outta My Way è la canzone ideale per le main pop girls dell’epoca.
La genesi di Get Outta My Way
Come accaduto tante altre volte, è la futura base musicale del pezzo a vedere per prima la luce, creata nel 2009 da un team di produttori danesi formato da Mich Hedin Hansen (meglio noto come Cutfather), Peter Wallevik e Daniel Heløy Davidsen. La strumentale viene inviata ad alcuni autori americani come la cantante Wynter Gordon, che abbozzerà un provino ma non soddisferà appieno le aspettative del trio. La topline più adatta a vestire quella base emetterà il suo primo vagito in uno studio di Los Angeles, quando Cutfather, Peter e Daniel si riuniranno con altri due parolieri e compositori: l’ex rapper Lucas Secon (venuto alla ribalta negli anni ’90 grazie brano With The Lid Off) e Daniel Sharpe, la cui penna ha già contribuito a singoli di successo come Love Don’t Cost A Thing di Jennifer Lopez e Paid My Dues/Why’d You Lie To Me di Anastacia.
Una volta incisa la demo di Get Outta My Way, ha inizio quella prassi comune nel mondo discografico, detta shopping around, che consiste nell’inviare un brano a più label e sperare che qualcuno richiami. In questo caso, tuttavia, l’intenzione dei produttori è quella di offrire la canzone a delle artiste ben precise, aventi contratto con delle major. Cinque sono le interpreti scelte: Britney Spears, Little Boots, Alexandra Burke, Pixie Lott e, non ultima, Kylie. Tutte e 5 le popstar faranno sapere di mostrare un certo interesse per il pezzo attraverso il proprio entourage, ma a battere le colleghe sul tempo (per via dei mesi che le etichette spesso attendono prima di organizzare un incontro in studio) sarà la Minogue, che registrerà Get Outta My Way a febbraio del 2010 e destinerà la traccia all’album Aphrodite.
La versione originaria finalmente online
Sei anni fa, quando ebbi modo di entrare in contatto con Peter Wallevik, il produttore danese si dimostrò subito disponibile a condividere il famoso provino che nel 2009 fu inoltrato alle cinque candidate prescelte come potenziali interpreti di Get Outta My Way. Oggi, in occasione del decennale che il singolo ha compiuto, lo stesso Peter mi ha autorizzato a caricare online un’altra sorpresa per la comunità dei Lovers, ovvero la versione originaria del pezzo incisa da Kylie prima che Stuart Price divenisse supervisore esecutivo di Aphrodite!
La demo ha un’intro differente, costituita da un tappeto di archi sintetici, è distinta da un mixing che dà più risalto ai bassi e alla chitarra e, soprattutto, include cori e bisbigli assenti nella versione finale, oltre ad un breakdown inedito in cui la voce robotizzata di Kylie pronuncia la frase ’Don’t forget just what keeps a woman’ poco prima del bridge:
Una promozione ormai obsoleta
Dopo un timido debutto alla #48, Get Outta My Way raggiungerà il suo picco nella chart dei singoli in Regno Unito alla #12, mentre conquisterà la vetta della classifica basata puramente sulle copie fisiche vendendo 5,408 CD e 1,661 vinili nella sua prima settimana. Sarà Kylie in persona a lamentarsi del destino infausto subìto dalla canzone, segno di un cambiamento in atto sul fronte del marketing, quando darà libero sfogo al suo malumore tra le pagine del Perth Now, dichiarando di essere stanca dell’intollerabile distanza temporale tra debutto in radio e uscita sul mercato dei suoi ultimi singoli e di volersi adeguare alla più moderna strategia dell’on sale/on radio seguita da chi gestisce le colleghe Britney e Lady Gaga.
10 anni di Get Outta my Way, 10 anni di perfezione dance/pop allo stato puro!