Deve la popolarità televisiva alla prima edizione di X Factor, ma il successo e la svolta professionale sono arrivati da poco, dopo quasi 20 anni di ininterrotto lavoro nel mondo della musica. Emanuele Dabbono, cantautore e polistrumentista genovese classe 1977, 4 album, un tour americano e 2 libri alle spalle, ha ritrovato nuova vita da quando Tiziano Ferro, sua vecchia conoscenza in tempi non sospetti, lo ha messo sotto contratto come autore. Il trionfo di Incanto, hit di Ferro del 2015 scritta a quattro mani con Dabbono, gli ha permesso di collaborare anche per Il mestiere della vita, l’ultimo album dell’artista di Latina con il quale ha firmato Valore assoluto, Lento/Veloce e il nuovo singolo Il conforto, il pezzo più trasmesso attualmente dalle radio italiane. A PopSoap Emanuele Dabbono ha parlato della sua seconda vita artistica, che ci piace pensare fosse stata profetizzata nel suo singolo del 2008 Ci troveranno qui: ‘Se qualcuno chiederà di noi ci troveranno in una radio accesa’.
Partiamo subito dal tuo rapporto con Tiziano Ferro: lavorate insieme dal 2014, ma le vostre strade si erano incrociate già molto tempo prima, e nel mezzo – a farvi ritrovare – c’è un X Factor in cui lui scrisse per Giusy Ferreri e in giuria Mara Maionchi, che è stata per entrambi una persona importante nella fase iniziale dei vostri percorsi.
Sì. Io e Tiziano anche se lavoriamo insieme solo da 4, ci conosciamo da vent’anni. Mara e Alberto Salerno sono stati importanti per la mia crescita. Mi hanno insegnato il valore della pazienza e dell’identità musicale. Poco importa se durante la loro produzione non ho sfondato. Ho imparato molto musicalmente parlando, anche lavorando con Michele Canova.
Incanto ha rafforzato il vostro legame lavorativo. Trattandosi di un brano musicalmente diverso dai classici di Tiziano, quale pensi sia stato l’ingrediente che ha fatto funzionare questa canzone?
Entrambi amiamo la musica irlandese. Il rischio di proporre un brano acustico folk in 3/4 con violino, armonica e spazzole alla batteria era alto. Forse l’ingrediente è stato proprio quello: credere alla follia. Il testo aveva quella scintilla da flusso di coscienza preciso. La gente l’ha scelta. La amavamo e la amiamo ancora.
Attualmente sei l’unico autore sotto contratto con lui: senti il peso di questa responsabilità? Non hai mai paura del famigerato blocco dello scrittore? Se ti è già capitato come lo hai superato?
Non credo all’ispirazione. Credo al contatto umano e al continuo lavoro da artigiano in bottega. Allo scavare dentro di sé cercando di recuperare dal pozzo di chi ero lo stupore bambino. Scrivo parole ovunque. Sul retro degli scontrini, sui cartoni della pizza. Praticamente ho la vita appesa alle note del telefono.
La vostra collaborazione vi porta a scrivere anche per altri artisti, e sappiamo tutti quanto Tiziano abbia a cuore i giovani talenti (Baby K e Giordana Angi lo dimostrano): ci sono già progetti in questo senso o avete messo gli occhi su qualcuno?
Lui è il mio editore. Detiene il mio repertorio. Se ci sarà occasione, ne sarò felicissimo.
Roberto Casalino, altro autore che spesso ha lavorato con Ferro, ha scritto vere e proprie hit per molti interpreti di rilievo e da qualche anno è puntualmente presente a Sanremo in veste di autore: escludendo grandi nomi come Elisa e Niccolò Fabi, per i quali so scriveresti molto volentieri, ci sono ‘big’ di nuova generazione per i quali vorresti provare a firmare canzoni?
Roberto Casalino è un monumento autorale della canzone italiana. Detto questo, ed esclusi Fabi ed Elisa, mi piacerebbe scrivere per esempio per Giorgia e Gianna Nannini.
Attualmente sei in radio con Il conforto, uno dei 3 brani dell’ultimo album di Tiziano a cui hai partecipato. Come ci avete lavorato? C’è stata un’idea in particolare, una suggestione o un confronto che avete avuto e da cui siete partiti per svilupparla?
Il conforto non era nata come un duetto, l’ha resa Tiziano così proponendola a Carmen. Credo il risultato sia nelle orecchie di tutti. C’è un substrato profondo nel testo che sembra in molti siano riusciti a cogliere. A me è sembrata subito una di quelle canzoni che appartengono a tutti, perché parlano della gente, la toccano.
Personalmente vedremmo molto bene come singolo estivo Lento/Veloce: non pensi che suonerebbe bene a San Siro come brano rappresentativo della tournée negli stadi?
Quel brano mi ha sempre provocato gioia. Credo potrebbe avere una bella vita in radio, e dal vivo l’inciso trascinerà gli spalti!
Parallelamente porti avanti anche la tua carriera come solista: ci sono novità su questo fronte? Che cosa dobbiamo aspettarci dopo un tour in America e dischi pubblicati sotto pseudonimo?
Il mio prossimo disco sarà acustico, spoglio, scarno. Sono nato chitarra acustica e voce. Vorrei questo capitolo scendesse in profondità senza dover strizzare l’occhio a nessuno che non sia la mia anima più pura. Si chiamerà Totem.
Hai anche un terzo libro nel cassetto da pubblicare?
Per gioco ho scritto alcuni soggetti, ma adesso è ancora prematuro parlarne…
Pensi che il percorso al fianco di Tiziano possa aiutarti a puntare un riflettore in più sui tuoi progetti solisti?
Sarebbe fantastico, ma non mi faccio illusioni. Sono e sarò sempre grato a Tiziano per avermi “riscoperto”. Questo mi basta. La mia strada è più piccina, ma ha il suo bel panorama. Se qualcuno dei suoi fan vorrà bussare alla mia porta troverà sempre aperto.