‘Zitta’, nuovo singolo e video per Maru contro le discriminazioni di genere

Giusto in tempo per chiudere le celebrazioni del Pride arriva Zitta, il nuovo singolo di Maru, secondo estratto dal disco in uscita a settembre per Bravo Dischi. Una canzone potente, che rompe le barriere di genere, sia sessuale che musicale.

Maru, cover del singolo ‘Zitta’

Prodotta, registrata e mixata da Fabio Grande, Zitta si muove tra i territori dell’elettronica pop e della dance, con spunti che lasciano pensare ai lavori più recenti di Lorde, ma anche alla svedese Robyn. L’uso dei sintetizzatori distorti e violenti, combinati con un beat electro, danno vita a un clash sonoro spiazzante che fa da vestito perfetto a un testo tanto esplicito quanto intimo. Ancora una volta, infatti, Maru sceglie di fotografare momenti veri e pezzi di quotidianità di chiunque si identifichi nel vasto mondo LGBTQ+, partendo dalla sua esperienza personale per denunciare il fatto che, nonostante il dibattito su questo tema si sia evoluto, esista ancora un gap enorme, colmo di pregiudizi e discriminazioni. Per descrivere il contenuto più profondo della canzone, Maru prende in prestito i versi di Andrea Gibson, poetessa americana la cui scrittura è dichiaratamente militante nelle file del movimento LGBTQ: “Ci vogliono più muscoli a restare che ad andarsene”. Proprio come ci vogliono più muscoli a star zitt* che a esplodere. Con Zitta Maru ci mette la faccia e la voce, come prima e più di prima.

Chi è Maru

Maru, al secolo Maria Barucco, è nata a Siracusa e vive a Bologna. Scrive canzoni dal 2012 e ha alle spalle un disco self-titled. L’album successivo, uscito a novembre 2018 per Bravo Dischi, si intitola Zero Glitter ed è un invito ad accettarsi e dichiararsi per quello che si è, senza tanti giri di parole. L’album è stato prodotto da Fabio Grande (Maria Antonietta, Germanò, Colombre, Joe Victor, Mai Stato Altrove) presso la Sala Tre de Gli Artigiani Studio ed è stato masterizzato da Giovanni Versari. Condivide il palco con artisti come Motta, Ex Otago, Maria Antonietta, Colapesce e altri.

Foto di copertina: Martina Loiola

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