Tra due settimane scopriremo il trionfatore dell’ottava edizione di X Factor, ma i primi vincitori ci sono già. Sono Cecco e Cipo, all’anagrafe Simone Ceccanti e Fabio Cipollini. I due giovani cantautori di Empoli si sono presentati ai casting del talent show di Sky Uno riscuotendo un enorme successo con il brano Vacca boia. Eliminati da Morgan nella fase dei bootcamp sono diventati protagonisti di un piccolo caso mediatico: oltre 1 milione di visualizzazioni su Youtube per il video dell’audizione, il loro primo disco Roba da maiali (Labella, 2011) è entrato in top 10 su iTunes, le copie fisiche sono andate esaurite e si è resa necessaria una ristampa. A PopSoap Cipo ha presentato Lo gnomo e lo gnu (Labella, 2014), il secondo disco del duo prodotto da Matteo Guasti; dieci tracce che si rifanno alla canzone d’autore italiana più fresca e scanzonata. Con un chiodo fisso: il maiale.
Siete felici, a posteriori, di non essere stati presi a X Factor visto che quest’anno i gruppi stanno andando malissimo?
Sì, sapevamo che non era il nostro ambiente e ci saremmo trovati in difficoltà perché non siamo in grado di fare cover. Per noi è andata molto meglio così vista la risposta che c’è stata dopo l’eliminazione, e adesso possiamo fare quello che desideravamo: suonare in giro il più possibile.
Musicalmente vi muovete su territori indie, perché avete tentato il grande salto nel mainstream con X Factor?
Ci siamo presentati lì molto scherzosamente, senza pretese, non era nemmeno nostra intenzione riuscire a proseguire con i provini (ride, ndr). Veniamo dalla scena indipendente e abbiamo sfruttato questa occasione come una vetrina per farci conoscere da un pubblico maggiore, e ha funzionato.
Subito dopo la messa in onda dei casting si parlava solo di voi, che cosa pensate sia piaciuto tanto?
A X Factor si presentano pochi cantautori, quindi già il fatto che abbiamo portato un pezzo nostro ci ha fatti risaltare in confronto agli altri. Poi la canzone è piaciuta e i due sketch che si sono creati sul palco hanno fatto ridere il pubblico. Credo che siamo rimasti più simpatici che bravi.
Com’è nata Vacca Boia, la canzone più discussa degli ultimi mesi?
Fa parte del nostro primo album del 2011. Volevamo raccontare una storia d’amore diversa dalle solite, tra un uomo e un animale, e scherzando è venuta fuori la vacca. È nata così, molto a caso. E comunque c’è anche un fondo di poetica!
Ora invece è uscito l’album Lo gnomo e lo gnu, perché questo titolo?
Si tratta di un disco molto diverso dal primo anche come suoni e arrangiamenti, è più fiabesco e surreale. I due protagonisti si muovono all’interno di una foresta e da qui prende il via il racconto di tutto l’album.
Qual è il filo rosso che lega le canzoni?
Il primo era un concept album sul maiale, immagine che viene ripresa anche in questo lavoro: non ce l’abbiamo fatta ad abbandonarla anche perché il maiale è il nostro simbolo ancora oggi. Sono tutte storielline che parlano di quel che abbiamo intorno, non c’è un vero filo conduttore se non la società che ci circonda vista con occhi più infantili.
In questo disco c’è un brano che si intitola Hanno fatto un monumento al grasso, che cosa vi ossessiona e vi piace tanto del mondo suino? Vi fate portatori dello slogan “grasso è bello”?
In realtà la questione del maiale è nata per scherzo. Tutto è partito da una foto, che è la cover del disco precedente, in seguito è arrivato il titolo (Roba da maiali, ndr) e poi è diventato il nostro simbolo. Anche in questo secondo album si ricorre in alcuni casi al maiale, come in Hanno fatto un monumento al grasso: è il pezzo più dance e nel quale si inneggia al grasso, perché comunque il grasso è importante e grasso è bello (afferma con disarmante serietà, ndr).
E ora che ne sarà di Cecco e Cipo?
Ci sono arrivate tantissime proposte, e bisogna valutare bene quali accettare perché alcune sono troppo grandi per noi. Ci stiamo muovendo soprattutto a livello di live, organizzando il calendario per tutto il 2015 e poi vedremo di fare un altro album, in primavera forse.
Foto di copertina: Giovanni Coniglio
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