Nikki W: «Le canzonette non fanno per me»

Con l’inizio del nuovo anno tornano i focus di PopSoap dedicati agli artisti presenti nella One More Compilation Vol.1, la release nata dalla partnership tra l’etichetta indipendente One More Lab e Fame Magazine UK, nota rivista musicale con sede nel Regno Unito. Dopo avervi presentato Nina abbiamo scelto di intervistare Nikki W, artista canadese di soli 16 anni che ha debuttato nel luglio 2014 con l’EP Sad Generation, contenente anche il singolo Transparent Hands che apre la One More Compilation Vol.1Il mini album è stato prodotto da Gavin Brown che ha lavorato – tra gli altri – con Lady Gaga e con i Metric. PopSoap la giovane cantante ha parlato delle difficoltà di essere adolescenti e di quel che proprio non sopporta in certa musica pop: “A volte è troppo superficiale”, ci ha detto.

Il tuo EP si chiama Sad Generation, perché un titolo così forte?
Ho scelto Sad Generation come titolo perché siamo una generazione triste, ansiosa. Essere adolescenti è difficile, e penso che i problemi che attraversiamo vengano spesso trascurati e non presi sul serio. So, per esperienza personale, come si sentono queste persone e non è una bella sensazione. Dal bullismo, al soddisfare le aspettative dei genitori, ad affrontare la follia del mondo adulto. So anche che troppi bambini prendono antidepressivi, alcuni parlano di suicidio, altri si procurano ferite, e troppi appassiscono senza stimoli ogni giorno. Con questa canzone, la mia intenzione non era quella di essere una moralizzatrice, o quella di spingere le persone a pensarla come me. Ci sono un sacco di ragazzi felici, ma credo che sia importante far capire a chi invece sta male che anche quello va bene. Si tratta di una generazione triste e non stiamo affrontando molto bene questo disagio.

Il titolo è una semplice fotografia di quel che vedi dall’esterno o anche tu ti senti parte di questo malessere diffuso?
Entrambi. A volte sono parte del malessere e qualche volta canto di tutto questo dall’esterno. Penso sempre moltissimo e questo a volte diventa davvero troppo per me. Ma sono fortunata perché ho la musica che mi aiuta ad esprimere i miei sentimenti.

Nel brano Superman canti: “Non sono Superman”. Ti sei mai sentita sotto pressione per delle aspettative troppo alte da parte degli altri?
Superman parla di una persona che ho amato, ma che, finché non ho lasciato perdere, non riuscivo mai a soddisfare. All’inizio ero ferita e stavo male, poi ho cominciato ad impazzire. Ricevo ogni giorno pressioni dalla mia famiglia e dagli amici, ma penso che sia importante ascoltare se stessi. Fate del vostro meglio ed impegnatevi in quello che vi piace fare, cercate di tenere fuori le volontà degli altri.

Finalmente in Don’t Take Me Home ritroviamo la leggerezza e la spensieratezza di una 16enne: che cosa ti piace fare nel tempo libero quando non sei in studio di registrazione?
Nel mio tempo libero sono una ragazza normale. Mi ritrovo con i miei amici, esco, vado a fare shopping. La cosa che preferisco fare però è leggere e mi piace cercare abiti vintage davvero cool. Anche il mio giradischi è molto utilizzato.

Com’è nata Transparent Hands? Ho letto che inizialmente era una poesia.
Sì, era una poesia prima. La maggior parte delle mie canzoni nascono così. Mi metto a suonare la chitarra o mi siedo al pianoforte e una canzone arriva da qualche parte. Non sono il tipo che si siede e pensa: “Oggi scrivo una canzone”. Transparent Hands parla di una relazione che era malsana e piena di confusione, ma era la mia prima esperienza con l’amore.

Hai definito la tua musica “pop with cuts, tattoos and honesty”. Che cosa intendi?
Non fraintendetemi, io amo molto la musica pop. Nel complesso, si tratta di vera arte. Ma troppi testi sono una sorta di “caramelle” per le orecchie, canzoncine. Per esempio, a volte il ritmo è più importante del contenuto. Cerco di scrivere i miei testi su cose reali che i ragazzi stanno vivendo veramente. Sono troppo cupi? Sì, a volte, ma spesso  la vita di un adolescente è così. Cerco di andare al di là dei sentimenti superficiali che tutti vedono, fino a dove ci sono tagli, lividi e tatuaggi.

Hai dichiarato di voler portare un po’ di profondità nella musica pop. Pensi che attualmente ci sia troppa superficialità in questo genere?
A volte, ma ci sono anche alcune canzoni incredibilmente profonde e significative. Non ho mai contato, ma c’è un buon 50% di brani importanti ed un 50% di brani divertenti. Io non critico il pop commerciale. In realtà, spesso è fantastico – tranne le canzoni che odio (ride, ndr) -. Sto solo cercando di scrivere canzoni che rivelino qualcosa di me e che siano per me significative. È un po’ come analizzare i miei sentimenti e sperare che i miei brani creino quel filo conduttore capace di comunicare qualcosa agli altri. Penso anche che la musica pop sia rappresentata oggi dal rap, che non è considerato come il genere migliore da ascoltare, ma queste persone hanno un grande talento e non è assolutamente una brutta cosa sapere scrivere grandi hit pop.

Photo Credit: Ufficio Stampa
Photo Credit: Ufficio Stampa

Di seguito l’intervista in inglese, a beneficio dei fan internazionali di Nikki W:

Your EP is called Sad Generation, why did you choose this strong title?
I chose Sad Generation as the title because we are a sad, anxious generation. Being a teenager is hard, and I think that the troubles we go through are often overlooked and not taken seriously. I know from experience what some of these people are feeling, and its not a good feeling. From bullying to meeting parent’s and peer expectations to the insanity of the adult world. I know way too many kids that are on anti-depressants, some are talking about suicide, some are cutting themselves and too many just get blasted every day. My intention was never to be preachy with this song, or to shove my ideas down other peoples throat. There are a lot of happy kids out there too, but I think its important to let the people who feel bad about themselves know that it’s ok. It is a sad generation and we are not coping with it very well.

Is the title a simple picture of what you see from the outside or do you feel also part of this malaise?
Both. Sometimes I am part of the sadness and sometimes I am just standing outside and singing about it. My brain is always running wild and sometimes it just gets too much for me. But I’m lucky I have music to be able to express my feelings.

In the track Superman you sing: “I’m not Superman”. Have you ever felt pressured by too high expectations from others?
Superman was about a certain person who I loved but, until I gave up trying, that I could never seem to please. At first I was hurt, then I just got mad. Everyday I feel pressure from my family and friends, but I think it’s important that you just listen to yourself. Do your best at what you love to do and just try to block out everyone else.

In Don’t Take Me Home Tonight we find the lightness and lightheartedness of a 16 year old: what do you like doing in your spare time when you’re not in the recording studio?
I’m pretty normal in what I like to do outside of music. I hangout with my friends, go on dates, and go clothing shopping. My favourite thing to do is to read though, and to try and find really cool vintage clothing. My turntable is also well used.

Where Transparent Hands came from? I read that initially was a poem.
Yes, it was a poem first. Most of my songs are that way. I sit down to play on my guitar or on the piano and a song arrives from somewhere. I kind of never just sit down and say: “Today I’m gonna write a song”. Transparent Hands was about a relationship that was messy and full of confusion, but it was my first experience with love.

You have defined your music “pop with cuts, tattoos and honesty”. What do you mean?
Don’t get me wrong, I love lots of pop music. Overall, it is high art. But, too much the lyrics are sort of ear candy – like the rhyme is more important than the content. I try to make my songs about real stuff that teens are experiencing. Is it too dark? Yeah, sometimes but so is a teen’s life sometimes. I try to go beneath the surface feelings, down to where there are cuts and bruises and tattoos.

You indicated that you want to bring a little depth in pop music. Do you think that now there is too much superficiality in this genre?
Sometimes, but there are also some amazingly deep and meaningful songs. I have never counted but it feels like 50/50 maybe. I’m not critical of the commercial pop. In fact, I think it is often great – except the songs I hate -. I am just trying to write songs that are revealing and meaningful to me. It is kinda how I process my own feelings and I hope my songs catch a common thread and are meaningful to others. I also think that pop music gets this bad rap, or isn’t considered cool to listen to, but these people are extremely talented and it’s not a bad thing to write great pop songs.

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Maggiori informazioni sulla compilation sono disponibili sulla pagina della One More Lab

 

 

 

Emanuele Corbo




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