Lo aspettavamo da quella prima settimana di aprile del 2003, tristemente nota alle cronache per via di un comunicato in cui se ne annunciava il ritiro dalle emittenti televisive in segno di rispetto nei confronti dei soldati mandati a combattere la guerra in Iraq e delle loro famiglie. Oggi, dopo un’attesa durata 20 anni, ci siamo.
Madonna e la Warner Records hanno finalmente pubblicato il video originale del brano American Life, primo singolo tratto dall’omonimo album in studio della cantante, considerato tutt’oggi dalla critica l’opera più politica e introspettiva della Regina del pop e additato come causa di una frattura momentanea tra la Ciccone e gli States, per via dei suoi temi e toni poco patriottici, oltre che di un vero e proprio boicottaggio da parte delle radio d’oltreoceano.
Restaurato in 4K e caricato sul canale YouTube ufficiale dell’artista, il cortometraggio girato per accompagnare visivamente American Life risplende in tutta la sua gloria per celebrare il ventesimo anniversario della nona era discografica di Madonna, trainata dal brano in questione, scritto e prodotto dalla popstar e dall’assiduo collaboratore Mirwais Ahmadzaï sulla base di un demo abbozzato da quest’ultimo e intitolato Modern Life. Nel pezzo, le sonorità acide e distorte dell’elettronica alternativa si fondono con il glitch hop e con giri di chitarra folk per accompagnare cori e controcori R’n’B/pop e un testo che, sostanzialmente, sbugiarda il sogno americano mettendo in risalto illusioni, superficialità e false apparenze nascoste dietro l’ammaliante sventolìo della bandiera a stelle e strisce (‘Do I have to change my name? Will it get me far? Should I lose some weight? Am I gonna be a star?’). Versi semplici e a tratti banali, dalla melodia sincopata, le cui parole avrebbero pesato come macigni sulle spalle della Ciccone che all’epoca si apprestava a raggiungere il traguardo dei 20 anni di carriera dal suo primo LP, e nello stesso tempo si inimicava un’America repubblicana e vendicativa, ancora scossa dalla tragedia dell’11 settembre 2001.
Frutto del terzo sodalizio tra la superstar e Jonas Åkerlund (noto regista svedese che aveva già diretto il video di Ray Of Light nel 1998 e quello di Music nel 2000) e filmato quando l’invasione dell’Iraq da parte delle truppe statunitensi era nell’aria, fomentata dall’allora presidente George W. Bush, la clip equipara l’atroce e cruento spettacolo della guerra ad una sfilata di moda dal ricco parterre, l’evento mondano e glamour per eccellenza, mostrando attraverso l’arma tagliente del sarcasmo quanto i mass media e la TV contribuiscano a trasformare in una mera rassegna quotidiana le immagini di stragi e bombardamenti nei territori coinvolti dai conflitti bellici, al punto tale da assopire la sensibilità del pubblico e renderlo spettatore impassibile e distaccato del mondo che va a rotoli per mano dei potenti.
La controversa sfilata di moda messa in scena nel video originale di American Life, in cui indossatori dal fisico scultoreo e top model dalla magrezza stereotipata calcano la passerella in costumi sexy e mimetici, alternandosi a soldati che sferrano attacchi militari, kamikaze, donne musulmane e bambini inermi tra fiotti di sangue, è sostanzialmente lo specchio della società contemporanea, per nulla diversa dallo stuolo di celebrità presenti allo show e incapaci di distinguere il vero dal falso.
Vestendo i panni di un alto generale dell’Aeronautica sui maxi schermi della sfilata e quelli di un’eroina rivoluzionaria (fusione perfetta tra Che Guevara e Patty Hearst) a capo di un piccolo gruppo di soldatesse curvy che si esercitano dietro le quinte in attesa di entrare in azione, Madonna e le sue commilitone irrompono nel bel mezzo della parata, con tanto di Mini Cooper targata Hell on wheels (Inferno a 4 ruote), dando inizio all’atto più sovversivo dell’intera clip, durante il quale il caos piomba sulla scena e tutto si amplifica, tra paparazzi che si affannano a catturare ogni secondo dell’incursione e astanti che continuano a godersi lo spettacolo come se fosse parte di una scaletta prestabilita.
La versione originale del video di American Life, denominata Director’s Cut in quanto priva di tagli e censure e montata secondo la visione del regista e della popstar, termina con Madonna che si diverte a colpire i paparazzi dai flash frenetici con una pompa irroratrice per poi avanzare prepotente verso il parterre e sganciare una granata che cade sulla passerella e turba il pubblico con il suo ticchettìo, mentre la star si tappa le orecchie paventando uno scoppio imminente.
Giudicando questa versione troppo esplicita e pericolosa per un pubblico americano a quei tempi propenso alla guerra in Iraq e contro Saddam Hussein (accusato più volte da Bush di nascondere armi nucleari e sostenere le cellule terroristiche di al-Quaeda, responsabili dell’attacco alle Torri Gemelle e al Pentagono), MTV chiese inizialmente alla Ciccone di modificare la Director’s Cut del video e smussarne le scene più estreme. Venne così realizzata la TV edit (versione televisiva) della clip, in cui diversi fotogrammi, come quello dell’attentatore in fiamme e dei soldati privi di arti, vennero rimossi. Questo taglio più soft, ma non meno audace, aveva anche un finale diverso, contestualizzato nel tempo e nello spazio, con un sosia dell’allora Presidente degli Stati Uniti, seduto in platea, che afferra la bomba a mano lanciata da Madonna e la usa per accendersi un sigaro. Un gesto simbolico e provocatorio, volto a dimostrare la totale non curanza delle proprie decisioni o la vacuità della guerra stessa.
A distanza di pochi giorni dalla première ufficiale, il dietrofront e la decisione definitiva, presa dall’artista e dal suo entourage, di ritirare il video dalle emittenti televisive (già in possesso di alcune copie), in quanto potenzialmente offensivo e dannoso alla luce della guerra da poco scoppiata e del sentimento collettivo favorevole all’invasione in Iraq guidata dagli USA.
Pur di offrire una trasposizione visiva al brano, a cui spettava l’onere di introdurre e promuovere il nuovo album, il 16 aprile del 2003 debutta sul piccolo schermo una versione edulcorata della clip, realizzata in fretta e furia scartando tutto il materiale girato in precedenza e recuperando soltanto le inquadrature a mezzo busto di Madonna che canta il pezzo con indosso l’alta uniforme da colonnello, mentre alle sue spalle si susseguono le bandiere di tutti i paesi del mondo.
A partire da oggi, tuttavia, la cosiddetta Flag Version pubblicata come tappabuchi sarà solo un ricordo. La Director’s Cut del video di American Life è ufficialmente fruibile in tutta la sua interezza e, a distanza di un ventennio, appare più attuale che mai. Cambiati gli scenari e gli attori in campo, lo spauracchio delle armi di distruzione di massa (che nel 2003 fu addotto come casus belli da Bush e dai suoi alleati per giustificare il conflitto in Iraq) torna a spaventare un mondo nuovamente in bilico sul precipizio di una guerra nucleare, mentre TV e media perseverano a documentare, attimo per attimo, le dinamiche e le sanguinose conseguenze dei bombardamenti russi in Ucraina deviando verso il puro sensazionalismo nel tentativo di mantenere viva l’attenzione di un pubblico ormai assuefatto.
Oggi come allora, nulla è cambiato.