Il mondo del web 2.0 è una continua fonte di sorprese, in grado – tra le altre cose – di dare vita a un gruppo musicale a partire da una pagina Facebook nata per ironizzare sui giovani della ‘Milano bene’. È questo il caso de Il Pagante, progetto nato nel 2010 da un’idea di Guglielmo Panzera e Alfredo Tomasi sfociato ben presto in una serie di brani divenuti veri e propri cult tra i ragazzi lombardi prima, e di tutta Italia poi. Entro in pass, Si sboccia, #Sbatti (oltre 4 milioni di visualizzazioni su YouTube), Faccio after sono solo alcuni degli ‘inni’ che hanno fatto esplodere il fenomeno Il Pagante sul web e nei locali notturni, nei quali – manco a dirlo – sono richiestissimi. Il gruppo, la cui formazione comprende anche i cantanti Eddy Veerus, Roberta Branchini e Federica Napoli, hanno presentato a PopSoap il nuovo singolo Vamonos (Warner Music Italy), volato direttamente al primo posto di iTunes poche ore dopo la pubblicazione. Il brano verrà presentato al Coca-Cola Summer Festival, evento al quale Il Pagante parteciperà nella categoria ‘Giovani’.
Il Pagante nasce come pagina Facebook, ma come è avvenuto il passaggio al discorso musicale?
Il passaggio musicale è avvenuto quando Roberta e Federica, le due cantanti del gruppo, si sono ritrovate per caso in vacanza insieme e hanno deciso di tramutare questa pagina Facebook seguita da una nicchia milanese in un progetto musicale.
Non siete in giro da poco, credete che la discografia si sia accorta di voi un po’ in ritardo?
Più che in ritardo forse si è accorta di noi quando abbiamo deciso di rendere il prodotto più professionale migliorando i video e la produzione musicale, mettendo così i discografici nelle condizioni di poter lavorare sul nostro progetto. Agli inizi probabilmente questo non era possibile.
Che cosa piace tanto di voi ai giovani?
Il progetto ai ragazzi tra i 12 e i 20 anni all’incirca e a loro piace il fatto di potersi rivedere nei nostri testi e ballare la nostra musica orecchiabile e da discoteca. Molti di loro frequentano quegli ambienti per cui è facile che possano apprezzare questi brani.
La fotografia del mondo giovanile che scattate nei brani parte dalla realtà milanese, ma come viene percepita dai ragazzi del resto d’Italia? È una visione condivisa o servirebbe una versione romana, ad esempio, de Il Pagante?
Milano presenta delle caratteristiche ben precise per quel che riguarda la vita mondana, ma molti esemplari di Paganti di cui parliamo sono ritrovabili anche al centro e al sud Italia: tante persone condividono quel tipo di divertimento meneghino.
Il vostro progetto, nel linguaggio e nell’intenzione, vuole essere più una parodia o uno spunto di riflessione su questi tamarri di città?
All’80% è una parodia perché il progetto nasce per divertimento e per parlare dei ragazzi e del loro modo di vedere il mondo, però possono esserci anche degli spunti di riflessione. In Faccio after, ad esempio, si parla del giovane che va all’estero per cercare lavoro: è una frase detta in un contesto ironico, ma allo stesso tempo può far riflettere.
E Vamonos come si inserisce in questo racconto musicale del mondo dei ragazzi?
Il brano vuole descrivere la vacanza di un ragazzo dopo l’esame di maturità: il primo viaggio che in genere lo porta fuori dall’Italia e in cui si trova soltanto con gli amici, senza genitori. Nella canzone raccontiamo le diverse situazioni in cui il protagonista viene coinvolto, dalla spiaggia agli after, il tutto in un’isola delle Baleari, che sono tra le mete più gettonate dai giovani di cui parliamo.
In questi giorni parteciperete al Coca-Cola Summer Festival: che cosa vi aspettate di portare a casa da questa esperienza?
Non ci aspettiamo grandi cose, vogliamo portare il nostro progetto e far capire a tutti chi è Il Pagante… e poi speriamo di vincere (ridono, ndr)
Da qui a qualche anno come pensate si evolverà il vostro progetto?
Fino ad ora siamo usciti con 7 singoli che hanno introdotto tutto quello che è Il Pagante, ora che stiamo preparando il disco – avendo più tracce su cui lavorare – analizzeremo altri argomenti in ambito giovanile, magari anche al di fuori della discoteca.
Un commento su “Il Pagante: «Ecco perché i giovani ci amano»”