Arriverà nei negozi e negli store digitali il 2 settembre Rock Steady (Atlantic/Warner Music), il nuovo album di Ensi, all’anagrafe Jari Vella. Icona riconosciuta del freestyle e artista poliedrico capace di essere unico e trasversale pur mantenendo una forte identità hip hop, il rapper torna con 11 tracce interamente prodotte da Symone. Diverse le collaborazioni: da Patrick Benifei dei Casino Royale nel singolo di lancio Change, a Noyz Narcos e Salmo, fino a Y’akoto, soul singer tedesca di origine ghanese. PopSoap le ha ascoltate in anteprima e Ensi ci ha orgogliosamente presentato questo suo terzo progetto solista, che si rifà ai classici del genere e nel quale – in barba alla maschera da duri che spesso i rapper indossano – mette a nudo le proprie fragilità.
Parafrasando il titolo del tuo disco, rispetto a che cosa ti senti irremovibile e solido come una roccia?
Rock Steady si riferisce al mio modo di vedere la musica e di vivere l’hip hop, soprattutto in un periodo controverso come questo in cui molti prendono le distanze dall’ambiente, quasi vergognandosi di farne parte. Io invece lo voglio glorificare e ribadire la mia irremovibilità dal punto di vista dell’attitudine.
È un disco solido e coerente anche dal punto di vista musicale?
Sì, dalla prima all’ultima traccia non ti puoi sbagliare, è un disco hip hop. C’è un grande ritorno di breakbeat, tante parti musicali orchestrate e niente suoni che ammiccano a una visione super nuova dell’hip hop. Ciò non vuol dire che il disco suoni ‘94, anzi! Con questo album spero di rendere davvero giustizia al mio ambiente.
Rock Steady è anche la title-track, e nel complesso mi è sembrata il manifesto musicale del disco, confermi?
Esattamente. Con questo pezzo voglio dire che per essere felice mi basta salire sul palco e avere un break, un dj che mette la base e un microfono per cantare. E aggiungo: “L’attitudine è la stessa ed è più grande del rap” dove per rap intendo il linguaggio, che secondo me non è tutto, ma deve essere supportato dall’ambiente e dalla cultura che lo ha generato, quindi dall’hip hop. Rock Steady richiama grandi classici come Jump Around o Jump dei Kris Kross, e nel brano muovo delle critiche nei confronti di quello che secondo me è un allontanamento dal mondo che ci ha creato.
In Rispetto di tutti, paura di nessuno fai delle considerazioni sull’hip hop italiano, cosa che ha fatto anche tuo fratello Raige nel suo ultimo disco. Quale pensi che sia lo stato di questo genere in Italia?
Io non vedo la situazione dell’hip hop come una malattia da curare, e non penso di avere la medicina giusta. Quando dico: “Vengo da quando in questa musica spaccare era l’unica cosa importante, quando il gioco del cash dal rap era distante” è perché mi ricordo che eravamo in pochi sotto il palco a vedere gruppi che adesso riempiono i palazzetti. Non vorrei ritornare a quei tempi, quando questa musica era seguita ma non così apprezzata e rispettata dal pubblico. Mi piacerebbe che il fenomeno crescesse sempre di più, ma prendo le distanze da atteggiamenti che non si sposano con lo spirito di questa cultura, come il cliché del rapper che diventa famoso e fa i soldi. E poi “rispetto di tutti, paura di nessuno” è uno slogan che può andare bene in qualsiasi contesto: avere rispetto è fondamentale, ma la paura è una cattiva consigliera che porta a isolarsi.
Come hai conosciuto Julia Lenti e Andrea D’Alessio e perché li hai voluti in questo disco visto che sono emergenti?
Julia Lenti era già stata invitata nel mio precedente disco e quest’anno l’ho voluta riconfermare all’interno di uno dei brani più sentiti dell’album (Eroi, ndr). Non conoscevo Andrea D’Alessio, ma quando Cesare Grillo – che ha scritto il ritornello di Se non con te –mi ha cantato l’inciso abbiamo capito che serviva una voce come la sua. L’ho contattato, è venuto in studio a lavorare sul pezzo e ha davvero reso giustizia alle parole di Cesare. Sono collaborazioni non scontate e che non cercano di ampliare il pubblico. Vorrei che la gente rispettasse tanto questo disco anche per le scelte fatte: io ragiono in termini di bellezza della musica, non delle vendite facili.
Il primo singolo Change è un invito a darsi da fare e smetterla di piangersi addosso. Canti: “Ribellarsi costa, adattarsi è gratis”. Quanto è costato a te?
Mi è costato caro, ho scardinato le regole che avrebbero imposto un percorso fatto di scuola, università e lavoro. Ho cercato una strada alternativa e che fosse mia, già questa è stata una forma di ribellione. Parlando della mia musica invece non mi sono adattato ai trend e ho tentato di fare qualcosa di più classico che si avvicinasse maggiormente alla mia attitudine.
Dai testi emerge la figura di un rapper anti divo, anti eroe, attaccato alla famiglia. È questa la vera trasgressione ora, anche nel vostro ambiente?
Secondo me siamo così bombardati dai disvalori che quando qualcuno parla di cose semplici e positive sembra quasi che voglia trasgredire. Io sono veramente così, sono una persona di sani principi e questo si rispecchia nella musica, attraverso la quale filtro la mia vita. Non penso però che l’hip hop debba sempre salvare il mondo, perciò ben vengano anche le canzoni che possono semplicemente far sorridere e divertire.
Davvero i rapper sono le nuove rock star, come canti in Stratocaster?
In parte sì, più che altro per la questione dell’essere selvaggi e trasgressivi. Da qui il parallelo tra Jimi Hendrix che incendia la Stratocaster e il Ghetto blaster che prende fuoco (lo stereo portato in spalla, simbolo dell’hip hop, ndr). Nel brano, in cui cito Shimmy Shimmy Ya di Ol’ Dirty Bastard, dico: “Non ci sono più rock star, ringraziate tutti il rap”. La mia non è una critica nei confronti del rock, però oggettivamente in Italia non ci sono molte rock star e anche gli altri generi musicali non riescono più a comunicare in modo efficace con il pubblico come facciamo noi rapper. Il nostro genere è riuscito a colmare quel vuoto.
Di seguito la tracklist di Rock Steady
Rispetto di tutti, paura di nessuno
Change (feat. Patrick Benifei)
Eroi (feat. Julia Lenti)
Rocky & Adriana
Chutney (Interlude)
Rock Steady
Juggernaut
Stratocaster (feat. Noyz Narcos & Salmo)
V.I.P. (feat. Y’akoto)
Se non con te (feat. Andrea D’Alessio)
Non è un addio
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