Correva l’anno 2002, e l’allora diciottenne Lidia Schillaci si classificava seconda a Operazione Trionfo, il talent show condotto da Miguel Bosé. In un periodo in cui la discografia italiana non era ancora pronta a gestire il fenomeno che da lì a pochi anni sarebbe esploso, i protagonisti sparirono presto dalle luci della ribalta. Lidia, siciliana classe 1984, ha però costruito passo dopo passo un percorso artistico solido e importante: dal 2006 è divenuta vocalist delle tournée di Max Pezzali, Eros Ramazzotti e – più recentemente – di Elisa. Ha preso parte alla fiction di Canale 5 Non smettere di sognare e ora, finalmente, corre da sola: dal 31 luglio è infatti disponibile in digital download e sulle piattaforme streaming Mare blu (Suoni dall’Italia/Digital Believe), il singolo scritto da Carlo Mazzoni con il coordinamento di Fulvio Mancini e la produzione di Antonio Coggio. A PopSoap Lidia ha presentato il brano che segna il suo debutto ufficiale come solista (anche se noi abbiamo tirato fuori il suo primissimo inedito datato 2003), raccontando l’incontro con Mariella Nava, creatrice dell’etichetta Suoni dall’Italia, e svelando qualche dettaglio dell’album, attualmente in lavorazione.
Mare blu simboleggia un addio al passato e un nuovo inizio: vuol dire che ti concentrerai sulla tua carriera e abbandonerai l’attività di corista?
Mare blu segna l’inizio del mio percorso da solista, però non so che cosa succederà d’ora in poi. Fino a poco tempo fa ho costruito la mia carriera al fianco di grandi artisti come Eros Ramazzotti ed Elisa, ora mi sto concentrando su quest’altra strada e spero ci sia un seguito, ma mai dire mai.
Perché dopo tanti anni hai deciso di intraprendere la carriera solista? C’è stato qualche episodio o stimolo particolare che ti ha convinta?
Gli stimoli sono stati tanti negli anni, ho fatto anche delle fiction in cui interpretavo un personaggio e dicevo cose che adesso voglio dire in prima persona. Quando senti di avere qualcosa da esprimere, devi provare a farlo, senza rimpianti.
Come è avvenuto l’incontro con Mariella Nava?
In Piazza San Pietro durante l’udienza di Papa Francesco: è stato un incontro benedetto dall’alto devo dire, perché ci trovavamo lì tutte e due e, mentre eravamo in attesa del Pontefice, l’ho vista in mezzo alla folla, l’ho chiamata, ci siamo salutate e abbiamo scambiato i contatti. Da allora è iniziata una frequentazione, lei ha ascoltato alcuni miei pezzi e abbiamo deciso di collaborare. Nel frattempo Mariella stava aprendo un’etichetta discografica e siamo state travolte da un sacco di cose che volevamo fare insieme.
A che punto è il disco?
La lavorazione dell’album sta prendendo una bella forma, stiamo continuando a lavorare sulle canzoni e spero ci saranno delle sorprese a breve.
Sono brani scritti da te?
Sì ci saranno pezzi miei e ne sto selezionando alcuni di altri autori, perché come interprete voglio sentire realmente ciò che canto. Per me è fondamentale la verità, ed è anche la prima cosa che arriva alle persone. È quello su cui punto maggiormente.
Ci saranno collaborazioni illustri, visto che hai già lavorato con grandi nomi come Max Pezzali?
Non posso dire niente, vedremo!
A livello di sound ti muoverai sulla strada tracciata da Mare blu o esplorerai anche altri mondi?
Mare blu è il punto di partenza di un mondo sonoro che fa entrare l’ascoltatore nella storia. Questa è la strada che stiamo percorrendo ma allo stesso tempo vogliamo che i suoni siano pertinenti alle canzoni che scegliamo, e che tutto abbia un filo logico.
Che cosa hai imparato lavorando a stretto contatto con Eros, Max ed Elisa?
Moltissimo, sono esperienze che porterò sempre con me. Quando si sta sul palco insieme a grandi artisti si impara come starci (sottolinea con enfasi, ndr), cosa fare e cosa non fare: tutti insegnamenti che, negli anni, ho fatto miei e custodisco con cura.
Che effetto ti ha fatto calcare palchi così importanti e girare il mondo insieme a loro?
Quando si partiva per un tour ero sempre entusiasta perché amo molto viaggiare. Ho potuto così visitare città stupende e ammirare un sacco di opere d’arte, materia di cui sono appassionata. Spero ci saranno simili occasioni con il mio progetto.
Hai fatto anche l’attrice in Non smettere di sognare: che cosa ti ha lasciato quell’esperienza?
La consapevolezza che la recitazione e il canto sono molto legati tra loro. Cimentarmi nel mondo della fiction mi ha fatto capire perfettamente quali sono le corde da toccare per arrivare prima all’emozione.
Un ricordo legato a Non sei più tu?
Il mio primo brano! Il ricordo è quello di una ragazzina (confida con il sorriso sulle labbra, ndr) che aveva molta voglia di arrivare alle persone con ingenuità e genuinità, caratteristiche che a dire il vero conservo tuttora. Dal punto di vista della maturità però è cambiato molto. Ricordo la mia gioia nel registrare in studio e nel girare il mio primo videoclip. Era tutto nuovo per me a quei tempi.
Dopo Operazione Trionfo si parlava di un album jazz che poi non è mai uscito. Ma era vero?
No, non ho mai lavorato a un album jazz (scoppia a ridere, ndr).
Vatti a fidare delle notizie che giravano in rete dodici anni fa!
In realtà ho studiato jazz e provengo da quel mondo, infatti in questo mio progetto ci sono influenze jazz anche nel modo di cantare i brani. Non credo nella distinzione troppo netta dei generi musicali; secondo me guardare al futuro significa cercare di mescolare le cose più belle che la musica ci ha dato negli anni e farle diventare qualcosa di nuovo, aggiungendo piccole sfumature che riportano a mondi già noti, come il jazz o altri generi. Questo è ciò che mi auguro di riuscire a fare lavorando in studio con Mariella Nava, Antonio Coggio, e tutta la produzione di Suoni dall’Italia.
Buon lavoro allora, restiamo in attesa del tuo disco.
Certamente. Cerco sempre di dare il meglio perché quello che mi interessa è trasmettere la gioia di fare questo mestiere.
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