Blastema: «L’ecatombe culturale ha dato vita a “I morti”»

Si intitola I morti il nuovo singolo della band romagnola Blastema, da giovedì 16 ottobre in rotazione radiofonica e disponibile in digital download. Il brano anticipa l’uscita del prossimo album previsto per la primavera 2015. Nel 2012 il gruppo rock aveva partecipato al Festival di Sanremo nella categoria “Giovani”, posizionandosi al quarto posto con Dietro l’intima ragione.

Ma la storia dei Blastema inizia molti anni prima, nel 1997 per la precisione. Ora, dopo 2 dischi e tante importanti esperienze live (tra le più recenti anche l’apertura dei concerti italiani degli Skunk Anansie nel 2013) la band è tornata con un nuovo progetto e un tour che fino a dicembre toccherà i club italiani. A PopSoap il leader Matteo Casadei ha presentato il singolo apripista del disco.

Com’è nata I morti?
In un momento di pausa, mentre stavamo registrando i provini per il nuovo album. Alberto (il chitarrista, ndr) ci ha fatto ascoltare un brano in fase di lavorazione e ci è piaciuto così tanto che abbiamo iniziato subito a lavorarci senza sosta. Solo dopo un bel po’ di stesure ne siamo venuti a capo.

Avete dichiarato che è stata influenzata anche da diversi ascolti che avete fatto negli ultimi periodi. Quali sono?
Ognuno di noi ascolta talmente tanta musica che è impossibile farne una sintesi. Personalmente, tra i tanti: Soulwax, Blur e Franco Battiato. Credo comunque che nel prossimo disco si noterà una sintesi stilistica ancora più spiccata e personale rispetto ai precedenti lavori; forse più lontana dai territori innocenti e infervorati di Pensieri illuminati (l’album d’esordio del 2010, ndr) e più votata ad un’unita formale, ma sicuramente coerente con quello che siamo e siamo stati.

In che misura I morti annuncia una nuova stagione artistica?
Sarebbe più corretto parlare di una crescita, laddove ci si ritrova esattamente dove ci si è lasciati e da lì si riparte con maggiore consapevolezza, avendo oramai capitalizzato le esperienze e i progressi fatti, in campo umano e artistico.

C’è in ballo una rinascita? Se sì, che cosa vi lasciate alle spalle?
Nessuna rinascita, direi piuttosto un avanzamento ulteriore verso l’obiettivo che ci siamo posti quando abbiamo iniziato l’esperienza con i Blastema. Volevamo sentirci soddisfatti della musica che proponevamo, divertirci e non annoiarci nel tentativo di replicare un formato, nostro o di altri; ma soprattutto volevamo fare esperienze che arricchissero il nostro bagaglio personale. In parte crediamo di esserci riusciti anche se non siamo ancora – per fortuna – soddisfatti.

Dal testo emerge il ritratto di una società priva di entusiasmo e di voglia di fare, è corretto?
Sì. Una società sradicata completamente dalla propria cultura, rimasta orfana di coordinate, che si affanna a creare nuovi capisaldi costruiti su proiezioni e non su dati reali. Quello che è successo in questi ultimi 60 anni in Italia, e in parte del mondo occidentale, è una spaventosa e quasi sempre taciuta ecatombe culturale, che ha ratificato la scomparsa di una civiltà – quella proletaria e contadina, quella dei dialetti e dei mestieri – a favore di un suicidio collettivo perpetrato attraverso l’industrializzazione, l’omologazione, l’appiattimento e l’ignavia, col risultato di aver ottenuto uno sviluppo fuori controllo senza quasi compiere nessun progresso. Questo Pasolini lo spiegava già 40 anni fa.

Paradossalmente, dopo un anno di soddisfazioni e di impegni come il 2013 vi siete sentiti anche voi in qualche modo svuotati e morti dentro?
Ci siamo sentiti così per un periodo. Poi abbiamo fatto una scelta, all’apparenza non facile, ed eccoci di nuovo qua.

L’album scandaglierà questo mood o partirà da qui per poi lasciare spazio ad un risveglio?
L’album si prefigge di trattare, attraverso gli episodi che lo compongono, il tema della fine. Una fine a tratti liberatoria, per certi versi misericordiosa, per certi altri decisiva. Un finale che necessariamente fa paura, ma che siamo curiosi di esplorare.

So che avete iniziato a proporre dal vivo alcuni brani nuovi, come sta reagendo il vostro pubblico?
Alla grande. Le persone che ci seguono fanno parte di un pubblico molto critico, attento e ricettivo, disposto ad ascoltare attentamente prima di giudicare. Ovviamente non si può accontentare tutti: c’è sempre chi rimane spaesato, quello che “era meglio 10 anni fa”, quello che avrebbe prodotto diversamente, ma in generale quasi tutti concordano nel dire che ogni nostro lavoro è diverso dal precedente e questo ovviamente non poteva fare eccezione.

Di seguito le prossime date del tour dei Blastema:

13/11 CHIETI – STANMTISCH

15/11 CARPI – KALINKA

21/11 ROMA – PIU39

22/11 MESAGNE (BR) – SALENTO FAN PARK

28/11 SARZANA (SP) – SWAMP

29/11 QUARTUCCIO (CA) – CUEVA

04/12 ASTI – DIAVOLO ROSSO

13/12 REGGIO CALABRIA – RANDOM

21/12 SAVONA – RAINDOGS

 

Emanuele Corbo




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