È in radio e negli store digitali dal 7 ottobre Tutto quello che resta (del perduto amor), il nuovo singolo di Pallante che precede l’uscita del disco Ufficialmente pazzi (ItPop/Sounday e Good Fellas) prevista per fine novembre. Al brano hanno partecipato Alex Britti ed Erica Mou e segna il ritorno del chitarrista dopo 7 anni dal precedente album Da piccolo giocavo a bocce. A PopSoap l’artista ha presentato il singolo e ha dato qualche anticipazione sul nuovo disco, certificato “Vegan ok” dall’associazione Asso Vegan, a cui seguirà un tour che toccherà solo posti cruelty free.
Com’è nata Tutto quello che resta (del perduto amor)?
Osservando un frigorifero. C’erano attaccate calamite, fotografie, biglietti. Non ho potuto fare a meno di pensare che a volte tutto quello che resta di “un perduto amore” è un biglietto sul frigo, una cartolina o una calamita che ormai ci fa compagnia da anni. In effetti il brano si intitolava proprio La calamita da frigo ma poi quando abbiamo iniziato a lavorarci sopra con Alex, abbiamo cambiato anche parte del testo e la calamita è uscita fuori scena. La canzone mi dà la possibilità di raccontare due storie parallele con due donne diverse, ambedue finite come “illusioni da sogno” perché l’amore a volte è questo, un’illusione. Rimangono parole, balocchi e tutto un insieme di promesse fatte come carezze dormendo.
Come hai coinvolto Alex Britti?
Siamo amici da vent’anni, suonare insieme è una cosa naturale. Eravamo stesi sul divano a ridere e questo motivetto si è infilato in testa, così abbiamo deciso di svilupparlo insieme. Per me è una grandissima opportunità e sono grato ad Alex per aver voluto portare avanti la collaborazione. Nel brano suona il basso, batteria e lap steel guitar. Io suono la chitarra elettrica, acustica, ukulele, oltre a cantare. I cori sono della fortissima Erica Mou che ci ha fatto uno splendido regalo venendo a trovarci in studio.
Perché hai intitolato il disco Ufficialmente pazzi?
La canzone è tratta da una poesia splendida di una mia cara amica. Il disco si intitola così perché la follia è intorno, ci accompagna sempre, più di quanto pensiamo e soprattutto perché, anche se in molti si ostinano a non vederlo, è ufficiale che il genere umano sia folle, assolutamente folle.
L’album arriva a 7 anni dal precedente lavoro, che tipo di disco sarà?
Un disco più asciutto di Da piccolo giocavo a bocce, acustico e pieno di parole, come mio solito, e di chitarra, perché sono un chitarrista innamorato della parola e del teatro, un equilibrista dai lunghi tiri di corda.
È anche un progetto “Vegan ok”, ci puoi dire qualcosa in merito?
È la prima volta che un disco viene certificato da un’associazione internazionale come Asso Vegan. Questo mi rende molto felice. Conduco la mia vita ispirandomi ai principi della non violenza, cosa che in molti dicono di fare anche quando prendono a pugni il vicino perché fa rumore oppure comprano parti di animali uccisi per cibarsi. Ecco, io lo dico e lo faccio, non prendo a pugni nessuno, mangio solo cose adatte al mio corpo e al mio spirito, credo fermamente che qualunque essere vivente su questa terra abbia gli stessi diritti che il “folle” uomo pensa di riservare solo a se stesso. La certificazione “Vegan ok” non fa altro che confermare che questo disco è nato “eticamente”, anche da un punto di vista della manifattura, rispettando questi principi.
Foto: Ufficio Stampa