Dopo Nothing is the Same e Till the Wheels Fall Off Osvaldo Supino torna in radio con Fire, terzo estratto dall’album Resolution che, pubblicato ad aprile 2017, annovera importanti firme del panorama musicale internazionale tra cui Tempo Stokes (produttore di Jennifer Lopez e Nelly Furtado), Trey Vittoe (già al lavoro con Selena Gomez) e l’orchestra sinfonica di Nashville. Di ritorno dal red carpet di Venezia ’74 dov’è stato ospite della premiazione di Jane Fonda, Osvaldo Supino è nel mezzo del suo Resolution Tour che proseguirà fino a metà 2018, e tra una tappa e l’altra (e a pochi giorni dall’inizio della promozione iberica per l’uscita della versione spagnola Fuego) ha risposto alle domande dei lettori di PopSoap.
Osvaldo Supino racconta Fire
“Siamo in un periodo in cui avere passione in ciò che facciamo sembra diventato un lusso per noi, quando in realtà è ciò da cui dovremmo ripartire per sopravvivere in questo periodo storico”. Il brano è stato co-scritto da Supino insieme a Charlie Mason e David Volpe, già al lavoro per artisti del calibro di Miley Cyrus e Sarah Connor.
Il video di Fire ha fatto discutere perché affronta il tema della sessualità attraverso un bacio tra due giovani dello stesso sesso: “Quando ho iniziato il mio percorso indipendente dopo una major, l’ho fatto promettendo a me stesso che mai più avrei accettato forzature. E così la mia musica è diventata il ritratto esatto di quello che sono senza filtri, ma sempre con educazione e rispetto. Ci sono alcuni che hanno capito le mie scelte e altri che in questi anni non mi hanno affatto sostenuto proprio perché sono gay, ma molto meglio così che fingere di essere un altro. Mi fa ancora pensare che si parli tanto di una scena in un videoclip dove ci sono ragazzi che si baciano. Poi vedo però i messaggi di ignoranza che arrivano dal Grande Fratello ad esempio, e capisco che ha tutto un senso e che forse quel bacio messo lì nel videoclip è più che giusto che ci sia”.
Osvaldo Supino racconta Resolution
Resolution, l’ultimo disco di Osvaldo Supino, è un progetto importante nel quale l’artista dichiara la sua presa di posizione contro il terrorismo proprio a qualche giorno dall’ultimo attentato a Las Vegas: “Non è facile vincere la paura. Questo disco per me ha rappresentato un modo proprio di evadere da una situazione di profondo disagio. Ero arrivato al punto di cancellare gli impegni perché avevo troppa paura di viaggiare: è dura ma è inaccettabile rinunciare a se stessi, specialmente se il nostro tempo è limitato. Dimentichiamo sempre di non essere immortali”.
Emanuele Corbo