Nate Ruess pubblicherà domani Grand Romantic (Fueled By Ramen/Atlantic US), il suo primo disco da solista. L’album arriva a 3 anni di distanza dal successo mondiale di Some Nights, progetto che ha portato i Fun. – gruppo del quale Nate è il leader – alla ribalta internazionale con singoli campioni di vendite come We Are Young e la title-track. A PopSoap Nate Ruess ha presentato il suo nuovo lavoro, prodotto con l’aiuto – fra gli altri – di Jeff Bhasker, già al suo fianco ai tempi dei Fun., e preceduto dal singolo Nothing Without Love.
Come sei arrivato a pubblicare questo lavoro da solista?
A differenza di Some Nights, nei cui brani ricorreva spesso il “noi”, in questo disco mi sono ritrovato molte volte a dire “io”. È stato interessante perché non sapevo quanto sarebbe stato personale finché non l’ho ascoltato tutto. A quel punto ho pensato che fosse giusto farlo uscire come un album solista.
Quindi parli di te in questi brani?
Per lo più sì, anche se in genere inizio un album con l’intenzione di parlare di altri, ma questa volta sono rimasto attaccato ai miei sentimenti e alla mia idea dell’amore. Solitamente quando si parla di amore si racconta la fine di una relazione, io invece voglio che anche lo scrivere dell’innamoramento susciti emozioni ugualmente intense.
Com’è stato lavorare con Beck per What This World Is Coming To?
Ho sempre guardato a lui per la sua capacità di evolversi costantemente e saper fare incursione in diversi generi musicali. Dopo il duetto con P!nk volevo collaborare con qualcuno che avesse una voce più bassa della mia. Prima che vincesse il premio come ‘Album of the year’ ai Grammy di quest’anno aveva accettato di lavorare con me, ma poi pensavo che non avrebbe voluto più farlo; invece mi ha chiamato e ci siamo incontrati per registrare in California. Lavora tantissimo, qualcosa come 16 ore al giorno. Lui ha scritto la parte delle chitarre, io avevo un testo pronto che mi era venuto in mente in doccia, ma gli ho detto che se avesse voluto avrebbe potuto tranquillamente cambiarlo.
Hai accennato alla collaborazione con P!nk: è vero che non volevi cantare Just Give Me A Reason?
Lavorare con P!nk al di là del successo che il brano ha ottenuto è stato molto gratificante. È una cantante in voga da tanti anni e continua sempre a vendere dischi, ma non si fa condizionare da quel che pensa la gente, è totalmente se stessa. Abbiamo scritto il brano ma io mi sarei dovuto limitare al ruolo di co-autore, poi lei mi ha detto: “Voglio che diventi un duetto”. “Grandioso – ho risposto io – cerchiamo una voce maschile”, “No, la fai tu” ha ribattuto lei, ma io non avevo nessuna intenzione di accettare. Poi però con un trucchetto mi ha fatto entrare in studio a cantare e quando abbiamo ascoltato il risultato mi ha detto che sarebbe dovuta rimanere così. Ora sono molto contento di aver partecipato anche vocalmente.
Come hai scelto il titolo del tuo disco?
In realtà lo avevo già da due anni ma ancora non sapevo se sarebbe stato per un album dei Fun. o mio: mi sembravano due parole che stavano bene insieme e così ho iniziato a lavorare sul disco, anche perché mi sono ritrovato tutte queste canzoni d’amore tra le mani.
Hai dichiarato di essere romantico ma anche cinico: come possono convivere questi due aspetti?
(Ci pensa un po’ prima di rispondere, ndr) Ho bevuto un po’ troppo la scorsa notte per poterti spiegare. Il cinismo non mi abbandonerà mai, è forse l’unica cosa che ho davvero, il romanticismo invece è l’unica cosa che voglio.
Qual è la cosa più romantica che hai fatto?
Ho fatto un disco sulla mia ragazza. Ora non so lei che cosa potrà fare, ma di certo è in debito con me (scoppia a ridere, ndr).
Hai fatto ascoltare i tuoi brani ai tuoi compagni dei Fun.?
No, penso abbiano ascoltato solo poche cose, sono stato in giro un sacco in questo periodo, non ho avuto neanche il tempo di parlare con mia madre!