Dal 9 settembre è in radio e in tutti gli store digitali e piattaforme streaming Forever More, il nuovo singolo degli M+A su etichetta Sugar. Michele Ducci e Alessandro Degli Angioli sono di Forlì, ma la loro musica elettropop li ha portati spesso fuori dai confini italiani con ampi consensi di pubblico e critica. Dal 2011 i loro lavori vengono pubblicati dall’etichetta inglese Monotreme Records, giusto per intenderci. Produttori eleganti e mai banali, gli M+A affascinano, oltre che per la qualità dei dischi, anche per il sapiente uso delle grafiche che fa delle loro cover e video dei piccoli gioielli di estetica (non a caso Alessandro è graphic designer). A PopSoap gli M+A hanno presentato Forever More e hanno spiegato quale ruolo vorrebbero ricoprire nel panorama musicale italiano.
Com’è nata Forever More?
Michele: Sia Forever More che il singolo precedente Everything Will Be Alright hanno una storia bizzarra: entrambi hanno un b-side non ancora uscito realizzato da un produttore americano insieme a MGMT, i singoli in questione invece sono prodotti da noi. Forver More è il più dance, ma è un’anteprima bizzarra perché il disco avrà carte molto diverse.
Alessandro: Sono i primi 2 brani che abbiamo realizzato per l’album, abbiamo scritto tanto e cancellato molto altro, questi invece continuavano a piacerci e li abbiamo pubblicati.
Eravate insoddisfatti del materiale?
A: In questi due anni abbiamo cercato di capire se avessimo bisogno di un produttore, abbiamo provato a lavorare con qualcuno ma ci siamo resi conto che il risultato non era quello che volevamo ottenere, quindi ci siamo rimboccati le maniche e abbiamo fatto a modo nostro. Abbiamo lavorato molto nello studio di Mark Ronson a Londra, e abbiamo ripreso a collaborare con Andrea Suriani che ha realizzato il nostro disco These Days (del 2013, ndr).
La cover del singolo è in linea con quella del singolo precedente, e anche dando un’occhiata al vostro profilo Instagram si nota l’attenzione che prestate alla grafica: quanto è importante per voi l’estetica in un progetto musicale?
M: È una cosa tanto importante quanto quella musicale, da sempre. Alessandro è un grafico e il video di Forever More è stato fatto da noi. Ultimamente per le grafiche ci affidiamo anche ad altri.
A: Ad esempio a Zsófia Boda, un’amica ungherese che avevo conosciuto a Londra. Quello che fa lei è legato a una musica elettronica più digitale o molto più punk ma a me piaceva portare quell’immaginario in un genere diverso e anche lei era interessata ai nostri lavori. In molti ci hanno detto che piacciamo perché la nostra estetica e il genere musicale non combaciano perfettamente: è musica pop ma con una ricerca grafica molto delicata e più dettagliata rispetto al pop mainstream.
Avete dichiarato che più le sensazioni che vivete sono melanconiche più ne esce una musica allegra. Perché questa contrapposizione? Vale anche per Forever More?
M: Sì, penso sia la regola. Ho letto molte biografie di artisti e ne è uscito che se sei a posto con te stesso devi trovare un po’ di depressione nella musica, se stai male invece cerchi un mondo immaginario… a me per esempio Forever More fa ridere quando la ascolto perché è il contrario di quello che stavamo vivendo quando l’abbiamo scritta.
A: Il ritornello dice: “Life is a dream”, e quando lo cantavamo eravamo chiusi in una stanza piccolissima di Londra, con i calzettoni rotti (ride, ndr). Probabilmente è il nostro modo di reagire.
Il nuovo progetto discografico uscirà per Sugar. Come mai questa scelta?
A: Ci siamo cercati a vicenda: noi volevamo metterci in gioco con un’etichetta che lavorasse con artisti italiani che fanno un pop diverso dal nostro, loro cercavano un gruppo con cui aprirsi al mercato estero e provare nuove strategie.
In che cosa il vostro pop è diverso da quello di altri artisti?
A: Il pop italiano è un mostro particolare, campa ancora di personaggi vecchi. Fino a qualche anno fa le produzioni italiane facevano schifo, ora qualcosa sta cambiando. Quando i nostri pezzi arrivano in radio troviamo molte difficoltà perché cantando in inglese veniamo messi tra gli artisti stranieri e quindi dobbiamo competere con nomi come Rihanna e simili. Sarebbe bello se anche in Italia si riuscisse a esportare un prodotto fatto bene, ma è difficile trovare gente che scommetta su di noi. Il pop italiano manca di belle produzioni, tecnicamente suona male, ci piacerebbe portare la qualità nel pop.
In attesa dell’uscita del nuovo album, la band prossimamente terrà due concerti d’eccezione: il 9 ottobre a Venezia per la Biennale Musica e il 7 dicembre al Teatro Regio di Parma.