Il 30 ottobre verrà pubblicato su etichetta Leave Music/Sony Music Chagall, il secondo sorprendente disco della cantautrice siciliana Cassandra Raffaele. Polistrumentista raffinata, produttrice e arrangiatrice dei suoi lavori, l’artista – già apprezzata da pubblico e critica con l’esordio de La valigia con le scarpe candidato alla Targa Tenco 2014 come ‘Miglior opera prima’ – dipinge in 10 tracce il mondo che alberga nella sua testa. Un universo che si colora delle tinte calde della Sicilia, perfettamente ‘imbastardite’ da suoni elettronici, ma che di quella terra assorbe anche il lato più ruvido. A PopSoap Cassandra Raffaele ha presentato il suo nuovo album, frutto di un accurato lavoro di ricerca e sperimentazione, che ospita ospiti di rilievo come Brunori Sas, Nico & The Red Shoes e Elio, suo mentore già ai tempi di X Factor, talent a cui la cantautrice prese parte nel 2010.
Perché il titolo Chagall? C’è forse qualche affinità tra il tuo mondo e quello del pittore, fatto di colori vivaci, richiami a un’ingenuità infantile e alla dimensione della fiaba?
Hai colto degli aspetti che sono anche del mio modo di scrivere, specie una visione surrealista della vita e dell’amore. Ma c’è pure un’altra ragione: quest’anno per motivi di lavoro sono andata molte volte a Roma e il nome di Chagall tappezzava un sacco di cartelloni, per cui me lo sono ritrovato spesso sotto gli occhi. Ormai un po’ lo avevo nella testa e ho deciso di portarlo nel titolo dell’album.
Ed è anche il nome della title-track, che sembra una seduta dallo psicologo. È plausibile come interpretazione?
(Ride, ndr) Ci stai azzeccando! È partito tutto dal ritrovare questo nome ovunque, ed è diventata una sorta di presentazione del mio mondo raccontato a un misterioso personaggio, che ascolta le mie associazioni mentali ma anche le mie paure: l’esistenza precaria, il timore di non essere mai all’altezza della situazione, la paura di venire a mancare improvvisamente e di non aver lasciato niente di sé. Il brano però termina con una speranza riposta nell’amore che ci salverà.
Musicalmente hai definito questo album come un equilibrio tra il linguaggio digitale e quello analogico. Perché non ti sei sbilanciata dall’una o dall’altra parte e hai preferito la commistione?
Perché penso che oggi si debbano sfruttare appieno le potenzialità del mondo digitale, ma allo stesso tempo la mia esigenza era mantenere una certa autenticità in alcuni suoni che solo l’analogico può dare. Ad esempio il riverbero che è stato utilizzato sulla voce è analogico, ed è quello con cui tutti i dischi dei Beatles, e non solo, sono stati registrati.
Rispetto al primo disco, più semplice musicalmente, c’è stato anche un cambiamento d’immagine, e ti ritroviamo icona electro-punk.
Ho cercato di fare la stessa cosa realizzata sul piano musicale: ho riletto qualcosa del passato, in particolare aspetti degli anni ’80 e ’90, guardando al presente e anche al futuro.
Dai credits emerge che è un album realizzato quasi tutto in Sicilia. La scelta di non muoverti di casa è stata volontaria?
Ho preferito restare in Sicilia perché avevo realizzato il mio primo album con Carlo Longo a Catania e mi è venuto automatico continuare a lavorare con la stessa squadra: oggi per fare un disco devi necessariamente scegliere, prima dell’indirizzo, un team di persone che diano il massimo. La Sicilia è piena di grandi talenti che purtroppo devono confrontarsi con la realtà quotidiana fatta anche di precarietà sul lavoro, e spesso non riescono a staccarsi del tutto dalla loro terra perché spostarsi comporta molti sacrifici che non tutti sono disposti a fare.
Secondo te il luogo influenza il lavoro su un disco?
La Sicilia per me è una terra ideale per creare, da lì ricevo tutte le energie per comporre; il clima, il cibo, sono tutti elementi che inevitabilmente ti condizionano e quindi si possono ritrovare anche sentendo le mie canzoni.
La tua terra è generosa nello sfornare cantautrici di spessore come te, Carmen Consoli e Levante. Tutte e tre siete donne ‘cazzute’, vi presentate con la chitarra, avete uno stile ben definito e una scrittura intelligente, ironica e non di radio tagliente: è solo un caso molto fortunato o in Sicilia c’è qualcosa che favorisce un cantautorato simile?
Ti ringrazio per il ‘cazzute’! In Sicilia ci sono sempre stati esempi di grandi donne, come la mamma di Peppino Impastato (giornalista e attivista ucciso da Cosa Nostra nel 1978, ndr) o, se vogliamo esplorare l’ambiente musicale, Rosa Balestrieri. Lei è stata la pioniera delle donne che hanno scelto di lasciare la cucina e la cultura tradizionalista – che le voleva impegnate ad accudire i figli e l’uomo, eterno bambino – per prendere in mano la chitarra. Anche noi come Rosa abbiamo scelto la musica per autodeterminarci e questo ci accomuna, così come il fatto che la nostra arte sia uscita dalla Sicilia confrontandosi anche con le realtà oltreoceano.
Parlando invece del primo singolo Cane che abbaia morde lo hai definito il brano di chi non si fa più sedurre dalle belle parole e vuole andare oltre. Di che cosa eri stanca in particolare quando lo hai scritto?
Ero arrabbiata con quelli che pensano di essere lungimiranti e amano fare ramanzine, specie in campo politico, pieno di affabulatori. Oggi sono un po’ più tranquilla rispetto ad allora, ma continuo a pensare la stessa cosa: bisogna andare oltre le frasi fatte e mirare alle cose concrete.
Il disco ospita anche collaborazioni importanti, come quella con Brunori Sas che sognavi da tempo.
Sì, musicalmente lo conoscevo da circa 4 anni, poi l’ho incontrato l’anno scorso all’Indigeno Fest a Tindari e ho iniziato a ‘sedurlo’ con la musica che stavo facendo. A febbraio di quest’anno l’ho raggiunto a casa sua, gli ho fatto ascoltare il disco e ha deciso di collaborare con me per La sirena e il marinaio. Posso dire di aver realizzato un piccolo sogno.
In Meditazione duetti con Elio che hai ritrovato qualche anno dopo X Factor. Nel brano interpreta il ruolo di un guru: ha avuto questa funzione anche nel tuo percorso artistico?
Lo è stato e lo è anche adesso, è un grande professionista che si prende ampiamente gioco di se stesso e ha fatto della messa in scena il suo punto forte. Concepisce il concerto come uno show, e tutto questo mi ispira quotidianamente. E poi è un po’ folle come me (sorride, ndr).
In Valentina invece racconti una storia d’amore tra due donne. Com’è nato questo brano, uno dei più belli del disco?
Narra di una donna che viene abbandonata da un’altra donna. Oggi si parla di amore universale, ma forse non si era ancora trattato l’abbandono universale: la sofferenza, così come la morte, è un sentimento che non conosce sesso. La protagonista del brano, attraverso il suo dolore, ha fatto capire al mondo intero di amare un’altra donna, quindi soffre sia per l’abbandono ma anche per l’essersi messa a nudo davanti agli altri, con tutto quello che ciò comporta: svelarsi, anche se inizia a essere culturalmente un po’ più semplice rispetto a qualche anno fa, è ancora un dramma che però poi si trasforma in una liberazione.
L’album si chiude con I fiori di Battisti, una traccia piena di citazioni di Lucio Battisti. Perché questo omaggio?
Quando si parla di canzoni italiane secondo me l’associazione immediata è alla musica di Lucio Battisti, alle famose ‘bionde trecce’ de La canzone del sole per cui basta conoscere 3-4 accordi e la si porta a casa. Questo è il potere della musica: servono una chitarra, alcuni amici e si dimentica anche il momento più triste della giornata. Volevo legare il concetto della terapia con i fiori di Bach, che vengono utilizzati anche per la cura della depressione, al pensiero della musica che dà sollievo, e quindi non potevo non citare Battisti.
Il mese prossimo inizierai il tour. Come ti stai preparando?
Sto lavorando duramente perché voglio cercare di portare Chagall sul palco con tutta l’energia e l’entusiasmo che ci ho messo nel realizzarlo, per far sì che risulti uno spettacolo esplosivo. Sto curando ogni dettaglio, ho scelto una squadra di musicisti straordinari ma anche folli come me. Siamo pronti per stupirvi con la semplicità, non solo con effetti ‘spaziali’.
Tracklist di Chagall:
Chagall
Cane che abbaia morde
La sirena e il marinaio (feat. Brunori SAS)
Il filo (feat. Nico & The Red Shoes)
Valentina
Meditazione (feat. Elio – di Elio e le storie tese)
Chiedimi
A (t) tratti
Senza farsi male
I fiori di Battisti
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