Dopo aver preso parte all’edizione 2015 nelle vesti di co-conduttrice, Arisa è tornata al Festival di Sanremo in qualità di cantante con Guardando il cielo. Il brano dà il titolo al nuovo album dell’artista in uscita quest’oggi per Warner Music. Arisa ha presentato il nuovo lavoro durante la conferenza nella sala stampa “Lucio Dalla” di Sanremo.
Di che cosa parla Guardando il cielo?
Fa il punto della situazione a un certo punto della vita. In questi 3 anni ho capito quanto la natura influisca sui nostri stati d’animo e quanto la speranza possa fortificarci.
Il brano, come il resto del disco, è caratterizzato da un arrangiamento che hai definito “eterno”.
Ho preso come riferimento certe atmosfere degli anni ’80 che non sono più andate vie. Abbiamo fatto anche delle ricerche su colonne sonore, il processo creativo di questo album è stato molto creativo e divertente.
Ieri sera hai eseguito Cuore di Rita Pavone. Perché hai scelto questa canzone?
Penso che se oggi uscisse in radio sarebbe ugualmente un pezzo moderno. E poi ho un rapporto stretto col mio cuore, ci parlo spesso e lo ascolto molto, quindi mi andava di dedicargli una canzone.
L’anno scorso ti sei cimentata nella co-conduzione, ora sei tornata come cantante. Come la vivi?
Tornare in gara dopo la vittoria del 2014 è responsabilizzante perché la gente ha delle aspettative piuttosto alte nei tuoi confronti.
Il tuo look della prima serata non è stato molto apprezzato…
Non volevo agghindarmi troppo perché nella vita normale non sono così, volevo presentarmi in versione più ‘casalinga’. Il vestito non è così importante, spesso ci si sofferma troppo su quello.
Che cosa è rimasto della Arisa degli esordi?
L’attaccamento alle origini e il rispetto per quel che riguarda la mia vita affettiva: non ho perso la voglia di tutelare le cose per me importanti.