La notizia che sconvolse l’America prima dell’11 settembre.
La sera del 25 agosto di 20 anni fa, poco dopo le 18:45, un Cessna 402B diretto a Miami e appena decollato dall’aeroporto di Marsh Harbour, alle Bahamas, perdeva improvvisamente quota e precipitava da un’altezza di circa 60 metri, schiantandosi al suolo.
Le 9 persone a bordo del piccolo velivolo, pilota incluso, persero la vita nel tragico incidente. Tra queste, la giovane stella dell’R&B contemporaneo, Aaliyah Dana Haughton, nota al pubblico semplicemente come Aaliyah e affettuosamente soprannominata Baby Girl nell’industria discografica.
La tragedia evitabile
A soli 22 anni, Aaliyah entrava nell’Olimpo delle celebrità scomparse prematuramente, lasciando senza parole i colleghi e provocando dolore (e rabbia) nei suoi fan.
L’aereo su cui l’artista e 7 membri del suo team viaggiavano, stando alle testimonianze oculari e alle indagini svolte all’indomani della disgrazia, cominciò ad inclinarsi a distanza di pochi minuti dal decollo, avendo superato la soglia dei 2,858 kg consentiti per il peso complessivo di un Cessna 402B (era sovraccarico di bagagli) e ospitando al suo interno una persona in più rispetto alla norma. La cantante e altre cinque vittime morirono sul colpo a causa dei traumi e delle ferite riscontrate durante le successive autopsie; altre tre poco dopo lo schianto. Una di loro, la guardia del corpo Scott Gallin, sopravvisse al violento impatto esalando l’ultimo respiro in attesa di raggiungere l’ospedale. La sua preoccupazione, all’arrivo dei soccorsi, fu quella di sincerarsi che Aaliyah fosse ancora viva.
In seguito, si scoprirà che il pilota disponibile quel giorno aveva assunto alcol e cocaina a poche ore dal turno di lavoro e, cosa ben più grave, che non era abilitato alla guida di quella tipologia di jet, essendo in possesso di una licenza ottenuta mediante certificati fasulli, attestanti ore di volo mai svolte.
L’influenza di Aaliyah nella scena urban
Con tre album in studio all’attivo e ruoli cinematografici di spicco (fu scritturata per Matrix Reloaded prima del disastro aereo), Aaliyah aveva già ottenuto il meritato riconoscimento da parte della critica e del grande pubblico servendo piccoli capolavori musicali che hanno rivoluzionato il modo di produrre (e cantare) l’R&B/hip hop, con un approccio più sperimentale, aperto alle influenze dell’elettronica, e sotto l’ala protettiva del padrino Timbaland e della madrina Missy Elliott (una volta affrancatasi dall’ascendente esercitato su di lei dall’ex marito e abusatore R. Kelly, sposato illegalmente all’età di 15 anni, nel 1994).
Esempi celebri della versatilità canora di Aaliyah, in grado di alternare con naturalezza falsetti angelici a toni di voce più profondi e diaframmatici, restano tutt’oggi gli ultimi brani da lei pubblicati prima della scomparsa, fra cui la hit Try Again del 2000 (colonna sonora del film Romeo Must Die, che segnò il debutto attoriale della cantante come protagonista femminile) e i tre singoli dall’ultimo disco eponimo: l’ipnotica We Need A Resolution, la trionfante More Than A Woman e la sensuale Rock The Boat. Dopo aver concluso in anticipo le riprese per il video di questo pezzo, sulle isole Abaco, Aaliyah e parte del suo entourage decisero di fare ritorno negli Stati Uniti imbarcandosi sull’aereo che li avrebbe strappati per sempre alla vita.
Aaliyah finalmente in streaming
C’è un’intera generazione (quella convenzionalmente classificata con la lettera Z) che, dal 2001 al 2021, non ha avuto il piacere di conoscere Aaliyah e apprezzare la completezza della sua musica. A tal proposito, e in coincidenza con il triste ventennale della sua morte, la Blackground Records (label di Aaliyah fin dagli esordi) renderà disponibile su tutte le piattaforme adibite allo streaming/download, e su YouTube, la restante parte della discografia e della videografia dell’artista. La campagna, sostenuta dall’hashtag #AaliyahIsComing, ha avuto inizio lo scorso 20 agosto con l’uscita in digitale dell’album One In A Million (1996), e proseguirà il 3 settembre con la pubblicazione dell’omonimo LP registrato per la colonna sonora di Romeo Must Die (2000), con il terzo album in studio Aaliyah (2001), il 10 settembre, e con le raccolte postume I Care 4 U e Ultimate Aaliyah l’8 ottobre.
Cosa sarebbe accaduto se Baby Girl non fosse salita su quel Cessna maledetto il 25 agosto di vent’anni fa?
Gli esperti musicali più autorevoli, capitanati dall’ideatore di BBC Radio 1Xtra e stanatore di talenti sul nascere, Derren Lawford, ne erano sicuri: Aaliyah avrebbe conquistato la fama mondiale e sarebbe divenuta la nuova regina della musica black.