Il 30 settembre è uscito per l’etichetta INRI Beside, l’EP dei Landlord che fa seguito all’opera prima Aside pubblicata in primavera. Forte di una stagione di consensi live, dallo Sziget Festival all’Home Festival passando per Unaltrofestival, la band di Rimini torna per spalancare definitivamente le porte del proprio microcosmo sonoro con 6 nuove tracce, incluso il singolo Farewell. A PopSoap i Landlord hanno presentato Beside e hanno raccontato di quando si sono trovati fianco a fianco con i Daughter, uno dei loro gruppi preferiti.
Da Aside a Beside c’è un cambio di prospettiva, almeno semanticamente. Il primo rispecchiava il vostro modo di sentirvi rispetto al panorama italiano, Beside invece cosa simboleggia?
Con Beside ci siamo voluti porre letteralmente accanto ad Aside, ma con alcune sostanziali differenze. Questo secondo EP tenta di chiarire e portare avanti il nostro ideale filo conduttore, che si articola tra la voglia di proseguire un immaginario sognante e onirico e il desiderio di giungere ad un mondo più crudo, più frammentato, più freddo e infine arido. È vero, Aside può anche essere inteso come una chiara presa di posizione in riferimento al panorama italiano, però non è il nostro primo intento. Siamo consapevoli di non appartenere propriamente alla categoria del mainstream, ma crediamo molto nell’autenticità e noi siamo proprio quello che suoniamo.
La diversa prospettiva si riflette in qualche modo anche sul piano musicale? Che cosa avete sperimentato in questo EP che in Aside non avevate ancora espresso?
Sicuramente sì. Sul piano musicale emergono alcune diversità tra i due EP. Prima fra tutte la componente elettronica, già presente in Aside, ma che ora diventa protagonista, sottolineando un tentativo di innovazione e sperimentazione artistica che ha portato alla scrittura di brani più anomali per certi versi. Tutte le tracce, tranne New Year’s Eve, sono figlie dello stesso periodo compositivo, però quello che abbiamo cercato di fare è stato “ordinare”. Volevamo creare una sorta di ordine tra le nostre tracce, dividendole appunto secondo l’arrangiamento musicale. Il lavoro sui suoni elettronici è stato molto più marcato in Beside – alcune canzoni infatti non hanno per niente batteria acustica -, si è lavorato su campioni di drum machine, su synth e anche su voci campionate ed effettate in vario modo; il tutto, infine, ha portato a queste sei ultime tracce.
Farewell è il singolo che avete scelto per presentare il progetto: è un buon manifesto di quel che è Beside? Se sì, perché?
Farewell è stato un pezzo che ha subito una lunga gestazione, per poi passare attraverso quel processo creativo e di sperimentazione che caratterizza tutti i brani di Beside. In questo caso una voce di Francesca campionata ha rappresentato l’elemento chiave per il consolidamento di questo brano, e con questo approccio ci si è aperto un bel mondo davanti. Quindi secondo noi sì, Farewell è un buon manifesto e simbolicamente lo abbiamo voluto scegliere come nuovo singolo per sottolineare comunque un cambiamento che si può percepire nel passaggio dal primo al secondo EP.
Quest’estate avete preso parte a prestigiosi festival, c’è un incontro o un ricordo particolarmente vivido legato a queste esperienze che vi portate dietro?
Senza ombra di dubbio l’incontro con i Daughter è stato magico ed indimenticabile. Avevamo appena finito il nostro set all’Unaltrofestival, tra l’altro emozionantissimo, stavamo sistemando gli strumenti, quando ad un tratto ci giriamo, cerchiamo di capire se stiamo sognando, realizziamo che è tutto vero e vediamo i Daughter al tavolo, di fianco a noi, che stavano mangiando. Non potevamo farci sfuggire l’occasione di salutarli e magari anche farci una foto insieme e così, dopo un attimo di timore iniziale, ci siamo lanciati! Risultato? Una delle chiacchierate più belle di sempre. Loro disponibilissimi e divertiti, noi ancora increduli e sognanti e con un’emozione addosso che non possiamo descrivere. Solo due anni prima eravamo sotto al palco a Bologna a sentirli suonare, e quella sera invece scherzavamo insieme. Incredibile! Forse inutile dire che il concerto poi è stato una bomba!
Com’è stato dividervi tra palco e studio? Vi è servita l’esperienza live per portare in studio idee?
Ammettiamo che un tour è un aspetto del nostro lavoro che richiede molto tempo ed energie a discapito magari di pomeriggi in studio dedicati alla scrittura di nuovi brani. Non abbiamo però mai interrotto questa attività, abbiamo solo voluto lasciare, in questo periodo, più spazio al live, anche perché era proprio quello che volevamo, dopo che ci eravamo concentrati per diversi mesi al lavoro sui nostri due EP in studio. Abbiamo comunque già nuove idee in cantiere e vedremo cosa succederà. Sicuramente questa dimensione del palco ci ha trasmesso, ci trasmette tutt’ora e ci trasmetterà tante emozioni ed esperienze, che poi si rifletteranno inevitabilmente nella stesura di nuovi brani. Non sappiamo quanto questa cosa incida, però siamo certamente sicuri che una crescita poco alla volta si manifesterà, e siamo curiosi anche noi di sapere cosa salterà fuori.
Photo Credit: Samuele Apperti