Sophie Ellis-Bextor, trionfo orchestrale con The Song Diaries

Realizzare un progetto retrospettivo, dedicato ai fan e al grande pubblico, è un’idea che balenava da diverso tempo nella mente della bella Sophie Ellis-Bextor, fin da quando, nell’ottobre del 2007, la cantante inglese annunciò sul suo sito ufficiale l’uscita inattesa (e forse un po’ precoce) di un Best Of programmato per marzo 2008 dalla sua ex casa discografica, la Polydor/Fascination Records, e in seguito messo da parte a favore del quarto album di inediti, Make A Scene, del 2011. Adesso, a quanto pare, il momento è finalmente quello giusto, e Sophie ha deciso di sfruttarlo nel più originale dei modi: in un’epoca in cui le playlist di Spotify hanno sostituito il concetto di Greatest Hits, la Bextor ha scelto di rivisitare il meglio del suo fulgido repertorio in chiave orchestrale, dando alla luce The Song Diaries, una raccolta di 16 brani (con tre bonus track in appendice) disponibile a partire dal 15 marzo su tutte le piattaforme online e sui sopporti fisici via Cooking Vinyl/Edel.

Tenute nei celeberrimi RAK Studios di Londra, le sessioni per questa speciale antologia hanno visto Sophie rientrare in sala a dicembre del 2017 e incidere nuovamente le canzoni che l’hanno resa icona del disco pop made in Britain, nonché quelle a cui è più legato l’affetto dei suoi seguaci, con l’aiuto di una sontuosa orchestra che ha contributo a donare un nuovo respiro ai pezzi inclusi nell’album. Un progetto, The Song Diaries, originariamente in lista per la primavera del 2018 (quando la distribuzione era ancora affidata al portale PledgeMusic, oggi sull’orlo del fallimento per presunto sperpero di fondi), e poi slittato di un anno per cause più che giustificate, ovvero la gravidanza del quinto figlio della cantante, Mickey, nato lo scorso 7 gennaio. Gli arrangiamenti per le 16 rivisitazioni in chiave filarmonica sono stati curati dalla violoncellista Amy Langley, fondatrice e membro, assieme alle proprie sorelle, del quartetto tutto al femminile Dirty Pretty Strings, con cui la Bextor aveva già lavorato durante le registrazioni di Wanderlust (2014), il suo quinto LP in studio e primo disco da artista indipendente.

Cover dell’album ‘The Song Diaries’

Come dichiarato da Sophie in un’intervista, il ruolo svolto dalla Langley è stato decisivo non solo per il decollo di The Song Diaries, ma anche per gettarne le basi parecchio tempo addietro: tutto parte da una versione orchestrale che la musicista prepara per il primo successo in assoluto della Bexy, Groovejet (If This Ain’t Love), in occasione di una performance a scopo benefico che la diva britannica tiene nel 2012 con le Dirty Pretty Strings, presso la Union Chapel. Quella reinvenzione sarà descritta da Sophie come lontana anni luce dalla filter house del mix principale, più cupa e velata di mistero, e instillerà in lei la curiosità di riservare un trattamento simile ad altre perle del suo repertorio (lungo ormai 22 anni) in un futuro non troppo remoto.

Con la supervisione dell’amico Ed Harcourt, già produttore e coautore degli ultimi due album (Wanderlust e Familia) e con il supporto aggiuntivo di David Arnold, compositore di temi musicali per ben cinque film della saga di James Bond, Sophie realizza così il suo desiderio, usando come criterio per la cernita delle canzoni non gli alti posizionamenti in classifica, bensì il contenuto e le emozioni che esse ancora trasmettono. La Bextor sa bene che spogliare ciascun brano dell’originaria veste synth non è cosa da poco, ma ascoltando The Song Diaries nella sua interezza, ci si accorge subito di quanto e come il suono delicato e avvolgente degli strumenti a corda riesca a compensare quei dettagli che l’elettronica ha offerto, donando alle tracce un nuovo e piacevole risvolto: ecco allora che Bittersweet mantiene la sua dolce malinconia intatta, se non ancor più esaltata dall’acuta imponenza dei violini e delle loro armoniose evoluzioni, mentre in Today The Sun’s On Us la sequenza di note suonata nella versione originale con la chitarra elettrica viene riprodotta fedelmente dagli archi, riuscendo a toccare in egual modo le corde più deboli del cuore. Piccole ma apprezzatissime minuzie sono presenti in altri pezzi, come ad esempio l’assolo di clarinetto che riempie e accompagna la parte centrale di Me And My Imagination o le nacchere che donano un’inedita sfumatura latineggiante a Murder On The Dancefloor, il singolo della Bextor più venduto nel Regno Unito dal 2001 ad oggi. Per non parlare dei preziosismi musicali in Catch You, dove a farla da padrone è un incalzante duello tra violoncello e contrabbasso che culmina in un inciso ridotto di qualche tono, la vivacità delle trombe in Mixed Up World o, ancora, le variazioni melodiche che la cantante esegue in Not Giving Up On Love, a riprova del fatto che un pulsante brano trance può evolvere, con la giusta maestria, in una soave e commovente ballata.

Quasi a voler chiudere un cerchio, la Bexy ha scelto una cover per cominciare a promuovere la sua raccolta, ma non una cover qualunque: si tratta di Love Is You, celebre pezzo organic disco portato al successo da Carol Williams, nel 1976, che il DJ veneziano Spiller campionò a fine anni ’90 per la creazione di una traccia strumentale, Groove Jet, destinata a divenire una hit in tutta Europa nel momento in cui proprio Sophie ne avrebbe coscritto e inciso la versione vocale, Groovejet (If This Ain’t Love), nel 2000. La cover di Love Is You, prodotta da Richard ’Biff’ Stannard e Ash Howes (due nomi che molti fan di Kylie Minogue di certo riconosceranno), è stata supportata notevolmente da Radio 2, in UK, venendo aggiunta alla lista dei brani con il maggior numero di spin giornalieri, a poche ore dalla sua uscita in digitale, lo scorso agosto.

Ultimo estratto dal progetto è la rivisitazione orchestrale di Take Me Home, riscrittura di un brano di Cher, inclusa nell’album Read My Lips, che segnò il debutto da solista della Bextor nel 2001, dopo un breve trascorso come voce del gruppo indie Theaudience. Di seguito, il video ufficiale filmato in studio e durante un’esibizione dal vivo alla Royal Festival Hall per la versione Orchestral Disco del pezzo.

Con un’accattivante copertina a cura dell’illustratore di moda David Downton, The Song Diaries di Sophie Ellis-Bextor sarà disponibile dal prossimo 15 marzo su tutte le piattaforme digitali e acquistabile su CD e doppio LP via Cooking Vinyl/Edel.

Francesco Cappellano

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