Short Dick Man: la risposta dance dei 20 Fingers al machismo del rap

Era il 12 novembre del 1994 quando, dopo un saliscendi in Top 20 durato poco più di un mese, conquistava la prima posizione nella classifica dei singoli più venduti in Italia un brano dance dal titolo a dir poco eloquente: Short Dick Man del gruppo americano 20 Fingers

Una canzone nata apparentemente per gioco, sotto forma di burla rivolta al genere maschile da una vocalist con la cadenza tipica del Midwest, Gillette, che tra inceppamenti vari e risatelle sguaiate diceva, senza mezzi termini, di non gradire al suo fianco uomini dalle scarse doti falliche. Quasi a voler rendere il tutto più lampante, la copertina edita per buona parte dei formati fisici del singolo (CD, musicassette e vinili) lasciava spazio a ben pochi dubbi sul contenuto del pezzo a chiunque non fosse di madrelingua inglese, ritraendo la sagoma azzurra della mano sinistra di una donna che mimava un gesto inequivocabile, con il pollice e l’indice tenuti a poca distanza l’uno dall’altro.

Copertina europea del singolo ‘Short Dick Man’ (1994)

Ambra e le altre

Una spinta piuttosto decisiva nella scalata della Hit Parade del nostro paese fu data al brano da un segmento della storica trasmissione Non è la Rai, durante il quale un’ancora minorenne Ambra Angiolini svelava ogni lunedì la Top 5 dei pezzi più suonati nelle discoteche dello Stivale. Caso volle che fra Ottobre e Novembre del ’94 Short Dick Man fosse onnipresente nella Dance Chart e che le ragazze si dimenassero come delle scalmanate sulle note della canzone, probabilmente ignorando il significato di certe parole e, dall’altra parte, spingendo la stampa nazionale a gridare allo scandalo. 

Una risposta al machismo del rap

20 Fingers era il nome che si erano attribuiti due musicisti operativi a Chicago, entrati in contatto da appena 6 mesi quando Short Dick Man venne alla luce in studio, tramite la piccola casa discografica SOS Records. Si trattava del produttore house Charlie ’Babie’ Rosario e del DJ e cantautore Manny Mohr (le ’20 dita’ sono quelle contate sulle quattro mani della coppia). Sebbene entrambi avessero alle spalle una discreta serie di contributi musicali e collaborazioni con altri artisti dance, nessuno dei due aveva ancora assaporato il gusto della grande notorietà nel mondo notturno dei club, ragion per cui decisero di tentare il tutto per tutto con un pezzo insolito, concepito da Mohr come una risposta femminista alla vergognosa mole di dischi hip hop del periodo, in cui le donne venivano insultate con appellativi machisti e svilite come fossero merce da scambio. Manny scrive quindi la canzone immaginando una degna rappresentante del gentil sesso che si diverte a schernire gli uomini al ritmo di una pulsante base techno, colpendoli nel loro punto più debole: la virilità.

Per dar voce a quello che sarebbe di lì a poco divenuto il motteggio dance dell’annata ’94/’95, viene scelta un’amica di Charlie, Sandra Gillette, una ragazza di appena vent’anni, nata da genitori sudamericani ma cresciuta in un piccolo sobborgo dell’Illinois, che ha da poco smesso di studiare arte drammatica all’Università di Houston e si guadagna da vivere lavorando come assistente in uno studio dentistico. Oltre ad avere la faccia giusta per certe esternazioni, Gillette ama ballare e sa anche rappare: è la scelta più azzeccata per quel tipo di brano. Così, malgrado le prime titubanze mostrate verso il contenuto del testo, troppo esplicito per sancire il suo esordio nel panorama musicale, Sandra si convince e registra Short Dick Man, senza mai dare il benché minimo segno di pentimento in seguito. La canzone uscirà ufficialmente sul mercato il 31 agosto del 1994.

Sandra Gillette

Un successo/clamore internazionale

Consapevole della volgarità insita nel pezzo, e su richiesta dell’etichetta che distribuisce il singolo negli Stati Uniti (la Zoo Entertainment), Charlie Babie si vede costretto a realizzare una Clean Edit destinata alle radio locali, in cui la parola esecranda del ritornello sparisce e viene sostituita dall’aggettivo ’short’ pronunciato due volte, puntando sulla doppia valenza di questo termine che in inglese può voler dire sia ’corto’ che ’basso’. Poiché, nella sua versione edulcorata, ’Short Short Man’ sembra accanirsi contro gli uomini di piccola statura, e non più contro quelli sessualmente ipodotati, ne nascerà un’ulteriore polemica, stavolta mossa contro Gillette e 20 Fingers da chi è poco slanciato in altezza. Nel frattempo, l’inciso originale evolve in un mantra soprattutto per le donne afroamericane e ispaniche, mentre il pezzo spopola nei locali e raggiunge il suo picco alla #14 nella Hot 100 di Billboard il 7 gennaio del ’95. Nel Regno Unito le cose andranno meno bene: il 45 giri di Short Dick Man sarà ritirato da più di 3000 jukebox britannici a causa delle continue lamentele espresse da uomini che si dichiarano parte lesa, e la canzone si fermerà alla #21 nella chart dei singoli, avendo sollevato più clamore che consensi. La sorte per Short Dick Man si rivelò propizia in Italia, dove il 12 novembre di 25 anni fa il pezzo conquistò la vetta della Hit Parade, e in Francia, dove Gillette e 20 Fingers dominarono la classifica per tre settimane consecutive nel febbraio del ’95.

Sulla falsariga del sound imposto da Short Dick Man, e sulla scìa del suo successo internazionale, seguiranno altri due singoli pubblicati dal gruppo e cantati da altre vocalist, Lick It (featuring Roula), altra #1 in Italia, e la meno fortunata Sex Machine (featuring Katrina). Tracce dal contenuto prevedibilmente sessuale in cui è la donna a provocare il maschio alpha e ad esortarlo ad entrare in azione tra le lenzuola nel modo e nei tempi a lei più grati.

Un’esibizione paradossale

L’apice dell’assurdità legata a Short Dick Man viene raggiunto nel 1995, durante una breve trasferta in Brasile che vede Gillette esibirsi in un noto programma televisivo, Xuxa Hits, trasmesso di pomeriggio e seguitissimo dai più piccoli. Ospite dello show per promuovere il primo album da solista, On The Attack, e con quattro ballerini al seguito, Gillette canta in playback la versione non censurata della sua hit di fronte a dozzine di ragazzi e bambini presenti in studio, che cominciano a sculettare e a muoversi al suono di quel ritmo hip house, ignari di ciò che la ragazza sta dicendo loro, come già accaduto con le avvenenti e gasatissime lolite della nostra Non è la Rai.

Di seguito, il video musicale girato per il brano dal regista Daniel Zirilli, in cui Sandra finge di tenere un casting per aspiranti modelli da provinare per il clip e si diverte a prenderli in giro scrutando le loro poco vistose parti intime.

25 anni fa esatti, la musica dance (per la primissima volta) contrastava a proprio modo, e in chiave ironica, la fallocrazia prepotentemente imperante nel mondo rap dell’epoca.

Vuoi che ti presti una pinzetta per metter via quella roba minuscola?

Francesco Cappellano

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