I Pagliaccio: «Siamo i clown dell’indie pop italiano»

Spaghetti bolognaise cover

Dopo l’anteprima streaming su Deezer e la presentazione al Postepay Rock in Roma del 16 luglio, Spaghetti bolognaise, il nuovo singolo dei Pagliaccio, è disponibile sulle migliori piattaforme digitali. La band, vincitrice della prima edizione del Postepay Rock in Roma Factory che si è svolta lo scorso 27 ottobre all’Orion di Ciampino, si era infatti guadagnata la realizzazione di un brano inedito e l’apertura sul main stage di un big nell’edizione 2014 del festival (nello specifico, i Lumineers e Passenger). I Pagliaccio hanno presentato a PopSoap Spaghetti bolognaise, ritratto di una generazione che – con alterne fortune – si trasferisce all’estero per migliorare la propria condizione.

Da dove nasce il nome della band?
L’immagine del pagliaccio è molto evocativa e ci rappresenta bene: è colui che ha la missione di far ridere, ma allo stesso tempo la sua ironia ha un retrogusto amaro e un po’ malinconico. Così noi scriviamo brani apparentemente semplici e divertenti, ma i contenuti sono pensati e meno leggeri. E poi in questo modo possiamo dire quello che vogliamo: nessuno se la prenderebbe mai con un pagliaccio!

Non vi considerate una indie rock band, ma neanche una semplice band di pop italiano: le etichette proprio non vi piacciono…
No, come a tutti gli artisti, però ci giochiamo molto utilizzando la nostra versatilità condita da una spruzzatina di ‘paraculismo’, per infilarci senza particolari problemi in situazioni molto diverse tra loro, dai locali underground ai circoli bocciofili e ai concerti per bambini. Se vogliamo dare una definizione, l’ossimoro indie pop funziona benissimo.

Il singolo Spaghetti bolognaise è nato da racconti di persone vicine a voi?
In parte sì e in parte no. Sono molti i ragazzi che hanno cercato fortuna all’estero, e che noi guardiamo con estremo rispetto e ammirazione, ma il brano parla di una situazione generale, non di casi specifici.

E voi siete mai stati sul punto di lasciare l’Italia?
No, non ci è ancora successo.

Il brano vede la produzione artistica di Ale Bavo (già produttore di Subsonica e Linea 77, ndr): com’è stato lavorare con lui?
È stata un’esperienza più che positiva. Ale è un grande professionista, e sebbene ci conoscessimo poco la sua bravura ci ha permesso di raggiungere in pochissimo tempo un risultato che ci ha soddisfatti a pieno.

Avete condiviso il palco con nomi importanti, qual è il ricordo più emozionante che conservate?
Sicuramente la serata che abbiamo condiviso con i Tre Allegri Ragazzi Morti al Bandzilla di Saronno. Abbiamo avuto la possibilità di suonare appena prima di loro, davanti al pubblico che ci ha accolto con un calore che nemmeno noi immaginavamo. Per non parlare del palco di Rock in Roma alto come un condominio su cui ci siamo esibiti come opening act dei Lumineers: nel momento in cui stavamo salendo la rampa che porta sul palcoscenico, nell’unico momento in cui siamo stati soli dopo una giornata frenetica, con il sole che scendeva su Roma, ci siamo guardati e abbiamo capito che non avremmo dimenticato facilmente quello che stava per succedere.

A settembre registrerete il nuovo album, che cosa dobbiamo aspettarci dal seguito di Eroironico?
Non lo sappiamo ancora. Speriamo una maturazione nella scrittura; qualcosa che fonda la nostra attitudine e il nostro stile con una consapevolezza compositiva maggiore. Poi tiro, ‘botta’, un po’ di ritmi in levare e una più ampia presenza di chitarra acustica.

 

Emanuele Corbo

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