Via da qui sanremo 2016

Caccamo-Iurato: «Gli opposti si attraggono»




La strana coppia Giovanni Caccamo e Deborah Iurato è in gara a Sanremo 2016 con Via da qui. I due artisti, dati tra i favoriti già prima dell’inizio della kermesse, hanno parlato ai giornalisti della sala stampa “Lucio Dalla” della genesi del brano, contenuto nei rispettivi nuovi album usciti ieri (Non siamo soli per lui, Sono ancora io per lei).

Da dove è nata l’idea di duettare per il Festival di Sanremo?
Deborah: Il giorno in cui è stato annunciato il cast eravamo a casa mia, avevo preparato delle lasagne che poi non sono state mangiate per l’emozione di essere stati selezionati. Nei mesi precedenti ero in studio con Giovanni e avevo ascoltato i brani del suo disco. Via da qui era il mio preferito, una sera l’ha suonato al piano, abbiamo iniziato a cantarlo insieme e da lì è nata l’idea di partecipare insieme a Sanremo.
Giovanni: Sangiorgi è stato il primo in grado di mettere k.o. il mio istinto autorale e cantautorale. A luglio mi invitò in Puglia perché doveva farmi sentire questa canzone e io la inserii subito nel disco. L’essenza di questa canzone è la parola ‘scusa’. Oggi è difficile mettere da parte l’orgoglio e chiedere scusa, e questo vale per ogni tipo di relazione, anche per quelle tra i popoli.

C’è stato da subito un feeling vocale oltre che umano tra di voi?
D: In realtà pensavamo che due voci come le nostre non potessero stare insieme, invece cantando ci siamo resi conto che si amalgamavano bene.
G: Anche caratterialmente ci ha sempre contraddistinto una certa diversità, siamo come i poli positivi e negativi che si attraggono. In fondo la diversità è una risorsa. A me di lei colpisce la luce che ha negli occhi, vuole fare questo mestiere per vocazione e si vede.

Nella serata delle cover avete interpretato Amore senza fine di Pino Daniele. Come mai l’avete scelta?
G: Entrambi amiamo Pino Daniele e abbiamo scelto quel brano perché in un momento di aridità come quello che stiamo vivendo se riuscissimo a trasmettere un pizzico di amore universale in più sarebbe per noi motivo di orgoglio.

 

Emanuele Corbo




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