Annalisa: «Mi sono messa in discussione davanti allo specchio e al mare. Ora splendo»




Annalisa, cover dell'album "Splende"
Annalisa, cover dell’album “Splende”

All’ultimo Festival di Sanremo si è classificata quarta con Una finestra tra le stelle e le sue performance sul palco dell’Ariston sono state tra le più applaudite. Il 12 febbraio ha pubblicato il quarto disco di inediti Splende (Warner Music), prodotto da Kekko Silvestre dei Modà e anticipato nel corso del 2014 dai due singoli Sento solo il presente e L’ultimo addio. PopSoap ha incontrato Annalisa per farsi raccontare il cambiamento personale e artistico che ha dato vita al nuovo progetto, che la vede molto presente come autrice dei testi. La cantante savonese, tra le altre cose, ci ha dato qualche anticipazione sul nuovo tour che partirà il 1° aprile da Milano e su come si prepara a festeggiare il suo 30° compleanno.

In apertura di disco canti: C’è un’evoluzione in me”. Che cosa è cambiato rispetto a quando “non sapevi ballare”, per parafrasare il tuo precedente lavoro?
Hai colto nel pieno, sicuramente c’è stato un cambiamento che è partito da una mia crescita personale. Mi sono guardata molto allo specchio, ho cercato di immaginare come mi vedevano gli altri e capire che cosa potevo migliorare. Da questa cosa piccola ma importante – sembra facile ammettere che c’è qualcosa che non va, ma non lo è affatto – è partito tutto e ho iniziato a scrivere, prima da sola e poi con altri autori. Splende è stato un lavoro lungo, una sorta di percorso terapeutico. La title track è una delle prime che ho scritto e quando l’ho fatto ero irrisolta: non dico che ora sia tutto a posto, ma sicuramente è più chiaro e consapevole.

Come avete lavorato tu e il team di autori?
Ho iniziato da sola, poi ho fatto sentire i brani alla mia casa discografica che si è messa in moto, ho continuato a scrivere con altri autori che hanno portato le loro idee e le abbiamo sviluppate insieme. Contemporaneamente ho cercato Kekko per chiedergli dei consigli: per un po’ ha guardato da lontano quello che stavo facendo, ma quando ha sentito alcune cose che lo gasavano è entrato nel progetto con tutto se stesso. Alla fine avevamo tantissime canzoni e ne abbiamo scelte solo 10: non volevo fare un disco con dei riempitivi, ma un album che ti facesse venir voglia di risentirlo, che non ti bastasse. E poi c’è la cover di Ti sento, che non pensavo di inserire ma quando ho ascoltato la versione finale sono rimasta così contenta del risultato che non ho resistito.

Una delle parole chiave del disco è ‘mare’…
Sì, un aspetto importante del cambiamento che ho vissuto è il recupero delle origini, del mare che vedo dalla finestra della mia casa a Savona. Tengo molto a quella abitazione, è stata il primo investimento da quando faccio questo lavoro e mi sento davvero a casa solo quando sono lì, davanti al mio mare. Ho girato un sacco, ho vissuto in posti a cui tengo molto, soprattutto Roma e Torino nelle quali ho lasciato pezzi di cuore, però quando voglio recuperare le piccole cose della vita vera torno lì, dove sono cresciuta. In molti brani del disco è presente questo concetto di casa, di capire che cosa è reale, e cosa di tutto quello che hai intorno va e viene.

In Posizione fetale invece parli di comunicazione, un tema con il quale negli anni hai dovuto fare i conti più volte, dato che si parlava spesso di un presunto muro che mettevi tra te e gli altri. E poi hai mantenuto la promessa di qualche tempo fa di scrivere una canzone che recitasse: Vorrei cantare per l’esigenza di cantare”.
Sei l’unico che ha notato questa cosa (ride, ndr). Quello della comunicazione è un tema che mi coinvolge molto emotivamente. Posizione fetale è una delle canzoni a cui tengo di più, ma per me è talmente intima che quando la sento (prende un respiro profondo prima di scoppiare a ridere, ndr) poi non riesco più a venirne fuori. Rispetto a quando ho scritto la frase Vorrei comunicare veramente, ma sono qui, ancora qui” sento di aver fatto passi avanti dentro di me. In realtà il processo non è ancora finito, ci sono mille cose da migliorare…

Annalisa, quarta classificata a Sanremo 2015
Annalisa, quarta classificata a Sanremo 2015

Se potessi vede una doppia collaborazione: quella con Giulia Anania e l’artista reggae Raphael Nkereuwem. Che ci puoi dire a riguardo?
Il brano ha molto a che vedere con l’idea di casa di cui parlavamo prima, ma dice molto anche circa il lasciarsi coinvolgere dalle cose e viverle intensamente, piuttosto che aver paura di prendere una decisione. C’è un verso che recita: Dove è più profondo il mare, non si tocca ma è più bello da nuotare”. Non succede niente se si rimane a riva, bisogna avere la forza e la volontà di affrontare qualcosa che non si conosce perché da lì nascono i cambiamenti, altrimenti si rimane sempre fermi dove si è. La presenza di Raphael è legata al concetto di origini, è anche lui di Savona, lo conosco da una vita e come me ha iniziato con la classica band con cui si fanno progetti, ci si mette in gioco e si cerca di immaginare un futuro. E poi ha una voce fantastica.

Sicuramente è la parentesi meno pop di Splende.
Sì, la considero una chicca, e questo perché Giulia è un’autrice rara con una dote incredibile a livello di poetica. Abbiamo passato alcuni giorni insieme, ci siamo conosciute meglio e io stessa ho voluto fare un lavoro diverso, chiedendole di scrivere una poesia. Con lei è un peccato partire dalla melodia, cosa che si fa spesso, perché un poeta deve iniziare dal testo, non lo si può imbrigliare in altre strutture. Così intorno a una cosa che lei ha scritto abbiamo fatto una specie di taglia e cuci con Cecere e Campedelli ed è venuta fuori questa canzone che rappresenta un momento diverso all’interno del disco, e credo che dal vivo sarà una meraviglia.

Ora che ti sei riscoperta autrice, ti sentiresti più pronta a compiere un passo verso i tuoi mondi musicali di riferimento che spesso nei concerti porti sotto forma di cover?
Io mi sento molto rappresentata da quello che c’è in questo disco. È venuto fuori un album pop perché io sono così, questa è la mia attitudine. Però ascolto cose che sono lontane da quelle che faccio proprio per cercare di metterne una goccia nei miei brani e farli diventare veramente miei, in modo tale che non si confondano nel mare di cose pop che ci sono. A questo serve ascoltare Björk, Joni Mitchell, e in generale farsi una cultura su quello che è stato e sui mondi che stanno prendendo forma ora.

Puoi farci qualche esempio a tal proposito?
In questo momento mi hanno molto colpito i nuovi cantautori che usano strumentazioni diverse da quelle a cui siamo abituati: penso a James Blake, Chet Faker… Sono mondi molto interessanti e che bisogna ascoltare per capire che cosa sta succedendo, poi ognuno si esprime nel proprio campo a seconda dell’attitudine. Io sono assolutamente ciò che c’è dentro Splende, non mi sono mai sentita così tanto rappresentata, ma cerco di avere le orecchie piene di cose belle provenienti da qualsiasi tipo di mondo musicale, lontano o vicino al mio.

Torniamo invece in riviera: il bilancio del tuo Sanremo?
Super positivo. Ti dico la verità, non mi aspettavo andasse così bene, me la son giocata di brutto e sono molto contenta del risultato. A un mese dal Festival sono tra quelli che stanno promuovendo e lavorando, non c’è cosa che potesse rendermi più felice.

Una finestra tra le stelle vola in classifica ma anche nello spazio grazie alla Cristoforetti. Che effetto ti fa?
Sono stata felicissima, quando ho appreso la notizia da Twitter neanche ho capito cosa stesse succedendo, è stato incredibile, un sacco di amici mi hanno chiamata. Il pensiero che la mia canzone sia arrivata lassù è emozionante, spero che in qualche modo arrivino a Samantha Cristoforetti i miei ringraziamenti di cuore.

A breve partirai in tour, e le due date di anteprima sono già sold out. Che cosa ci puoi anticipare? Rileggerai in chiave diversa i tuoi vecchi brani?
Sarà tutto molto in tema: come il progetto Splende e quello che c’è dentro è collegato alla copertina, allo stesso modo succederà per ciò che si vedrà sul palco. L’intenzione è di creare un racconto ancora più approfondito di questo lavoro e di quello che voglio dire con tale progetto. Ci sarà qualcosa di rivisitato ma senza stravolgimenti eclatanti, e come cover farò Ti sento.

Quest’anno compirai 30 anni, come vivi questo traguardo?
Sono molto serena, anzi sono abbastanza contenta di poter dire che ho 30 anni. Non fraintendermi, qualche volta sono contenta di passare per più giovane, ma voglio essere percepita come donna e non come ragazzina. Ogni tanto qualcuno mi scambia per una ventenne, ma no! Anche basta! (ride di gusto, ndr).

Emanuele Corbo




6 commenti su “Annalisa: «Mi sono messa in discussione davanti allo specchio e al mare. Ora splendo»”

  1. È possibile chiarire la frase su Posizione Fetale (nel contesto del tour)? La cantante stessa ha scritto su Twitter proprio oggi che la canterà, mentre da questa intervista si capisce il contrario. Grazie mille!

    Per il resto ottima intervista, peccato per questo equivoco!

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